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Referendum Mirafiori: lo spoglio. Gli impiegati ribaltano il voto

Risultati in ritardo. Tutte le informazioni.

STIMA RISULTATO TP ore 1.45: "SI" 51,6%, "NO" 48,4% - Il margine d'errore è +/- 2,7%

Ore 3.40 Seggio numero 5 (impiegati) ribalta il risultato e porta il conto vicinissimo ai valori previsti dal TP quasi 2 ore prima!

Ore 1.45 Stima Termometro Politico del risultato: la nostra stima assegna una vittoria di misura al "sì" con il 51,6%, contro il 48,4% del "no". Il margine d'errore è +/- 2,7%. Ci scusiamo con i nostri lettori per il ritardo con cui abbiamo prodotto una prima stima attendibile, ma data la vicinanza tra le due opzioni possibili si è reso necessario un grande lavoro di verifica ed elaborazione statistica dei questionari a nostra disposizione, gli ultimi dei quali ci sono stati consegnati solo dopo le 22. Speravamo infatti che sarebbero stati sufficienti i dati del pomeriggio ma l'anomalia degli stessi ci ha costretti ad aspettare i dati che ci sarebbero stati consegnati solo dopo le 22 alla chiusura dell'ultimo turno (non avevamo accesso all'interno dell'edificio dovevamo quindi aspettare l'uscita degli ultimi elettori disponibili). Visto il margine d'errore, potrebbe anche vincere, di strettissima misura, il "no". Ma è ben più probabile che a prevalere, anche se non di molto, saranno i "sì".

Gli impiegati ribaltano il risultato - Come anticipato da una proiezione, il nostro dato definitivo conferma che è stato il voto degli impiegati (che hanno votato in massa per il "sì") a sancire il risultato. Tra gli operai infatti risultava maggioritario il "no" per 53 a 47.

Aggiornamento scrutinio: Dopo la vittoria del "no" nel primo seggio con il 54% (362 a 300), anche nel secondo seggio (numero 8) vince il "no" per 447 a 362. Anche nel terzo seggio (numero 7, 732 votanti) prevale il no per 374 a 349. In totale i "si" sono 1.011, i "no" 1.183.' Ansa segue invece un altro conteggio (sempre dopo i primi tre seggi): 1.011 "sì" contro 1.143 "no", probabilmente si tratta di un conteggio che non considera le 58 schede "scomparse" dall'urna numero 8.

Proiezione: il voto degli impiegati: Secondo una nostra proiezione, basata sui dati parziali dello scrutinio e su un exit poll condotto all'uscita e all'entrata di tutti i turni dello stabilimento di Mirafiori, sommando i voti ottenuti dal No nei primi seggi all'orientamento stimato tra i 449 impiegati, nettamente favorevole al Sì, il Sì dovrebbe totalizzare circa il 52% del totale, contro il 48% del No. Se tutti i 449 impiegati votassero dunque "sì" risulterebbero decisivi e ribalterebbero un risultato che, seppur di poco, avrebbe premiato il "no".

Il mistero delle schede scomparse: C'è stato un disguido riguardo l'urna numero 8 (la seconda scrutinata), mancavano all'appello 58 schede. Probabilmente sono in un'urna vicina, che si trova, insieme ad altre, nello stesso locale della numero 8. Non sembrano esserci dunquq rischi d'invalidazione del voto.

L'analisi di Termometro Politico: Le motivazioni - Un primo dato interessante che emerge è quello sulle motivazioni dei votanti: il 70% di coloro che hanno votato "sì" lo hano fatto perché "necessario per salvare il posto di lavoro". Al contrario, l'81% di chi ha votato "no" l'ha fatto perché considera "un ricatto" quello di Marchionne.

La proiezione - Secondo una proiezione statistica di Termometro Politico, se verrà confermata la tendenza dei seggi del montaggio di Mirafiori, che contano oltre 3.000 lavoratori e tra i quali è in vantaggio il No di circa il 10%, al fronte del "Sì" servirebbe vincere con il 15% di margine tra i restanti 2.000 voti.

Affluenza: diffusi i dati sull'affluenza, hanno votato in 5.213, ossia il 96% dei lavoratori aventi diritto. Lo spoglio dei dati di Mirafiori è comunque inziato da pochissimo (dopo le 22, quindi con un certo ritardo rispetto al previsto) per l'espletazione di controlli e pratiche burocratiche. I dati dello spoglio ufficiale resteranno segreti fino alla fine dello spoglio stesso che dovrebbe essere verso le 2 di stanotte sebbene sia già trapelato che nel seggio del "montaggio" i NO abbiano vinto 362 a 300 (in questo seggio è forte la presenza della FIOM). Intanto Termometro Politico ha appena finito di raccogliere tutti i dati del turno delle 22. Li stiamo inserendo nel database per l'elaborazione (che prevede tutto il questionario e non solo il SI e il NO quindi richiede del tempo per il data entry. Una volta elaborati gli ultimi dati saremo in grado di dirvi se è possibile una previsione o meno visti i problemi creatisi durante la raccolta dati e la reticenza a rispondere al questionario. Nel pomeriggio avevamo dei dati che abbiamo ritenuto necessari di verifica, per questa ragione abbiamo voluto attendere l'arrivo dei dati del turno delle 22 proprio perché non ritenevamo possibile il risultato trovato nel pomeriggio e del quale abbiamo informato solo alcune agenzie di stampa alle quali abbiamo chiesto di NON pubblicare perché ci sembravano talmente strani da richiedere la verifica del turno delle 22 che non avevamo previsto di inserire all'inizio. I dati del pomeriggio prevedevano una vittoria del NO cosa che ci ha lasciato increduli e ci ha fatto pensare che i SI fossero stati reticenti a rispondere. Considerando la situazione aspettiamo gli ultimi dati per dare la nostra proiezione finale prima di sbilanciarci, sarà comunque un risultato molto vicino.

Comunque, in base ai dati che stiamo raccogliendo, Termometro Politico pubblicherà domani un'analisi a parte, svincolata dall'Exit Poll in sé, che permetterà di capire quali sono state le motivazioni che hanno spinto i lavoratori a votare per il SI o il NO da parte dei lavoratori di Mirafiori in relazione al loro orientamento politico, alla loro fiducia nei confronti dell'operato dei sindacati e del management, alla loro situazione familiare ed alla loro fiducia nel futuro dell'azienda. Riteniamo che possa essere molto utile per comprendere meglio cosa è successo veramente a Mirafiori nella giornata di oggi.

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Termometro Politico, in collaborazione con dottorandi di ricerca di varie università italiane e straniere, sta conducendo una rilevazione sul referendum in corso a Mirafiori.

Gli operatori di TP stanno intervistando un campione dei 5.431 lavoratori all'entrata e all'uscita di tutti i turni dello stabilimento di Mirafiori ponendo con lo strumento dell'«exit poll» alcune domande - in forma rigorosamente anonima - sul voto espresso e sulle condizioni professionali, sociali e familiari degli operai e degli impiegati del reparto Carrozzerie dello stabilimento torinese.

Le prime indicazioni sull'esito della consultazione potrebbero essere disponibili in serata, dopo la chiusura delle urne ma prima della conclusione dello scrutinio. Nelle ore successive lavoreremo sui questionari per ricavare i dati di dettaglio sui motivi del sì e del no, il voto in base all'iscrizione a un sindacato, l'orientamento di voto politico e così via.

Si tratta di una ricerca del tutto indipendente da qualsiasi organizzazione sindacale o dall'azienda, benché tanto Fiat quanto tutti i sindacati ne siano stati preventivamente informati.

Per ulteriori informazioni è possibile contattare via email

Lorenzo Pregliasco

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, curatore della ricerca.

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.8) 15 gennaio 2011 17:05
    Renzo Riva

    Però dico che l’Italia non è un Paese e meno che meno una nazione e dello Stato neanche di necessità.
    Nonostante la riscoperta del "valore patrio" da parte dei PDini.
    Unico Paese al Mondo dove si mette a referendum se permettere di operare ad un agente economico (fiat) alle condizioni che ritiene non più contrattabili.
    .
    Provo a tracciare una serie di condizioni per permettere ad un operatore economico di fare impresa in Italia.
    .
    1) Certezza del diritto;
    2) certezza dei costi: del lavoro e fiscali;
    3) certezza di governabilità dell’unità produttiva, commerciale e altro.
    .
    Mancando anche solo una di queste condizioni nessun operatore economico degno di questo nome investirebbe un centesimo di kopeco delle sue attività finanziarie.
    .
    Marchionne vattene!
    Sei un manager troppo serio e capace per giocare questa partita a carte truccate, a meno anche tu non possieda anche tu degli assi nelle maniche.

    Però dico che l’Italia non è un Paese e meno che meno una nazione e dello Stato neanche di necessità.
    Nonostante la riscoperta del "valore patrio" da parte dei PDini.
    ...Unico Paese al Mondo dove si mette a referendum se permettere di operare ...ad un agente economico (fiat) alle condizioni che ritiene non più contrattabili.
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    Provo a tracciare una serie di condizioni per permettere ad un operatore economico di fare impresa in Italia.
    .
    1) Certezza del diritto;
    2) certezza dei costi: del lavoro e fiscali;
    3) certezza di governabilità dell’unità produttiva, commerciale e altro.
    .
    Mancando anche solo una di queste condizioni nessun operatore economico degno di questo nome investirebbe un centesimo di kopeco delle sue attività finanziarie.
    .
    Marchionne vattene!
    Sei un manager troppo serio e capace per giocare questa partita a carte truccate, a meno anche tu non possieda anche tu degli assi nelle maniche.

  • Di pv21 (---.---.---.84) 16 gennaio 2011 12:49

    Quale futuro?

    Dopo il referendum Marchionne commenta: “Siamo pronti ad una svolta storica. I lavoratori avranno il privilegio di trasformare Mirafiori in una fabbrica eccellente”.

    Sappiamo che Termini chiuderà con la sua ultima Lancia Ipsilon; Pomigliano produrrà la Panda e Mirafiori avrà da Crysler motori e sistemi di trazione per l’assemblaggio di berlina e Suv.
    Non è dato conoscere il piano industriale di Fabbrica Italia. Dei 20 miliardi di investimenti promessi c’è traccia solo per 1,7 miliardi. Non sappiamo da quali modelli (nuovi o refresh) sarà fatto il milione e 400mila veicoli che le newco Fiat dovrebbero produrre nel 2014.

    Nel 2010 Renault ha visto crescere del 7,5% le vendite in Europa (+1,2% in Italia) e Volkswagen ha collezionato risultati record.
    Fiat viceversa segna un calo di vendite del 17%. A pagare il conto sono i fornitori ed i dipendenti.

    In momenti di crisi gli atti di fede su “nebulose” promesse echeggiano solo accenti da Dossier Arroganza

  • Di Renzo Riva (---.---.---.45) 17 gennaio 2011 13:06
    Renzo Riva

    Dicevo ieri quali sono le condizioni necessarie affinché un operatore economico possa investire in Italia.
    .
    1) Certezza del diritto;
    2) certezza dei costi: del lavoro e fiscali;
    3) certezza di governabilità dell’unità produttiva, commerciale e altro.
    .
    Mancando anche solo una di queste condizioni nessun operatore economico degno di questo nome investirebbe un centesimo di kopeco delle sue attività finanziarie.
    .
    Se la FIAT resta con il 46% che ha votato NO significa che ha avuto assicurazioni che ogni volta che nascerà un problema dovremo abbassare i pantaloni per continuare a prenderlo in quel posto e continuare a sentire suonare la solita musica del pagamento dei maggiori costi che saranno debiti per i cittadini che dovremo pagare tutti noi.

    La situazione è tragica ma non seria.

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