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 Home page > Tribuna Libera > Razzismo sì, razzismo no: gli "italiani brava gente"

Razzismo sì, razzismo no: gli "italiani brava gente"

“Non siamo razzisti. Dimostriamolo”.

La scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti apre così, in prima pagina sul Corriere, un suo pezzo sul razzismo, preoccupata del fatto che la CNN si è chiesta se l'Italia non fosse "il paese delle banane".

Nel suo articolo afferma che gli italiani sembra che siano razzisti, a leggere i tanti insulti diffusi in rete, ma che in realtà non lo sono perché sono sempre pronti ad aiutare gli immigrati in difficoltà appena sbarcati dai loro barconi eccetera, eccetera... ma che “esiste il rischio di una deriva intollerante” che viene nutrita anche dagli insulti “in particolar modo se lanciati da personaggi pubblici di qualche importanza, che li usano studiatamente per provocare da un lato il facile applauso e dall’altro l’indignazione” entrambi elementi utili a dar luce al personaggio pubblico di cui sopra.

Insomma gli italiani sono ancora “brava gente”, ma un po’ stupidi se basta la battutaccia volgare di un politico da bar per sghignazzare subito come mentecatti dandosi di gomito l'un l'altro. 

Quest’anno in effetti sembra così: un lungo scivolare nell’inferno dell’idiozia. Un cammino che sembra senza fine in cui alla stupidità razzista di chi ritiene che una persona di colore somigli a un orango, si risponde che è l’orango a essere offeso; fino a chi dice che la Kyenge non assomiglia a un orango, ma a una scimmietta (di cui posta la foto su facebook). Naturalmente tutti “scherzavano”.

E c’è chi getta le banane sul palco dove la Ministra sta parlando e chi lo ritiene un gesto “fatto bene” (e - spero che sia vero - si beccherà una denuncia dall’indignato Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi) e chi si “limita” ad andarsene dal consiglio comunale prima che la Ministra abbia aperto bocca. Naturalmente Maroni minimizza e invita la Kyenge alla festa del Carroccio e naturalmente Bossi lo rimbecca e dice che la Kyenge lui non l’avrebbe invitata.

Poi Castelli aggiunge che la "Kyenge è una nullità". Senti da che pulpito: da un fallimentare ministro di chissà-cosa, militante di un partito in via di estinzione guidato per anni da una magica combriccola di "sperperatori" di soldi pubblici.

Ma c’è anche la consigliera comunale del PD che a Prato viene espulsa dal partito per un esplicito post su facebook contro gli extracomunitari ladri che “devono morire subito”. Sintetica e brutale.

E infine c’è chi non riesce a trattenersi e vuole per forza dire la sua “ma cos’ha detto (Calderoli, ndA) di così negativo? Io proprio non lo capisco”. È l’intervento - di cui non si sentiva la mancanza - di Serenella Fucksia, senatrice del M5S, a proposito delle gentili parole rivolte da Roberto Calderoli alla ministra Kyenge.

Non lo capisce. Qualcuno dà ad una donna di colore della scimmia e lei non capisce l’offesa. Anzi, rincara la dose. A me - dice - tante persone sembrano animali; ad esempio, la sua ex collega espulsa dal Movimento, Adele Gambaro, “ricorda una mucca”.

In effetti dare della vacca ad una signora un po’ in carne e non più giovanissima è un po’ come dare della scimmia a Cécile Kyenge: uno scherzoso lazzo da simpaticoni (ma penso che se la Gambaro le arriva a tiro, il grazioso nasino della Fucksia rischia di brutto).

La domanda è: dove hanno la testa tutti quanti? Quando è successo che la demenza ha azzerato le menti in un modo così devastante? Sono stati i vent’anni di berlusconismo imperante oppure è l’epidemia di un virus letale e incurabile?

La cosa alla fine si può comprendere quando la Fucksia dice di sé “Io per esempio, sono convinta di assomigliare a una papera”. Avesse detto un’oca, forse era più adatto, ma senza offesa naturalmente; come ha detto lei, sono solo “pregiudizi diffusi” (pregiudizi contro le oche, intendo).

Se la cosa finisse qui ci sarebbe solo da scrivere un pezzo “di colore” (tanto per restare in tema) buono solo per riderci su.

Ma ieri un leghista veronese è stato arrestato per aver scritto sulla sua pagina facebook che “avrebbe accolto ‘la ministra negra’ con delle armi”. E la cosa si fa più pesante perché quando un idiota parla di mettere mano alle armi, poi c’è il rischio che spunti fuori qualche altro idiota che lo fa davvero.

Non ci siamo dimenticati dei due senegalesi uccisi a freddo da un pazzo criminale di Firenze, militante di estrema destra, vero? O del campo nomadi di Torino assaltato nella notte a colpi di bottiglie molotov, dopo la fasulla denuncia di stupro di una ragazza? E che fra gli assalitori erano presenti attivisti di destra come di sinistra?

Certo, gli italiani sono “brava gente”, ma di personaggi pubblici che seminano odio razzista ce ne sono tanti, di tutti gli schieramenti, fra i vecchi politici ed anche fra i nuovi, perché la stupidità umana non segue sempre le linee di confine della politica, ma si abbevera delle ideologie più profonde che hanno diviso gli esseri umani fra di loro, nel corso di millenni.

Spesso originate da quel soglio di San Pietro che poi ha sentito il bisogno di chiedere scusa un po' a tutti: donne, ebrei, neri, indios, omosessuali eccetera. Chi sono loro per giudicare, si chiede il Papa bis? Peccato che l'abbiano fatto, e senza scampo per le vittime, per un buon paio di migliaia di anni.

Se non si ha la capacità culturale di criticare quelle ideologie millenarie, la “cultura dominante” nella terra dei cachi sarà sempre sostanzialmente razzista, anche se cambia, provvisoriamente, la bandiera del partitino di appartenenza.

Foto: Skizzonauta/Flickr

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