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Razzismo e anti-razzismo, solo un gioco che nasconde un business politico-mafioso

Attaccano i rom, rubano sui rom, chiedono solidarietà per gli immigrati, rubano sulla solidarietàfanno l’antimafia e poi delinquono con la mafia. Pezzi di destra, pezzi di sinistra e mafia, tutti insieme appassionatamente, hanno fatto soldi e consensi,sulla pelle degli immigrati, degli abitanti delle periferie e dei cittadini italiani.

Si scontrano in tv, ma poi fanno affari insieme. 

E così il razzismo/antirazzismo, diventa un giochino per gli allocchi che nasconde un florido business.

Tanto, troppo danaro pubblico arriva nelle casse di queste aziende e pochissimo ai rom. Ma nessuno, né destra né sinistra, si chiede il perché, anche se numerosi servizi giornalistici hanno dato l'allarme.

E ciò per mantenere in vita i campi, che assicurano appalti per la sorveglianza, per i rifiuti, per i pulmini scolastici, per l’acqua.

Denunciare la gestione dissennata dell'assistenza, da parte di cooperative e società che sono i veri autori dello sperpero di pubblico danaro, significa smantellare i campi e quindi le attività del business.

E allora tacciono. Mentre si rimpallano accuse e responsabilità, tacciono.

E così i razzisti denunciano degrado prodotto dagli immigrati, ma tacciono sui disservizi di cui questi sono vittime. Denunciano la presenza di cumuli di immondizia presso i campi, ma tacciono sulle aziende che, lautamente pagate, non li smaltiscono. Denunciano la resistenza dei ROM a mandare i figli a scuola, ma tacciono sui pulmini che, pagati, non arrivano ai campi.

E per converso, i cosiddetti antirazzisti, evidenziano i disservizi di cui sono vittime gli immigrati. Ma non si interrogano sulle ragioni di tali disservizi, sulla immondizia non raccolta, sui pulmini scolastici,che non arrivano ai campi rom.

Ma su queste larghe intese, destra sinistra e mafia, si è abbattuta una bufera giudiziaria che ha portato a 37 arresti e 100 indagati, tra cui l’ex sindaco Alemanno per associazione mafiosa.

La magistratura, ha sollevato il coperchio che celava il business dell'assistenza agli immigrati. Il PM Pignatone ha scoperto un reticolo di rapporti tra politica e mafia, che gestiva iniziative politiche e comportamenti per drenare denaro pubblico da questo business.

Ma al solito, tutto finirà “a tarallucci e vino” e anche questa retata sarà un'occasione mancata. Darà luogo ad un rimpallo di accuse, ma non risolverà i problemi, non fermerà il degrado e la mancata assistenza ai rom privati dei servizi, il drenaggio illecito di denaro pubblico.

Continuerà lo scontro di spot e slogan, fatto in nome di principi sempre più astratti e lontani dai bisogni delle gente, dal disagio degli abitanti delle periferie e di quello degli zingari. E gli italiani, i rom, gli abitanti delle periferie, vittime di questi reati, resteranno vittime.

Vittime del giochino razzismo/antirazzismo.

Un giochino che nasconde un florido business.

Foto: Oscar, Flickr.

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.4) 4 dicembre 2014 13:59

    Grazie! Questa vicenda va molto oltre una semplice questione di corruzione, ci sono tutte i meccanismi di questo paese e per un momento si smascherano quei luoghi comuni che ci fanno recitare un ruolo.

    Andiamo all’essenza della Difesa dell’Identità, della Solidarietà, del Non Ci Sono I Soldi, dei Valori Democratici, dei Valori Occidentali Minacciati...

    Ho scritto qualcosa anch’io, ma credo che tu sia riuscito a dire le stesse cose in maniera più sintetica:

    http://kelebeklerblog.com/2014/12/0...

    Magari da questo abisso potesse nascere un modo molto diverso di affrontare le migrazioni, le guerre tra poveri, la questione dell’uso di fondi pubblici...

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