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Ragazzina violentata in Francia: test del DNA a scuola

 
In un liceo francese privato de La Rochelle, nell'Ovest del Paese, da stamattina è iniziata una procedura a tappetto di prelievo di DNA per tutti i maschi, minorenni e maggiorenni che hanno frequentano l'istituto il giorno in cui è avvenuta una violenza sessuale ai danni di una studentessa, riporta Le Monde.
 
Il 30 settembre del 2013, una ragazza di 16 anni è stata violentata nei bagni della scuola. La liceale non ha potuto identificare l'aggressore perchè è stata aggredita alle spalle e al buio. 
 
È la prima volta che viene presa una misura del genere in Francia: gli ufficiali della polizia giudiziaria stanno effettuando infatti dei prelievi di saliva su 475 studenti, 31 insegnanti e 21 individui tra cui personale tecnico e esterni che si sono trovati nella scuola quel giorno. Si presume che entro giugno-luglio del 2014 si avranno i primi risultati. 
 
Perché questa misura? Durante le indagini e le ricostruzioni appena successive alla denuncia della ragazza sono state ritrovate tracce di DNA (acido desossiribonucleico, la molecola che contiene il patrimonio genetico ereditario) sugli abiti della giovane; inoltre, secondo la direttrice del liceo, Chantal Devaux, l'aggressore presumibilmente è un persona interna all'istituto e che conosce bene il posto. Non si esclude, in ogni caso, la pista di una persona esterna intruffolatasi nell'istituto. 
 
Il DNA ritrovato sugli abiti della giovane non risulta compatibile con nessun profilo dello Schedario nazionale delle impronte genetiche francese, che contiene i prelievi biologici di persone indagate e sospette, dichiarate colpevoli o non di reati di violenza sessuale, sicurezza interna e infrazioni penali. 
 
Attraverso questa indagine a tappetto, secondo Isabelle Paganelle, procuratrice della Republica, si può ottenere un veloce risultato per identificare l'autore del reato e tra l'altro cercare di evitare possibili recidive. 
 
Le indagini si stanno svolgendo in maniera piuttosto discreta per evitare il panico e le polemiche visto che oltre tutto si tratta di un liceo cattolico. Come informa la stessa direttrice è stato messo in piedi uno spazio di supporto psicologico che resterà attivo fino alla conclusione delle indagini, aperto per gli studenti e per i genitoro. Sono stati organizzati anche degli incontri informativi per le famiglie e i dipendenti della scuola. Gli stessi genitori hanno ricevuto una mail lo scorso 10 aprile nel quale li si informava della triste vicenda e degli imminenti prelievi ai quali sarebbero stati sottoposti i figli.
 
La vicenda ha fatto nascere numerose polemiche in merito alla violazione o meno dei diritti umani, infatti il procuratore ha annunciato che chiunque non avesse acconsentito al prelievo sarebbe stato automaticamente inserito nella lista dei sospetti. Per il prelievo è necessaria l'autorizzazione, che nel caso di minorenni, è a carico dei genitori. Dopo che verrà fatto il raffronto fra i DNA prelevati e quelli ritrovati sugli indumenti della ragazza, i campioni negativi non corrispondenti verranno subito distrutti come si legge anche nell'intervista alla direttrice pubblicata da LeFigaro
 
Sono nate polemiche anche in merito alla segretezza mantenuta rispetto a questo grave episodio. Infatti fino al momento delle convocazioni per il prelievo, studenti e familiari erano stati tenuti all'oscuro della vicenda. Uno studente, Paul, afferma ad esempio di essere spaventato al pensiero che l'aggressore possa essere uno di loro; i genitori in egual modo, si chiedono il perché di questa segretezza e del lungo tempo intercorso fra la violenza e il prelievo (circa 6 mesi).
Non mancano le paure, peraltro giustificate, dei genitori delle studentesse; la madre di una giovane ha dichiarato, sempre a Le Monde: "Ho paura che mia figlia vada in un posto pericoloso. Ora l'ho avvertita di non andare in bagno da sola, e di muoversi sempre in gruppo nei corridoi o in classe. Ma avrei preferito essere avvertita sei mesi fa".  

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