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Donna africana insultata e schiaffeggiata davanti alla figlia di cinque anni

L’aggressione ad opera di due adolescenti, una italiana e l’altra ucraina, nel quartiere di Tor Bella Monaca dove per gente di colore e romeni è quasi vietato girare per strada.

“Sporca negra, tu non puoi chiederci di spegnere la sigaretta perché non hai alcun diritto, tornatene tra le scimmie”, con queste indicibili parole una mamma di colore di soli trentun anni l’altra mattina, mentre accompagnava alla scuola materna la propria figliuola di cinque anni, è stata pesantemente insultata da due adolescenti nel quartiere romano di Tor Bella Monaca, tristemente famoso per i quasi quotidiani episodi di razzismo che vedono come vittime persone di colore e romene.

Le due “mocciosette” erano invece, a differenza dell’aggredita, di razza bianca, una romana purosangue, l’altra ucraina. E’ stata proprio l’ucraina poi, una volta scese le donne dall’autobus, a schiaffeggiare la mamma africana che a sua volta era accompagnata da un’amica brasiliana. La scena è avvenuta quasi sotto gli occhi di una pattuglia di polizia che ha identificato le protagoniste e poi le ha invitate al commissariato Casilino per le eventuali querele di parte. Doris, l’africana aggredita, non se l’è sentita di querelare le due.

“Sto rinnovando il permesso di soggiorno, se denuncio due bianche potrei passare dei guai” ha confidato alla sua amica italiana. Sua figlia che, atterrita, ha assistito alla scena è choccata e non vuole più uscire di casa. Ha visto la mamma, colei che le ha dato la vita, umiliata e derisa da due teppistelle che benissimo potrebbero avere l’età delle sue sorelle maggiori. E’ come se le fosse crollato il mondo addosso: a soli cinque anni ha compreso perfettamente cosa vuol dire avere la pelle scura, o abbronzata come direbbe il premier Silvio Berlusconi, nell’Italia di oggi. Doris però un desiderio ce l’avrebbe: vorrebbe incontrare i genitori delle due adolescenti che le hanno fatto così tanto male. La famiglia dell’ucraina già sdegnosamente ha rifiutato l’incontro: “Negri, ebrei, romeni noi in Ucraina sappiamo come trattarli, sono razze inferiori” affermano alcuni immigrati provenienti da Kiev che oziano nei vialetti del quartiere periferico romano.

Sono loro gli immigrati slavi insieme agli italiani, molti di essi pregiudicati per gravi reati, il terrore della gente di colore e dei romeni che abitano nel rione. “Qui a Tor Bella Monaca noi africani insieme ad indiani, sudamericani, arabi e romeni rischiamo la vita ogni giorno. Ci spacchiamo la schiena dal mattino alla sera ma questo a loro, agli italiani ma anche ai russi ed agli ucraini, non basta, ci vogliono vedere morti. Si credono geneticamente superiori” è il grido di dolore di Afida, una donna di colore che non ne può più. Roma, Mosca, Kiev: qualcuno già lo chiama il triangolo razzista d’Europa. Mosca e Kiev di certo vanno annoverate da tempo tra le capitali più xenofobe del vecchio continente. Roma sino a poco tempo fa aveva invece un carattere assolutamente bonario, tollerante.

Poi alcuni gravi fatti di cronaca a partire dall’omicidio Reggiani per arrivare allo stupro di Guidonia, abilmente strumentalizzati dalla stampa e dalla classe politica al solo fine di raccogliere consensi, hanno scatenato la plebe, quel medesimo popolino romano che “ l’arbiter elegantiarum dell’impero” Petronio Arbitro tanto detestava, contro romeni e gente di colore e la situazione è degenerata. In serata la Questura di Roma ha emesso un comunicato- stampa per dire, contro tutte le apparenze, che l’episodio di Tor Bella Monaca non aveva natura razziale: stucchevole!

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