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 Home page > Tribuna Libera > RAI in crisi? E i nuovi dirigenti pensano allo stipendio

RAI in crisi? E i nuovi dirigenti pensano allo stipendio

Non paghi di aver trasformato la RAI da servizio pubblico a proprietà privata dei partiti (due canali a Berlusconi, uno al PD), massima espressione del potere della casta politica che non si combatte ma si accorda e si spartisce tutto, nel nuovo corso voluto da Monti ecco spuntare due veri riformatori, messi lì a garantire che nulla cambi.

I nominati dal governo, Gubitosi (direttore generale) e Tarantola (presidente), come primo atto di insediamento si sono assegnati lo stipendio, naturalmente in linea con la sobrietà invocata da Monti: 650.000 euro l’anno per Gubitosi, 430.000 euro per la Tarantola.

Questo è un ceffone in faccia agli italiani che fanno fatica a pagare il canone e si vedono Equitalia bussare alla porta in caso di mancato pagamento.

In questa nostra trista Italia i sacrifici si chiedono ai poveracci mentre i privilegiati aumentano i loro già scandalosi emolumenti e i capitalisti spostano i capitali in Svizzera o in Germania, dimostrando di non avere alcun interesse alle sorti della nazione.

Qualcuno mi dovrebbe spiegare come mai un magistrato che rischia la pelle debba guadagnare cinquemila euro al mese, e un burocrate che non sa nulla di comunicazione televisiva, in una azienda in deficit, debba percepire una cifra così abnorme.

La RAI deve tornare nella disponibilità dei suoi azionisti, che sono i cittadini che pagano il canone, deve avere la personalità giuridica di “pubblic company”, non deve avere pubblicità, il suo direttore generale con tutti i poteri deve essere eletto ogni 4 anni dai cittadini, canone pagato alla mano.

Il canone poi non deve essere obbligatorio, i cittadini che si riconoscono in un pubblico servizio valido, che faccia i loro interessi, che non faccia parte del blocco mediatico del pensiero unico, correranno a pagare il canone perché una vera democrazia deve avere contrappesi in mano ai cittadini.

Oggi tutto il sistema mediatico appoggia la Casta partitica, le dà visibilità, e girano solo bugie, disinformazione, omissioni, depistaggi, insabbiamenti, occultamento della verità.

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.72) 21 luglio 2012 19:05

    Pur condividendo ,due cose sono da dire ,la prima che nessuno deve spiegare nulla , la domanda appare ovviamente retorica perché in questo paese vige il saccheggio legalizzato e chi può permetterselo è non lo fa è un idiota .Se lasci decidere lo stipendio a chi deve percepirlo è scontato che se lo ritagli bello tondo e corposo .

    La seconda è che il canone televisivo non è una tassa che si paga per avere una informazione pubblica corretta ,cosa che dovrebbe essere garantita da appositi organi di vigilanza (ovviamente super pagati e super inefficenti) , bensi’ per il solo fatto di disporre di apparecchi di ricezione radio televisivi .Anzi di recente hanno pure provato a tassare lo streaming con il PC sulla rete .Quindi ad essere tassati sono le onde elettromagnetiche ,ormai appannaggio analogico soltanto della radio , o i bit della tv digitale e del pc .
    Potrebbero anche tassare i neutrini della Gelmini o il bosone di Higgs ,il senso è più o meno lo stesso.

    Semmai dovrebbe incazzarsi Obama che al confronto dei nostri burocrati è un morto di fame .Poi ogni sera ci scassano le palle con lo spread e "i scarifici " che il popolo bue deve affrontare per non affondare il belpaese.
    Si salvi chi può.

  • Di pv21 (---.---.---.100) 21 luglio 2012 20:05

    Rigor Montis >

    Quando la Bce spediva (agosto 2011) la sua lettera di “raccomandazioni” il nostro Debito era più basso di 67 miliardi ed il Pil più alto di 24. Lo spread con i Bund tedeschi oscillava sui 290 punti.

    Dopo tre mesi nasceva il governo dei “tecnici”.
    Senza il rigore non ci sarà né equità, né crescita, proclamava Monti tra il plauso dei più. In pratica c’era da fare i “compiti” (sacrifici) per arrivare al “cruciale” pareggio di bilancio nel 2013.

    A distanza di otto mesi il rapporto Debito/Pil è cresciuto di 4 punti percentuali (126%) e sono quasi 90 i miliardi all’anno di interessi da pagare.
    Come si spiega?
    Per Monti siamo diventati bersaglio di un “contagio” venuto da Grecia, Irlanda, Portogallo e banche Spagnole. Secondo Monti agosto è “mese rischioso” perché “scatena” gli attacchi speculativi. Complice “l’incertezza del quadro politico”.

    Ergo. Avanti con il rigore e ce la faremo “da soli”.
    Ci saranno “nuove” manovre? No.
    Monti ha ancora la riserva di misure preannunciate, tipo la “rimodulazione” delle agevolazioni fiscali ed il ritocco di Iva e di IMU.
    A “super” Mario basta che lo spread non arrivi ai 550 punti di Berlusconiana memoria. Fino a gennaio, tiene a precisare.

    Forse Monti rimpiange le iniezioni di liquidità avute in passato dalla Bce. Come i 255 miliardi prestati alle nostre Banche.
    Gli enunciati “rigorosi” ed i teoremi “paludati” sono formula ricorrente di un Dossier Arroganza

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