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Questioni Siciliane ma non solo...

Nell’argomentare contro la costruzione del rigassificatore ad Agrigento qualcuno ha toccato, forse involontariamente, una questione cruciale del mercato elettrico: "perchè se la Sicilia è elettricamente indipendente dobbiamo costruire qui nuove centrali?".


La risposta più immediata è perchè ciò costituisce un occasione di profitto, ma per chi? A regole attuali sicuramente non per il cittadino consumatore.



Dopo la Legge Bersani del 1999 e la liberalizzazione del mercato elettrico, in Italia è stata istituita la cosiddetta Borsa Elettrica per cui nelle regole del gioco l’Italia è stata divisa in zone geografiche: Sicilia, Sardegna, Sud, CentroSud, CentroNord, NordEst, NordOvest; ognuna di queste è caratterizzata da un prezzo di vendita dell’Energia Elettrica ( o Prezzo Zonale Pz ossia il prezzo di equilibrio in ciascuna zona geografica)...il prezzo di acquisto dei distributori (e quindi pagato dai consumatori finali) è invece il Prezzo Unico Nazionale (o PUN "Media dei prezzi zonali del mercato del giorno prima ponderata con gli acquisti totali, al netto degli acquisti dei pompaggi e delle zone estere") per cui, semplificando, se un MWh di energia elettrica costa 100 Euro in Veneto e 80 Euro in Sicilia e la media ponderata dei prezzi di vendita nazionali è 90 Euro sia il consumatore veneto che quello siciliano pagheranno 90Euro/MWh. In tale scenario si ha che:

  1.  Sono incentivati gli investimenti in Veneto dove evidentemente, nel nostro esempio, la domanda eccede l’offerta.
  2. Il cittadino siciliano (consumatore) non ha nessun interesse nell’installazione di nuova capacità produttiva (nuove centrali elettriche) perchè da consumatore pagherà sempre 90 Euro il MWh....ed ecco che sorgono i comitati contro questo o quell’impianto!
  3. Nelle zone in cui vi è maggior deficit di potenza installata il cittadino o l’impresa energivora (consumatori) non sono incentivati in iniziative di investimento mirate all’energy saving per ridurre i consumi.
  4. Se le linee di interconnessione fra le aree geografiche sono insufficienti allora si crea potere di mercato (può verificarsi che "gli impianti meno efficienti siano chiamati a produrre in virtù della loro localizzazione più favorevole")
Ma allora non è così vero che siamo così avanti nei processi di liberalizzazione, l’AEEG, caro Tremonti, dovrebbe occuparsi a tempo pieno di queste questioni, proponendo soluzioni vere per l’attuazione del libero mercato, anzichè sorvegliare sulla "bellissima tassa"...

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