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Questione morale: Da Sciascia a Berlinguer poi il vuoto

Guardandoci indietro in un arco temporale raggiungibile dalla nostra memoria possiamo ricordare alcuni uomini di cultura e leader politici come promotori di battaglie ideologiche indirizzate al rinnovamento degli ideali del nostro paese.

 

Voglio ricordarne due in particolare Leonardo Sciascia rappresentante della cultura contemporanea ed Enrico Berlinguer rappresentante politico di spicco della politica italiana degli ultimi 50 anni.

Ad accomunarli un progetto di svolta per il paese, l’ideologia della morale e dell’etica in cui credevano profondamente e fondavano il proprio vissuto quotidiano, troppo spesso in contrasto con il mondo che li circondava.

In una Sicilia condotta da uomini politici senza scrupoli, avvezzi alla cultura del voto di scambio, soggiogavano l’intera regione ai compromessi tra politica e mafia con i risultati che oggi conosciamo.

L’integerrimo Sciascia non accettava più questa realtà ingombrante e lesiva dei diritti e della dignità dei siciliani, denunciando con i propri scritti l’immoralità diffusa condotta in primo luogo dalla politica che poteva controllare ogni settore della società per i propri privatistici e torbidi interessi.

Con ‘il Contesto’ del 1971 si mettono in luce dietrologie della politica coltivate nei salotti buoni dell’aristocrazia, animatrici di misteriosi delitti di uomini di stato, avvenimenti poi verificatisi in terra di Sicilia negli anni a venire.

Anche Berlinguer da parte sua, è sempre stato prodigo alla diffusione di un messaggio di legalità, onestà morale ed intellettuale, aspetto ritenuto da lui indispensabile per un rappresentante politico/istituzionale in un paese bisognoso come l’Italia.

Pur credendo e vivendo in prima persona questo postulato ideologico, aveva ben impressa in mente quale fosse la realtà politica in cui viveva, che lo rendeva un rappresentante atipico, forse per i più alquanto scomodo.

Anch’egli era convinto che cambiare questo paese sarebbe stato difficile, riportando nella politica una portanza morale coerente e trasparente, esemplare per il popolo tutto.

Le sue parole ad Eugeno Scalfari nella sua lunga intervista del 28 Luglio 1981 furono esplicite: “(...) perché dico che la questione morale è il centro del problema italiano“ e poi “(...) La questione morale, nell’Italia d’oggi, fa tutt’uno con l’occupazione dello stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti... “.

Tornando ad oggi ed alla realtà del nostro paese la questione morale è divenuta esclusiamente una attrattiva politica carica di simbolismo ma vuota di significati e vissuti concreti.

A partire dai maggiori gruppi politici negli ultimi tempi c’è stato un dibattimento sulla questione morale, scambiandosi accuse di disaffezione a questa causa tra maggioranza ed opposizione.

Ma per i più accorti e ben informati frequentatori degli organi d’informazione (stampa, internet, etc.) i portavoce di partito ed i più rappresentativi personaggi politici amplificatori della tanto agoniata ‘Questione morale’ ne sono i peggiori rappresentanti verso l’opinione pubblica.

Vedasi l’On. Cicchitto portavoce del PDL, che dai verbali oggi in mano al PM Trifuoggi che indaga sull’intricato connubio tra corruzione e politica in Abruzzo, riceveva tangenti in denaro e gioielli dall’On. Aracu rappresentante incaricato del PDL per l’Abruzzo.

Oppure dall’opposizione troviamo un On .D’Alema che nel 2005 scambia telefonicamente con l’amico Consorte tutta la sua affezione ed interesse sulla scalata bancaria di Unipol verso la BNL, il tutto in cambio di chissà quale pregiato oggetto del desiderio.

Insomma quella di oggi è una politica distaccata dal proporsi con una immagine integerrima eticamente, non immune dalle infiltrazioni esterne e dagli interessi privatistici di pochi o di lobbies di potere.

La questione morale al di là di una presentazione esteriore e di facciata, rimarrà ancora per molti anni una questione irrisolta che manterrà questo paese nel mezzo della palude di cui anticipava i contorni l’On. Enrico Berlinguer nel lontano 1981.

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