Quello che i finiani non dicono
Ricordate il discorso di Gianfranco Fini a Bastia Umbra, lo scorso 7 novembre?
Chiunque abbia udito o letto il discorso ha colto nelle parole del Presidente della Camera la volontà e la determinazione di farla finita con la II Repubblica, con il berlusconismo e con tutto ciò che esso rappresenta. Per chi non fosse riuscito a seguire le parole di Fini, trasmesse in TV da RaiNews con una diretta-fiume, qui si trovano i video di Sky TG24 mentre qui il testo dell'intervento (dal sito di Farefuturo).
Mi rifiuto di pensare che questo centrodestra risolva tutto con la propaganda del "gli immigrati clandestini se ne vadano". Non contestiamo la necessità di allontanare i clandestini, contestiamo la dabbenaggine di chi non capisce che sempre più in futuro la nostra società sarà molto diversa da quella attuale, che avrà sempre di più la necessità di integrare coloro che rispettano la nostra storia, cultura, tradizione.
La centralità del lavoro intesa anche come garanzia di un riscatto sociale, di possibilità per ogni persona di esprimere tutte le capacità che ha. Il lavoro consente a ogni uomo di crescere non solo da un punto di vista economico, ma anche da un punto di vista morale.
A me non piace un paese dove non c'è una levata di scudi corale rispetto a certi luoghi comuni che vengono diffusi, luoghi comuni tipo quello per cui chi fa tutto il suo dovere e paga tutte le tasse è fesso e chi invece trova il modo di fare il furbo va apprezzato.
So che ciò che sto per dire non sarà considerato con grande soddisfazione, ma se si vuole dar corso al principio di rispettare il popolo, che nelle sue mani ha lo scettro, allora non ci può essere un patto di legislatura se non si cancella una legge elettorale che è una vergogna. Avete diritto di scegliere i vostri parlamentari, non ci si può affidare solo alla leadership.
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