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 Home page > Attualità > Scienza e Tecnologia > Quelli che… ci rubano tempo e attenzione attraverso Internet

Quelli che… ci rubano tempo e attenzione attraverso Internet

Nicolas Carr, affermato autore statunitense (da Encyclopaedia Britannica a Harvard Business Review), continua la sua crociata contro i danni del digitale. Dopo averci resi tutti stupidi con il saggio Google ci rende stupidi?, stavolta propone un altro lungo intervento che rivelerebbe il suicidio annunciato della blogosfera: “Who killed the blogosphere? No one did. Its death was natural, and foretold.” Parabola analoga a quella della stampa e della radio - dalle speranze pioneristiche all’omologazione culturale - fa notare Mr. Carr, citando altresì fonti/dati autorevoli a suo favore quali The Economist e Technorati. Mentre i commenti al post raccolgono un numero più o meno equo di opinioni favorevoli e discordanti su tale tesi, non mancano rilanci come quelli del francese Novovision, per cui l’idea che i blog “potessero costituire una alternativa si rivela illusoria e ingenua.” Sulla stessa onda, Paul Boutin su Wired Magazine spiega che i blog sono obsoleti, assorbiti dal giornalismo vecchio stampo da una parte e dall’altra parte ormai spazzati via da Twitter, Flickr, Facebook. Come dire che tutto ha un inizio e una fine, nulla dura per sempre, quale sarà la prossima killer application online? E allora?

Ovvero: quanto conta tutto ciò nel quotidiano di tanta gente comune che per comunicare usa un misto continuo di telefono, silenzi, blog, chiacchiere, Facebook e via di seguito? Poco o nulla. Please, gente, non dimentichiamo il contesto del mondo reale: appena un sesto della popolazione mondiale ha accesso alle tecnologie digitali. Non esiste solo Silicon Valley o the Big Apple, e neppure the Western World. Ai molti che usano i blog nel cosiddetto terzo e quarto mondo, in modalità di fortuna e sfuggendo alla censura, quanto gliene può fregare di simili “analisi”? Come la mettiamo con la moltitudine di persone “che non hanno voce” da qualche parte del globo e a cui cercano, appunto, di dar voce quei progetti non-profit proprio basati sullo strumento-blog - a partire dal circuito di Global Voices Online.

Nonostante il magma continuo della Rete, o forse proprio per questo, rubare attenzione al prossimo rimane tuttora lo sport più praticato dalla cyber-elite nei Paesi più o meno ricchi (del G8?). Dove neppure accennano a diminuire montagne di ego, autoreferenzialità e parlarsi addosso continuo. Sarò scemo io, anzi lo sono di sicuro - ma ritengo del tutto inutile prestare orecchio a simili uscite, meno che mai sprecare un articolo a stampa per rispondere, al massimo una notiziola online a mo’ di osservatorio. Chiedo quindi scusa ai due gatti che leggono qui: mi premeva solo sottolineare l’ennesimo tentato furto di tempo e attenzione ai danni del nostro quotidiano reale, con la scusa che Internet viene sbattuta comunque in prima pagina. Meno male che abbiamo meglio da fare, giusto? ;)

Commenti all'articolo

  • Di Truman Burbank (---.---.---.139) 17 novembre 2008 23:20

    A questo punto il folle uomo tacque, e rivolse di nuovo lo sguardo sui suoi ascoltatori: anch’essi tacevano e lo guardavano stupiti. Finalmente gettò a terra la sua lanterna che andò in frantumi e si spense. “Vengo troppo presto – proseguí – non è ancora il mio tempo. Questo enorme avvenimento è ancora per strada e sta facendo il suo cammino: non è ancora arrivato fino alle orecchie degli uomini. Fulmine e tuono vogliono tempo, il lume delle costellazioni vuole tempo, le azioni vogliono tempo, anche dopo essere state compiute, perché siano vedute e ascoltate. Quest’azione è ancora sempre piú lontana da loro delle piú lontane costellazioni: eppure son loro che l’hanno compiuta!”. 


    Mi è tornato in mente il brano qui sopra di Nietzsche nel sentire parlare di blogosfera che era stata uccisa. Sono convinto che ci siano state molte esagerazioni nel pensare che internet avrebbe rivoluzionato la nostra vita. Ciò in qualcuno, magari qualcuno con tendenze religiose, ha provocato forti delusioni, che sono state espresse con parole esagerate.

    La blogosfera è un concetto commerciale, e tutto ciò che è commerciale a volte delude. Se si evita di attribuire al mondo internet virtù salvifiche si potrà vedere che pian piano esso sta cambiando il mondo, quasi mai in base alle previsioni dei guru.

  • Di Bernardo Parrella (---.---.---.90) 18 novembre 2008 00:41
    Bernardo Parrella

    piu’ che "concetto commerciale" la blogosfera mi pare una pratica capace di adattarsi a ogni esigenza e scopo, incluso il business, certo - e come scrivevo nel post, ne esistono talmente tante anime e utilizzi che dichiararla morta (suicida) è po’ come dire che l’homo sapiens sia estinto o poco ci manchi...

    ma è comunque verissimo che internet pian piano sta cambiando il mondo, e il bello, appunto è che lo fa "quasi mai in base alle previsioni dei guru" - anzi, alla faccia loro! ;)

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