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Quel repubblichino di un Dario Fo...

Vi sono anche altre tentazioni di lettura di insieme di questo Novecento. Lo si rappresenta come il conflitto ideale fra grandi principi, fra democrazia e totalitarismo, fra capitalismo e socialismo, fra sviluppo e sottosviluppo. In un modo o nell’altro un conflitto fra Bene e Male. Come non esservi coinvolto se vi si è stati in mezzo? E’ una tentazione facile perchè esonera dall’analisi dei fatti, si galleggia tranquilli in nozioni generiche delle quali non c’è nulla da dimostrare: tutti sanno cos’è la democrazia, cos’è il capitalismo e via dicendo. Nella lettura ideologica del secolo c’è pigrizia, rinuncia a pensare.(Vittorio Foa, Questo Novecento).


Ancora una volta mi trovo ad aprire un articolo citando Vittorio Foa. Il perchè appare ovvio quando si capisce che Vittorio Foa, deceduto, purtroppo, nell’ottobre scorso, fu uno dei fondatori del Partito d’Azione e con esso della resistenza. Nel suo memorabile "Questo Novecento" descrive la resistenza dalla parte di chi l’ha fatta e non di chi la immagina. Descrive l’organizzazione, descrive la macchia, la paura, la prigionia e pone un forte accento sulla solitudine.

Nel 1936 "l’opinione pubblia sosteneva l’aggressione, non ricordo altri momenti di così grande consenso verso il regime ed il suo duce. (...) Non avevo mai verificato uan così pesante caduta del senso di repsonsabilità con l’oscuramento della capacità di giudizio".

Gli italiani hanno un brutto vizio, che forse è congenito, quello di vedersi buoni, di leggersi buoni, di guardare il passato cercando di lavare la propria coscienza con la cenere, in modo che diventi più bianca. In realtà la sicurezza delle proprie forze si trae esclusivamente dalla conoscenza e dall’ammissione di ciò che è stato.
La resistenza è stato un fenomeno di medie proporzioni e di immenso valore. Gli italiani non erano partigiani in massa, non lo erano tutti, anzi, fino a che non ci fu da prendere il pacco "premio" post bellico per i partigiani, questi furono davvero pochi. Ed è comprensibile, non tutti vogliono morire per un ideale, gli italiani poi non sono in prima linea in fatto di coraggio.

I repubblichini non erano due e soprattutto non erano solo fascisti. Siamo abituati a pensare che ai Repubblichini col volto di un La Russa, o al massimo concediamo storicamente Licio Gelli, ma...

Non vi farebbe pensare se vi dicessi, ad esempio, che Dario Fo era militare della Repubblica di Salò?


(come si legge su Wikipedia e non solo: Durante la seconda guerra mondiale si arruolò volontario tra i paracadutisti del Battaglione Azzurro di Tradate nella Repubblica Sociale Italiana. Fo si era arruolato nel battaglione A. Mazzarini della Guardia Nazionale.)

E’ necessario fare all’istante delle distinzioni: prendere oggi le parti della Repubblica di Salò è anacronistico, antistorico, stupidamente patriottico e quanto di più meschino verso una nazione si possa fare. In parole povere è da organismo unicellulare privo di qualsiasi processo neurologico.

Differente è cercare di leggere con attenzione le pagine della storia, e capire cosa sia veramente successo. Non stiamo parlando del signore degli anelli, non è la lotta tra il bene e il male, è storia, sono fatti realmente accaduti.

8 Settembre 1943 Badoglio annuncia la resa dell’Italia. Mussolini era stato catturato e solo dopo verrà liberato e fonderà la Repubblica di Salò. Nel mentre i reali e i generali dell’esercito se vanno incontro alla terra già "liberata" dagli alleati, si mettono in salvo, senza curarsi delle sorti del proprio popolo e dell’esercito che era sparso in battaglioni un po’ ovunque.

A questo punto. Alcuni battaglioni italiani non vengono nemmeno a sapere dell’annuncio e al loro rientro in caserma trovano dei plotoni di esecuzione nazisti. Ad altri il messaggio arriva e decidono di non capitolare, di non saltare su di un altro carro, continuando a combattere al fianco dei nazisti.

Il popolo... il popolo non sa cosa pensare. Deve accogliere gli alleati da invasori o da liberatori?

Proprio per questo al momento in cui Mussolini fonderà la Repubblica di Salò saranno in molti a chiedersi da quale parte stare. La domanda è molto meno semplice di quanto sembri, non è, come si crede oggi, stare dalla parte dei fascisti contro democratici liberatori, è: qual è la mia nazione? Qual è la mia patria?


Alcuni si rispondevano che la patria era quella che era stata fino a un secondo prima, da sempre, la stessa che stava combattendo al fianco dei nazisti, e che era giusto difenderla dall’invasione per poi continuare a lottare per la democrazia.
Altri intravidero una buona occasione per rovesciare definitivamente un regime dittatoriale.

La cosa che dovrebbe fare riflettere è che tra i repubblichini ci sono stati anche dei comunisti. Proprio perchè credevano in un senso storico, o logico se volete, di patria. Non è facilmente comprensibile a tutti questo gioco del passare trotterellando sul carro del vincitore come se nulla fosse.

Non basta.

I Repubblichini erano molti, ma anche perchè la chiamata alle armi nel territorio era perentoria e rastrellava anche individui di età minorenne. Non sono nuovi i racconti di ragazzini di sedici anni chiamati alle armi e morti in battaglia.


Detto tutto questo, io non ho niente in contrario al fatto che i partigiani ed i repubblichini vengano equiparati alla stessa stregua. Io avvaloro con forza la posizione dei partigiani, la dura lotta, la solitudine, ma resto vicino a chi è stato costretto, o a chi credeva che la patria fosse da una parte diversa, la stessa del giorno prima, forse senza porsi tante domande, o forse, ponendosene davvero troppe.

Non è una lotta tra bene e male, è una situazione di caos creato senza alcun senso di reponsabilità dai reali che tenevano solamente a "salvarsi il culo", e che di conseguenza hanno buttato una nazione lacerata dalla guerra allo sbando, con una miriade di punti interrogativi.

E chi quel giorno, come ad esempio Raimondo Vianello, o Ardengo Soffici, o ancora Giovanni Spadolini, futuro presidente del consiglio e seguentemente del senato, ha creduto di appartenere ad un confine, chi ha creduto che l’Italia fosse da una parte, ha sbagliato? Voglio dire, storicamente non ha sbagliato, perchè l’Italia era in guerra contro gli alleati. Si potrà dire che "eticamente" ha sbagliato.
E lì, a quel punto, che io mi fermo.

Perchè io ho la fortuna di essere nato nel 1980, al riparo da guerre su questo suolo, con la sola memoria tramandata oralmente. Non so cosa voglia dire essere in guerra. E non credo di poter nemmeno concepire quali diavolerie possa combinare un apparato italiano nel momento della resa, in un paese travolto dalla guerra.



Ad ogni modo, anche se alcuni di voi non riusciranno ad arrivare in fondo a questo articolo e non leggeranno queste righe conclusive, lode ad Al Dievel, il capitano Diavolo. Lode a Vittorio Foa, e a Galante Garron. Lode a Pertini, e a tutti coloro che hanno cercato, da qualsiasi parte si trovassero, di regalarci un mondo diverso, migliore.

Concludo ancora con Vittorio Foa, con una sua frase che avevi già citato, che sa di augurio e di monito per il nostro futuro:

"Mi è stato chiesto un augurio, anche solo un consiglio. Lo do: è di stare svegli, non abbandonarsi ai sogni. So il valore del mito, so come riesce a dare luce alla vita, anche a farcela capire. Ma non devo accettarlo come autorità che trascende la mia scelta. Può accompagnare la vita, non deve determinarla. Quando scegli non devi sognare, tu sei responsabile."

Commenti all'articolo

  • Di Kocis (---.---.---.119) 15 maggio 2009 23:05

    Caro RICIARD,

    mi permetto di dire che sei troppo giovane, con un’esperienza sui necessari approfondimenti oggettivamente limitata.

    Corri il rischio di fare un gran confusione.
    Del resto gli eventi della storia sono già stati determinati, con un gran scorrere di sangue, anche in Italia, causa il tenace perseguemento della dittatoriale "razza eletta".

    Non hanno proprio per niente difeso la Patria, hanno solamente distrutto il nostro Paese, facendo patire le più tremende pene dell’inferno a tutti gli italiani, e agli europei.

    L’equiparazione c’è già stata, nell’aprile-maggio del 45.
    C’è sempre la giustificazione umana, la pietas, per coloro che giovinetti furono perfidemente strumentalizzati dalle consorterie che prediligevano l’orrore, l’infamia, l’impartizione della morte e delle distruzioni.

    La pietas, però, non ha proprio nulla a che vedere con i valori di democrazia e libertà, da loro negati agli italiani con armi in mano.

    L’ "equiparazione", o meglio l’assoluzione di massa, poi c’è già stata, nel 46 con l’amnistia Togliatti. Tutti uscirono dalle galere o ritornarono dai dorati e profumati asili....come se nulla fosse stato.

    Datti pace

    cordialità

    • Di Riciard (---.---.---.127) 15 maggio 2009 23:14

      Può darsi che i miei quasi 30 anni siano da "troppo giovane", come la tua età non specificata, sia forse da "troppo anziano" per poter rileggere la storia. Mi basta l’opinione del primo tra i partigiani, Vittorio Foa, se l’hai letta, per non darmi torto e darmi pace prima ancora che ci pensi un qualcuno dai commenti di Agoravox.
      Gli approfondimenti, per mia fortuna, li ho fatti con esami su esami all’Università, dove, sempre per mia fortuna, ho studiato anche sotto maestri della storiografia come Paul Ginsborg, ma questo non basta, vedo.
      Meglio rimanere col dente avvelenato e fare di tutte le erbe un fascio, anche se Foa non parla così, anche se esistono lettere dal fronte di comunisti arruolati nelle file di salò.

      Dammi retta, datti pace tu.

      Io non ho bisogno di fare i tuoi distinguo per essere antifascista e di sinistra, lo sono e basta, e molto profondamente.

  • Di dosemidiminuita (---.---.---.132) 16 maggio 2009 17:34

    "Camerata Riciard benvenuto, ferma il passo si scivola bada", faceva così una vecchia canzone fascista. Mi spiace dirtelo, ma il ritornello, il tuo questa volta, è sempre lo stesso. Ci hai spiegato che i cattivi erano solo i reali e che i repubblichini erano dei patrioti. La verità è che gli italiani, quelli come te, si rifiutano di fare i conti con la storia e si finisce che il campo di concentramento di Fossoli non c’era, la risiera di S. Sabba (campo di sterminio) non è mai esistita, e nelle varie stragi (Marzabotto, S. Anna di Stazzema, Onna......) non è vero che spesso c’erano delatori repubblichini che facevano da guide ai reparti delle S:.S.. Tutto questo serve ad assolverci: i cattivi erano i tedeschi noi no, noi siamo "brava gente".
    Per concludere una domanda:" Sei proprio sicuro di essere di sinistra"

    • Di Riciard (---.---.---.6) 16 maggio 2009 18:25

      Che questo articolo fosse coraggioso me lo avevano già confessato amici quando uscì sul mio blog.
      E’ proprio perchè sono fermamente democratico,
      è proprio perchè sono fermamente repubblicano,
      è proprio perchè sono fermamente antifascista,
      è proprio perchè sono fermamente di sinistra,
      che non ho alcun bisogno di dietrologie per leggere la storia. Per me la storia è storia e ciò che c’è stato c’è stato. Io odio i revisionisti. Se mi aveste già letto altre volte queste domande non vi sorgerebbero, ma dai vostri commenti si capisce che, e non è una colpa, non mi avete mai seguito.
      Con questo, si conferma il carattere tutto italiano di attribuire parole a chi non l’ha dette (io il revisionismo, lo sottolineo, lo odio), e di attribuire una valenza maggiore o minore alle opinioni di una persona in base alla nostra conoscenza di essa stessa ed alla sua età.

      Vi rimando ad alcuni articoli scritti in passato, alla luce dei quali, forse, anche voi potrete capire.
      Ne dubito, ma comunque eccoveli qua:

      http://riciardengo.blogspot.com/2008/12/smontare-lideologia-neo-fascista-come.html

      http://riciardengo.blogspot.com/2008/09/una-volta-per-tutte-il-fascismo-e-il.html

      due articoli dei tanti che mi hanno valso l’epiteto di comunista (al contrario di quanto dite voi) e qualche consiglio garbatissimo dai neofascisti, tipo quello di "comprare un negro" per farmi fare alcuni servizi.
      C’è gente che mi odia a giro per il web perchè "troppo di sinistra", io credo solo di avere il coraggio delle mie opinioni, formate su anni di studio e riflessione, e confronto con le persone, con i fatti.
      Se per voi sono di destra, beh, pensate ciò che volete, ma sforzatevi di leggere una volta.

    • Di Ash (---.---.---.185) 28 settembre 2009 00:47

      Belle parole vuote. Il fatto grave non è essere stato repubblichino ma aver nascosto per anni la verità ed aver querelato chi racontava la verità (alla faccia della libertà d’informazione). Bella ipocrisia.

  • Di Ash (---.---.---.185) 28 settembre 2009 00:49

    Mi riferivo a Dario Fo e a quelli come lui, ovviamente.
    Non è grave essersi schierati dalla parte sbagliata da ragazzi. E’ grave nascondere la verità da adulti.

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