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Quanto costa l’innovazione in Campania

Gli enti locali hanno capito che devono aprirsi alle nuove tecnologie per garantire un flusso di trasparenza. Certo è che, se i costi sono come quelli della Regione Campania, forse è meglio desistere...

Da diverso tempo seguo con particolare interesse le nuove possibilità che la tecnologia mette a disposizione dei cittadini e, soprattutto, degli enti pubblici; insomma, temi come l’Open Data, l’e-Government e la Pubblica Amministrazione digitale sono diventati un po' come il pane quotidiano, ragion per cui sostengo con cognizione di causa le tematiche aventi tale di scopo. Perché ritengo che grazie alla digitalizzazione si possano ottenere considerevoli risparmi, di risorse e di tempo, perché è possibile far partecipare sempre più cittadini alla cosa pubblica, perché questo genere d’iniziativa può portare un notevole flusso di trasparenza in modo da rendere finalmente responsabili ed efficienti gran parte degli amministratori pubblici.

La notizia di qualche giorno fa è che la Regione Campania s’è dotata di un nuovo portale istituzionale; e fin qui sarebbe una piacevole novità. Un motivo di apertura ed una ventata di innovazione non guastano mai. Ma la cosa che ha acquistato ancor maggior rilievo, è che il tutto ha comportato una spesa pubblica di 2,8 milioni di euro, ed è una cifra oltremodo sproporzionata per una Regione che sta attraversando notevoli difficoltà anche solo per garantire i servizi essenziali minimi ai cittadini. Basti pensare alle difficili situazioni in cui versano la sanità e il trasporto pubblico campano per rendersi immediatamente conto delle precaria situazione economica, per non parlare delle oltre 1000 istanze di fallimento presentate da aziende campane nel solo 2011 ed un tasso di disoccupazione a livelli record, non solo dell’Italia ma dell’Europa intera.

Ecco perché, anche chi come me, guarda con particolare attenzione l’utilizzo di questi strumenti, non può astenersi dal criticare una simile spesa in periodi delicati come questi. Essere efficienti vuol dire ottenere il massimo con un limitato dispendio di energie, e non come ha pensato di fare la giunta Caldoro, col fine ultimo di dissanguare ancor di più le casse pubbliche della Campania. Un portale aperto alle nuove frontiere tecnologiche, quale ha adottato per esempio il comune di Firenze, non poteva essere portato a termine con svariate centinaia di euro in meno?

Come riporta Dario Salvelli su Fanpage ecco nel dettaglio la spesa per il nuovo portale della Regione Campania.

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