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Povertà minorile: quanti sono i bambini senza...

Secondo il 6° Atlante dell’infanzia (a rischio) “Bambini senza. Origini e coordinate delle povertà minorili”, realizzato da Save the Children, centinaia di migliaia di minori in Italia sono deprivati di una vita dignitosa e delle opportunità per sviluppare i propri talenti.

Nel nostro Paese circa 1 bambino su 20 non può contare su due paia di scarpe l’anno (di cui almeno uno utilizzabile in ogni stagione) e non riceve un pasto proteico al giorno. Quasi 1 su 10 vive in famiglie che non possono permettersi di invitare a casa i suoi amici, festeggiare il suo compleanno, comprargli abiti nuovi, libri non scolastici, mandarlo in gita con la sua classe.

1 su 6 non ha la possibilità di frequentare corsi extrascolastici (musica, sport, ecc.), quasi 1 su 3 di trascorrere almeno una settimana di vacanza lontano da casa. Solo 3 bambini su 10, che frequentano la scuola primaria, hanno il tempo pieno a scuola e nel 40% degli istituti scolastici principali non c’è il servizio mensa.

Spesso le loro ‘performances’ scolastiche sono insufficienti: 1 alunno di quindici anni su 4 non raggiunge il livello minimo di competenze in matematica e 1 su 5 in lettura. Molti bambini poi crescono in un clima di violenza. Si stimano in circa 400.000 i minori vittime di violenza assistita dentro le pareti domestiche. E l’incidenza della povertà assoluta nelle famiglie con almeno un minore è triplicata tra il 2005 e il 2014, passando dal 2,8% all’8,5%, per un totale di oltre 1 milione di bambini colpiti.

Nel Mezzogiorno la povertà assoluta è più estesa – pari al 9,3% contro l’8,3% di famiglie povere assolute al Nord – e riguarda soprattutto famiglie italiane a differenza della povertà al Nord, in crescita nell’ultimo anno, alla quale contribuisce in gran parte il fenomeno migratorio.

A fronte di tale situazione le risorse stanziate per l’infanzia sono esigue e del tutti insufficienti: la spesa sociale nell’area famiglia e minori è molto più bassa della media europea, con 313 euro pro-capite, a fronte di 506 euro in media in Europa e dei 952 euro pro-capite della Germania.

Ma Raffaella Milano, direttore programmi Italia-Europa di Save the Children, rileva che “con la legge di stabilità per la prima volta, seppure con un budget ancora non adeguato, il tema della povertà minorile entra nell’agenda di governo ed è di particolare rilievo la costituzione di un fondo ad hoc sulla povertà educativa.

Speriamo che si garantisca, alla prova dei fatti, un vero rigore nella attuazione di queste misure, con adeguati strumenti di monitoraggio e valutazione di impatto.

Occorre mobilitare su obiettivi comuni il grande patrimonio educativo che comunque fortunatamente c’è nel nostro Paese.

Allo stesso tempo, occorre dare spazio e fiducia ai bambini, ai ragazzi e alle ragazze, affinché possano essere non i fruitori, ma i protagonisti di questo impegno”.

I contenuti del 6° Atlante di Save the Children rappresentano l’ennesima dimostrazione della notevole e crescente diffusione della povertà minorile in Italia, fenomeno oggettivamente sottovalutato e trascurato.

Senza dubbio il fatto che sia stato previsto nella legge di stabilità un fondo per la povertà educativa deve essere valutato positivamente.

Ma l’impegno finanziario per contrastare questa forma di povertà, e più in generale la povertà minorile, dovrebbe essere ben più consistente, se si considerano i dati forniti da Save the Children.

 

Foto: astrid westvang/Flickr

 
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