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Psicologia cognitiva e controllo dei media

 

Da oltre vent'anni studi scientifici hanno dimostrato l'influenza della percezione estetica nella scelta elettorale.

 

Nel lontano 1987 il professore di scienze politiche Shawn W. Rosenberg, dell'Università di Irvine, California, condusse un interessante esperimento di psicologia cognifica, dall'esplicativo titolo The Image and the Vote Manipulating Voters' Preferences, pubblicato sul volume primaverile del 1987 diThe Public Opinion Quarterly.

Concern is often expressed regarding the ability of campaign consultants to shape candidates' images and, thereby, influence electoral outcomes. Despite this concern, little attempt has been made to investigate whether candidates' images can be shaped in a way that affects the vote. Here, we examine the role of nonverbal aspects of candidate presentation on image making and voters' preferences. In a series of three related studies conducted at the time of the 1984 national election, the impact of different photographs of the same candidate is assessed. The results suggest that a candidate's image can be shaped in such a way as to manipulate voters' preferences.
Come si evince dall'abstract della ricerca, lo studio ha tentato di quantificare l'effetto della comunicazione non verbale - nel caso specifico, le fotografie - in termini di spostamento di voti.
 
Per il primo esperimento sono stati presi venti ipotetici candidati, a cui sono state scattate delle foto il più simili possibili: tipo e colori delle foto, abbigliamento dei candidati, posizioni. Per enfatizzare i risultati dell'esperimento, sono stati selezionati i due personaggi più votati ed i due meno votati da una platea di ottanta studenti.
 
Per i quattro candidati rimasti sono state poi scattate ulteriori foto, questa volta in sette pose differenti.
 
Le foto sono state poi allegate ad un questionario contenente domande di apprezzamento politico, allo scopo di valutare e ordinare per ciascun personaggio la fiducia ispirata dalle sue differenti fotografie.
 
Da questo esperimento è emerso che differenti fotografie del medesimo personaggio possono offrire impressioni completamente diverse: in una scala da 0 a 7 la differenza tra le reazioni suscitate dalla foto migliore e quelle evocate dalla foto peggiore era di oltre cinque punti.
 

Le foto utilizzate nella seconda fase
dell'esperimento di Rosenberg

Il secondo esperimento si innestava direttamente sul primo: sono state prese per ciascun candidato la foto migliore e quella peggiore, sono state allegate a dei programmi elettorali e sono state create delle coppie (best A - worst B; best B - worst A; best C - worst D; best D - worst C) per simulare delle vere votazioni.

Il tutto è stato sottoposto ad una platea di centoquattro studenti universitari e, successivamente, a cento cittadini non studenti.
 
I risultati sono indicati nella tabella che segue. I candidati (A - B - C - D) sono stati elencati con caratteri maiuscoli nel caso sia stata usata per essi la foto migliore, con caratteri minuscoli nel caso di utilizzo della foto peggiore. La dicitura (s.u.) indica che il campione era composto dagli studenti universitari, mentre (n.s.u.) simboleggia l'esperimento condotto sui non studenti.

 

Elezione Voti Voti
A - b (s.u.) 31 21
A - b (n.s.u.) 28 22
a - B (s.u.) 18 34
a - B (n.s.u.) 18 32
C - d (s.u.) 25 27
C - d (n.s.u.) 23 27
c - D (s.u.) 16 36
c - D (n.s.u.) 16 34

 

La portata di questo risultato è di assoluto rilievo: malgrado la presenza di un programma elettorale, la differenza a livello di foto ha mosso mediamente circa il 19% dei voti, con un massimo del 25% ed un minimo del 14%, spesso determinando l'esito finale della votazione.
 
L'immagine, la percezione, è quindi un elemento fondamentale nelle competizioni elettorali. Lo era nel 1987 con le fotografie, lo è mille volte di più nel 2010 con la capillarità raggiunta dalla televisione e con l'avvento di Internet.
 
Lo è soprattutto in Italia: il controllo pubblico e privato che il centrodestra berlusconiano ha su diverse reti televisive, svariati quotidiani e periodici, unito ad una disponibilità di spesa pressoché illimitata, sono fattori fondamentali nel forgiare e guidare l'umore di quelle centinaia di migliaia di persone che alla fine costituiscono l'ago della bilancia di ogni competizione elettorale.
 
Chi, a sinistra, si posiziona tra i duri e puri, quelli che vogliono le elezioni subito, quelli che il governo tecnico con Fini lo vedrebbero come un l'estremo inciucio, forse dovrebbe soppesare con maggiore attenzione la propria posizione, perché andare alle urne con questo mix di legge elettorale e squilibrio mediatico - fermo restando che le responsabilità politiche della potenza televisiva del Cavaliere, dal 1985 in poi, sono evidenti - rischia di essere per la sinistra una Caporetto senza alcuna Vittorio Veneto all'orizzonte.

Commenti all'articolo

  • Di Matteo RadioBozen (---.---.---.22) 6 dicembre 2010 14:08
    Matteo RadioBozen

    Penso che non ci sia molto da aggiungere....
    Solo che anche Vendola sta facendo la stessa "marcia mediatica" ed è per questo non così amato dai "compagni" della FdS e viene tacciato di "leaderismo".
    Bisognerebbe chiedersi come fare a sinistra per rinnovare non solo il pensiero (entro certi limiti) ma sopratutto la comunicazione... The medium is the message... Certo, ma poi ci vogliono anche i contenuti altrimenti sarebbero uguali agli altri, insomma cambia il colore ma non il sapore. Io ho una idea di sinistra che si sposa con molte tematiche care alla destra ma credo sia così perchè oggi la destra è egemone (in Italia e nell’Europa che conta) e l’egemonia si determina soprattutto attraverso la creazione (o anche l’imposizione) del discorso, dettando l’agenda. Il problema grave è che la sinistra sembra in certi cambi diventata una forza reazionaria (quelli di sinistra mi perdoninomi questa forzatura) perchè ha esaurito, a livello di percezione di molte persone, quel potenziale emancipatorio creatore di discorso/comunicazione che creava quel legame cosi forte e coerente tra persone di estrazioni sociali e orizzonti differenti (i conflitti non devono mai mancare, devono solo essere regolamentati).
    Insomma la sinistra deve rinnovarsi, deve mostrarsi più accessibile, deve dare la possibilità anche a coloro che non hanno letto "Il Capitale" di avere una percezione globale delle cose e delle dinamiche economiche e poi dar loro anche la possibilità di agire sul territorio. Bisogna ricostruire un senso comune del dove stiamo e del dove vogliamo andare. Ringrazio tutti quelli che lo stanno facendo e, soprattutto, quelli che lottano ogni giorno per risemantizzare parole ormai stuprate come: Democrazia, Popolo, Sovranità, Costituzione, Legalità etc... Ringrazio tutti coloro che fanno qualcosa per non celebrare l’oblio dell’uomo.

  • Di pv21 (---.---.---.44) 6 dicembre 2010 18:26

    Wikileaks > La diplomazia è miope?
    E’ miope quella diplomazia che non ha saputo riconoscere "il miglior Premier degli ultimi 150 anni"?
    Che non ha visto "la star" con cui "tutti i potenti volevano farsi la foto" perchè “è conosciuto come un tycoon" della scena internazionale?
    Che non ha relazionato su quello "statista di rara capacità" che “ha sempre mantenuto tutti gli impegni presi"?
    Forse certa diplomazia è solo impermeabile al Consenso Surrogato di chi è sensibile alla fascinazione mediatica ...

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