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"Pronto, France’?", dialoghi tra Papa Francesco e Gesù nel libro di Massimiliano Ciarrocca

Nelle aziende succede: dai vertici arrivano chiamate e direttive al personale. Allora perché non immaginarlo anche per la chiesa? E' quello che ha fatto Massimiliano Ciarrocca, autore e collaboratore di Zelig e Zelig off con un libro da leggere tutto d’un fiato. L’autore ce ne parla in una interessante intervista esclusiva su AgoraVox Italia.

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Salve Massimiliano, benvenuto su AgoraVox Italia. Con la tua prima fatica letteraria (Pronto, France’, Fazi Editore) sei riuscito ad entrare nelle camere di uno dei poteri più forti in Italia, immaginando situazioni surreali e dissacranti attraverso un Bergoglio che chiacchiera al telefono con il suo datore di lavoro: Gesù! Come nasce l'idea?

L’idea nasce dal fatto che il Vaticano non solo è il potere più forte d’Italia ma è anche l’esatto contrario della chiesa immaginata da Gesù. Volevo fare satira su Bergoglio: il Papa amato da tutti, il Papa innovatore, ma mi serviva un interlocutore valido. La Chiesa ha una costruzione del potere singolare. Si scelgono un leader anziano votato da persone anziane che una volta morto viene sostituito. E’ una monarchia anomala che pone il Papa nella condizione di comando totale, senza ostacoli. E allora mi sono chiesto: chi può mettere in discussione l’operato del Papa? Ho fatto due più due e Gesù mi è sembrato perfetto per la parte.

Gli spunti quando si parla di religione e di Chiesa sono tanti: dal marketing su tv, riviste e quotidiani, all'omofobia (tra dichiarazioni feroci dei prelati contro i matrimoni gay e le sentinelle in piedi), dall'ostruzionismo all'aborto con le obiezioni di coscienza ai preti pedofili, dalle ingerenze in politica ai costi della fede con l'8xmille. La satira trova così spunti infiniti in un ambiente denso di potere e controllo sociale, di cosa parleranno Gesù e Bergoglio nelle loro chiacchierate al telefono? 

Di tutto quello che mi fa arrabbiare e di cui possiamo ridere. Tutti dicono che la Chiesa fa il suo lavoro, che il loro pensiero è quello e sono liberi di manifestarlo. E’ vero. L’unico problema è che a me viene da pensare sempre: “Gesù, cosa avrebbe fatto in questo caso?” La risposta fa quasi sempre ridere. Una donna sceglie l’eutanasia a 29 anni perché ha un cancro al cervello. Il giorno dopo un vescovo dichiara che quella non è una morte dignitosa. Gesù avrebbe detto lo stesso? Io non credo. Mai come ora siamo circondati da leader che innovano solo a parole ma nei fatti poi si perdono. Quando è stato eletto Bergoglio la gente diceva “adesso smantellerà lo IOR” e invece non riesce nemmeno a dare la comunione ai divorziati risposati.

Ci regali qualche assaggio in anteprima?

Vi regalo questi due incipit a cui sono molto affezionato.

PAPA FRANCESCO CHIAMA GESU’ PER LA QUESTIONE DIVORZIATI E RISPOSATI.

“Pronto?”

“Gesù, sono Papa Francesco.”

“Ciao France’.”

“Dormivi?”

“E certo. So’ le nove.”

“Senti, qui siamo tutti pronti per dare il permesso di fare la comunione ai divorziati risposati.”

“Che comunione?”

“In chiesa. Vorremmo permettere ai cristiani in questa condizione di poter fare la comunione.”

“Senti France’, io ieri sera ho fatto tardi. Magari non capisco io. Spiega un po’. Vuoi fa’ fa’ la comunione ai divorziati risposati?”

“Esatto.”

“Ma che sta a succede sulla terra, scusa? Cioè tu me vuoi dì che uno a 10 anni è già sposato, divorziato e risposato?”

[…]

GESU' CHIAMA IL PAPA' PER LA FESTA DEL PAPA'. 

Il giorno della festa del papà Gesù chiama Dio per fargli gli auguri.

«Pronto?».

«Ciao papà! Auguri!».

«Chi è?».

«Io papà».

«Io chi?».

«Gesù!».

«Ah, giusto».

«Auguri allora!».

«Ma è il compleanno mio?».

«No, papà. Oggi è la festa del papà».

«Ah, allora me devo ricorda’ pure io».

«De fa che?».

«De chiama’ papà».

«Tu hai un papà?».

«E certo, scusa, mica so’ un trovatello? Nonno, non te lo ricordi nonno?».

«Ma papà, quale nonno?».

«Nonno Piero. Non te lo ricordi? Ti lasciavo sempre da lui quando eri alto così!».

«No papà. Ti sbagli. Non mi ricordo niente del genere».

«E il tavolino de marmo de nonno Piero? Quello dove facevi colazione in giardino? Manco quello te ricordi?».

«No. Proprio no. Ma poi scusa, tu sei stato generato allora?».

«E certo! E da dove so’ uscito sennò secondo te?».

[…]

Uno degli espedienti per non far parlare della religione è l'innominabilità del sacro (come Voldemort, figure come il Papa o Gesù rappresentano per i credenti coloro-che-non-devono-essere-nominati), hai avuto problemi, tentativi di censure o lamentele in seguito alla tua satira?

In realtà molto poche, me ne aspettavo molte di più. A seguirmi (sembra incredibile a dirsi) ci sono un sacco di cristiani che a Bergoglio e allo sfarzo della chiesa non ci credono per niente e sono arrabbiati per la mancanza dei due ingredienti che fanno della storia di Gesù una storia immortale: la pietà e l’amore per chiunque. Certo, qualcuno ogni tanto si sente offeso, ma questo è un effetto collaterale della satira. La satira colpisce i nostri pregiudizi, ci impaurisce, tocca corde che non vorremmo fossero toccate. In genere lascio i commenti anche di chi non è d’accordo, a meno che non siano offensivi e gratuiti. Essere contro va bene, l’importante è argomentare.

Parliamo un po' di te: la vena ironica accompagna la tua vita da sempre? Come hai capito di avere questa abilità e come l'hai alimentata?

Ho sempre fatto ridere molto a parole. Sono uno di quelli che porta le persone alle lacrime facendo battute, ma questa vena in qualche modo non usciva mai dalla mia scrittura che era diversa, triste, nostalgica. Poi l’anno scorso è arrivato un periodo difficile di quelli senza scampo che mi ha investito con tutta la sua forza rimettendo in discussione la mia vita e le mie credenze. E’ stato un periodo lungo, mesi in cui l’unico modo per evadere era scrivere. Ho sentito il bisogno fisico di far ridere le persone in un modo o nell’altro e ho trovato la strada pubblicando su Facebook i miei dialoghi e i pezzi comici. Magari raccontavo quello che mi stava succedendo in chiave comica. E’ stato vitale e adesso eccomi qua.

Da collaboratore di Zelig puoi raccontarci il back stage di uno degli ambienti più goliardici del panorama mediatico: che atmosfera si respira su quel palco e dietro le quinte?

Stiamo lavorando ancora per portare i pezzi a Zelig Off, gradino primario per poter accedere a Zelig. Vogliamo portare bei pezzi che facciano ridere davvero e che raccontino un po’ i vizi e le virtù degli attori italiani alle prese con la miseria di molte produzioni. Quello che abbiamo scritto piace ma ci vorrà ancora un po’. Quello che ho imparato in questi anni è che la pazienza è la virtù degli autori.

Quali comici ti divertono di più e quali sono quelli che pensi possano avere ancora potenzialità da sviluppare?

Io amo la satira che dalla TV italiana è un po’ scomparsa. Sono orfano come tanti altri dei Guzzanti, dei Luttazzi e del gruppo che per intenderci ci regalava quelle trasmissioni storiche come Avanzi. Mi piace Crozza, anche se vorrei vederlo affondare di più la lama nella piaga dei problemi italiani che sono tanti.

E tra gli autori in libreria c'è qualche nome che consiglieresti ai lettori di AgoraVox?

A parte De Lillo, Flaiano e Luttazzi che sono quanto di meglio io abbia mai letto, c’è un autore americano che non ci dovremmo perdere ed è Sam Lipsyte. Il suo miglior libro è “Chiedi e ti sarà tolto”, un bellissimo romanzo, ironico e cinico al punto giusto.

Termometro politico: un ventennio di berlusconismo, adesso il renzismo. Come immagini un’ipotetica chiamata tra Renzi e il suo datore di lavoro?

Tutti pensano che Renzi e Berlusconi abbiano un patto segreto. La mia sensazione invece è che Renzi punti ostinatamente a qualcosa di molto confuso e opinabile che sta spiazzando tutti. Il Berlusconismo non è finito non perché Berlusconi stia ancora lì, ma perché noi siamo ancora qui. L’Italia ha sempre avuto bisogno di leader farlocchi e al tempo stesso tenaci. In quest’ottica immagino che il datore di lavoro di Renzi sia il suo psichiatra.

“Allora, Matteo. Com’è andata questa settimana?”

“Dottore, benissimo. Abbiamo incassato la fiducia! Ma la prossima settimana ho intenzione di approvare la legge elettorale, la legge sull’autoriciclaggio, la riforma della scuola, la riforma del senato, l’abolizione delle regioni, la legge sul femminicidio e poi…”

“Va bene. Adesso calmati, Matteo. Stai prendendo le medicine?”

“Sì, dottore.”

“Beh, credo sia arrivato il momento di raddoppiare le dosi.”

“Ma io mi sento così bene!”

“Appunto.”

Eheheheh.. gustosa! Dove trovarti on-line?

La mia pagina Facebook è piena di pezzi divertenti. E poi c’è il canale youtube dove si trovano i miei pezzi recitati da attori bravissimi di un gruppo teatrale che si chiama Pedigrì: Tiziano Scrocca, Josafat Vagni e Giuseppe Ragone.

Prossimi appuntamenti che ti riguardano e che vuoi condividere con AgoraVox?

C’è il calendario delle attività legate al libro:

6 dicembre: ore 17.00 Sala Rubino Papa Francesco come non l’avete mai sentito (nel vero senso della parola). Presentazione del libro. Intervengono l’autore, Paolo Restuccia (regista del Ruggito del Coniglio) ed Enrico Valenzi Con letture di Giuseppe Ragone, Tiziano Scrocca e Josafat Vagni.

8 dicembre: Fiera della piccola e media editoria, sala Rubino alle ore 17.00, presentazione del libro e reading dei testi a cura dei tre attori di Pedigrì: Giuseppe Ragone, Tiziano Scrocca e Josafat Vagni. Ci sarò io, Paolo Restuccia (regista del Ruggito del Coniglio) ed Enrico Valenzi.

- 13 dicembre: “Pronto, France’?” sbarca in teatro alla Fonderia delle Arti in via Assisi a Roma. Tutti i dialoghi recitati da Tiziano Scrocca, Josafat Vagni e Giuseppe Ragone;

- 20 dicembre: sarò all’Auchan di Parco Leonardo di Roma a firmare le copie del libro.

- 27 dicembre: sarò alla libreria Ubik di Lucca a presentare il libro e firmare le copie.

Appuntamento in giro per l’Italia, allora, e soprattutto in libreria con “Pronto, France’?”, a presto!

Grazie, a presto!

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