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Profumo di ipocrisia

L’era di Profumo, amministratore delegato Unicredit, giunge al termine. Ma ciò che è interessante non è tanto questo fatto, quanto piuttosto il coro di sdegno che sale dalla sinistra e persino, guarda, guarda, dai finiani.

Al telegiornale di Rai 3 ho sentito un'apologia di Profumo e preoccupazione per le mire leghiste volte a occupare il potere bancario. Ma quanta ipocrisia, caro TG3. Che qualità dell'informazione, cara Telekabul!

Il caro Profumo era espressione del centro sinistra e lo sapevano tutti. Notorio è il quadretto comico dei manager milianesi dell'Unicredit facenti a gara per dimostrare la loro affiliazione ai Ds prima e al PD poi, il tutto per compiacere e assecondare la benevolenza di un amministratore delegato da operetta. E questo tanto per parlare dell'occupazione partitica denunciata da "cime" come Fassina & Co.

Quanto poi alla qualità di Profumo come manager, decantata dal Tg3, c'è solo una cosa da dire: non è così. Profumo ha guidato in modo pessimo l'Unicredit risultante dalla fusione di alcune fra le migliori e maggiori banche italiane. La sua gestione è stata caratterizzata da una dissenata frenesia ad acquisire nuove banche in Italia e all'estero. Per finire con la disastrosa acquisizione della Banca di Roma. Per non parlare poi della spinta e del marketing sui prodotti derivati, offerti ai clienti corporate e non. La vendita di questi prodotti nefasti ha poi raggiunto il suo culmine con il loro utilizzo da parte dei comuni, provincie e regioni per coprire buchi di bilancio e trasferire il debito nel futuro. L'Unicredit in tutto questo è stata la principale banca sullo scenario italiano.

Risultato di questa gestione quindi? Titolo a picco e distruzione di valore per gli azionisti. Ma non solo: oggi l'Unicredit è una banca sottocapitalizzata anche dopo tutti gli ultimi aumenti di capitale fatti più o meno in sordina e con un titolo ai minimi termini. Per recuperare la patrimonializzazione necessaria a soddisfare i nuovi criteri di Basilea passeranno anni prima di poter distribuire un dividendo significativo. Sempre che non emergano nuovi scheletri dall'armadio. E il livello di soddisfazione della clientela Unicredit è una delle più basse del comparto.

E allora Rai3 che ci viene a raccontare? Che Profumo è un grande banchiere? Che è indipendente dalla politica? Ma che grandiosa faccia tosta! E comunque sono in buona compagnia, visto che il finiano Barbareschi vede con le dimissioni di Profumo il declino dell'Italia. Perbacco! Niente meno. E ce lo dice uno che piazzava filmetti alla Rai assieme a Bocchino e alla suocera di Fini. Grandioso veramente.

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