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Professionisti del ricatto

Non cambieranno mai, ce l’hanno nel sangue. Ieri mattina, dopo giorni e giorni di rumors rilanciati da compiacenti mezzi di stampa, il Segretario dell’Udc del Friuli-Venezia Giulia (qui alleato con PdL e Lega), Angelo Compagnon, ha messo le cose in chiaro a proposito del probabile trasferimento di Eluana Englaro a Udine: “Premesso il massimo rispetto per la questione drammatica e personale della famiglia, qui in Friuli abbiamo dei valori irrinunciabili. Io attendo i fatti poi deciderò, da segretario regionale del partito, che cosa fare e come comportarmi. Il solito ricatto democristiano, la solita manfrina di chi vuole stare perennemente al centro della scena. La solita sceneggiata patetica che mette in primo piano miseri interessi di bottega rispetto ad un dramma umano come quello di Eluana e di suo papà Beppino.

La vicenda è nota: il Governatore del Friuli-Venezia Giulia, Renzo Tondo, ex socialista e laico, ha scelto la via del basso profilo, rimanendo in stretto contatto con il padre della ragazza e dando la propria disponibilità affinché Eluana possa mettere fine alle proprie sofferenze, riacquisendo la dignità che le spetta, in una delle strutture sanitarie della Regione. Apriti cielo: alleati e gerarchie cattoliche hanno iniziato a sparare sul Governatore, minacciando l’Apocalisse e la caduta della Giunta regionale in carica dallo scorso aprile, nel caso in cui Tondo non avesse ritrattato. Se il Pdl, magari con qualche mal di pancia, si è alla fine schierato con il Presidente della Giunta, dai casiniani sono arrivati i moniti, con l’appoggio dell’Arcivescovo di Udine, che ha indirizzato una lettera a tutta la diocesi che amministra. Gli stessi sacerdoti udinesi si sono però divisi in merito a tale lettera, la cui lettura era stata “consigliata”: molti si sono rifiutati di parlare del caso durante le messe della domenica, altri ne hanno letto solo alcuni spezzoni (come in Duomo).



C’è la volontà di stendere un velo su tutta la vicenda, in segno di rispetto per quella moratoria richiesta da Beppino Englaro e, soprattutto, per rispettare il dolore profondo che quest’uomo ha provato in anni e anni di battaglie per la figlia. Un silenzio doveroso e auspicabile, nella speranza che anche i professionisti del ricatto politico si decidano, una buona volta, a tacere.

Sarà meglio per tutti, anche per loro. Eviterebbero di farla fuori dal vaso, per l’ennesima volta.

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