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Primarie a go-go

Nel mondo politico la moda del momento, oltre le feste in stile 'neo-classico', è il lancio delle primarie. Ogni problema può essere risolto semplicemente con le primarie, destra, sinistra, centro oramai tutti pensano di aver trovato la soluzione ai loro problemi. Ma non è così, non in Italia con un sistema parlamentare violentato da una legge elettorale indecente.

Fino a qualche tempo fa l'unica possibilità di salvezza era affidare tutto ai 'tecnici', ora visto che anche i 'professori' qualche volta sbagliano, si è pensato che è arrivato il momento per tornare alla politica. Molti pensano che visto che la classe politica attuale non va bene, perché corrotta fino al midollo, le primarie risolveranno questo problema. Le primarie possono essere un utile strumento, ma per un altro motivo, che vedremo fra poco, per selezionare una classe politica onesta ci vuole soprattutto dirittura morale, un partito, più o meno strutturato che sia, non potrà indire primarie per selezionare ogni singolo membro del partito. Perché a differenza di quello che dice Grillo, sono d'accordo che non è più il tempo dei partiti carrozzone stile DC o PCI ma un minimo di organizzazione e struttura ci vuole

Visto che ci piace sempre fare gli esterofili, non mi pare che in Germania, in Francia, in Inghilterra non ci siano partiti strutturati. Altrimenti avremo primarie, per il tesoriere, il responsabile organizzativo, i delegati regionali, le segretarie fino agli autisti. Tra l'altro Grillo la sua struttura ce l'ha, piccola ma ce l'ha ed è la Casaleggio & Associati, altrimenti il blog chi lo manda avanti, e il camper? Quindi le primarie non servono per rendere i politici più onesti. E allora a cosa servono? Pazientate un attimo ancora e permettetemi un passo indietro di qualche anno. Oggi siamo abituati ai partiti 'one-man show', ma nel passato all'interno dei partiti c'erano cambiamenti che avvenivano durante i congressi, dove due o più membri del partito portavano un loro programma e i delegati votavano chi sarebbe stato il segretario

Oggi ci si è resi conto che per una maggior democrazia all'interno dei partiti, l'elezione del segretario, e del suo programma, sarebbe meglio farla tramite le primarie quindi con una base più ampia. Devo dare atto al PD che fino ad oggi è l'unico ad aver intrapreso questa strada che mi sembra quella più giusta. Qualche dubbio invece ce l'ho quando passiamo alle cosiddette primarie di coalizione, cioè quando per selezionare un candidato Sindaco, Presidente di Regione, fino al Presidente del Consiglio si voglia usare questo strumento.



Abbiamo visto in concreto, soprattutto nel centrosinistra, che il PD non è riuscito a imporre il suo candidato ma a Milano ha vinto Pisapia (proposto da SEL), a Genova Doria (di SEL), a Napoli De Magistris (IDV), a Palermo Orlando (IDV). Fra l'altro quest'ultimi hanno preso anche le distanze dai partiti di provenienza. Io per esempio, non riesco a capire come si possa conciliare il programma di un Sindaco proveniente da un partito del 6-7%, con le idee di un partito tipo il PD che ne vale quasi il 30% che lo sostiene? Ora passi che a livello locale si possa fare, secondo me è impossibile ripeterlo a livello nazionale? A livello nazionale, occorre occuparsi di tante cose, politica fiscale, industriale, internazionale, ecc, come può un premier proveniente da SeL o IDV riuscire a conciliare le sue idee con quelle dei parlamentari del PD che sarebbero la maggioranza nella sua coalizione? E qui l'errore è macroscopico e parte da un errore di fondo, ovvero quello di prendere un pezzo da ogni sistema politico-istituzionale esistente nel mondo, fare un bel mix e tirar fuori la soluzione, che come al solito risulta pasticciata.

Il nostro sistema è un sistema parlamentare, violentato da varie leggi elettorali, ma sempre parlamentare rimane, infatti pur cadendo Berlusconi non siamo andati alle elezioni ma il Presidente della Repubblica ha dato l'incarico a Monti. Possiamo pure stabilire con le primarie che il candidato premier sia Renzi o Vendola, ma se poi la maggioranza non regge torniamo punto e a capo. Quindi finché non cambieremo sistema, ad esempio come un semipresidenzialismo alla francese ed elezioni a doppio turno, le primarie non hanno senso. E veniamo a Renzi, qui il problema, secondo me, è che il Sindaco di Firenze sta saltando un passaggio, cioè si sta candidando premier ancor prima di aver conquistato la leadership del suo partito. Infatti lui parla agli elettori delusi del PDL, ma questo vale per le elezioni politiche prima dovrebbe conquistare il suo partito/elettorato, altrimenti farà la fine di Prodi, con i franchi tiratori subito in agguato.


Infine da come hanno impostato queste primarie, ripeto, ancora non si capisce se di partito o di coalizione, si parte dalla certezza che il centrosinistra vinca le elezioni e ci sia solo da decidere il candidato premier. Quindi si potrebbe arrivare alla situazione in cui Renzi vinca le primarie, e quindi si sente investito della candidatura alla premiership, senza però sentirsi il segretario del PD. E se per caso non vincesse le elezioni e debba scendere a patti con Casini, Sel, Grillo, IDV o altri, è pronto a un governo di coalizione? Oppure direbbe, no, no io vengo solo per fare il premier il segretario del PD può farlo Bersani.

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