• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Volevo una casetta piccolina a Monteca’

Volevo una casetta piccolina a Monteca’

Una casetta nel Principato di Monaco è più attraente di una casetta in Canada, vuoi per la vicinanza all'Italia, vuoi per la bella gente che la frequenta, vuoi per le tasse decisamente molto light. Si riapre il tormentone della casa di Montecarlo erditata da AN e venduta a una società off-shore a un prezzo non di mercato. Dopo Giornale e Libero è l'ora dell'Espresso e del Fatto Quotidiano, riparte la macchina del fango o avremo novità scottanti?

Avete sicuramente capito che sto parlando della casa di Montecarlo dove viveva in affitto il cognato di Fini e che una campagna mediatica, scatenata da Il Giornale e da Libero, gliene attribuiva la proprietà, anche se ufficialmente risultava di proprietà di una società off-shore.

Molti dubitavano che fosse solo un scoop giornalistico, tutti pensavano a una manovra politica, visto il fresco divorzio politico da Berlusconi. Storace intentò una causa, in quanto l'appartamento donato da una nobildonna ad AN non era stato venduto al prezzo giusto, la causa è stata archiviata dal Tribunale di Roma.

Fini inviò anche un video messaggio dichiarando di non essere il proprietario. Dichiarò altresì che se fosse emerso che qualche suo parente era coinvolto si sarebbe dimesso. Dopo un po' di tempo uscirono fuori anche delle carte dai Paesi caraibici dove risultavano domiciliate le società off-shore, legali proprietarie dell'immobile. Carte che secondo una lettera di Lavitola sarebbero state scovate ad hoc su mandato di Berlusconi per distruggere politicamente il 'traditore'.

A tal proposito Fini dalla Gruber diede del 'corruttore' al Cavaliere, che subito minacciò querelle. L'altro giorno dalle indagini sul re del Poker in esilio Francesco Corallo sembrano emergere nuovi indizi sul fatto che le due società siano riconducibili a Tulliani.

La cosa divertente è che oggi a scatenare la campagna mediatica sono L'Espresso e Il Fatto, che a suo tempo, soprattutto il settimanale, avevano condannato la macchina del 'fango' messa in piedi dai giornali vicini a Berlusconi.

E poi dicono che i giornali non fanno politica, Libero e Il Giornale potevano anche aver ragione ma la componente politica della campagna non si può nascondere, volevano distruggere Fini politicamente per disinnescare la bomba FLI e la fuoriuscita di parlamentari dalla maggioranza. Oggi che Fini non serve più per abbattere Berlusconi al Fatto ma soprattutto all'Espresso, la campagna scatenata non sembra più una 'macchina del fango'.

In ogni caso questa storia, che sembra scritta dai sceneggiatori di Beatiful, non avrà nessun risvolto per un semplice motivo, se pure fosse vera tutta questa storia non troverete mai la 'pistola fumante' perché non troverete mai nessun Paradiso fiscale che voglia mettere a repentaglio il proprio Pil, comunicando chi è il portatore delle azioni delle due società off-shore o il beneficiario finale.

Fateci caso quando ci sono inchieste giudiziarie, i giudici tramite le rogatorie riescono a ricostruire i movimenti di denaro (ricordate Falcone: "seguire sempre i soldi") ma mai chi c'è dietro questo tipo di società. Se si va alle Cayman o si costituisce un Trust lo si fa perché è praticamente blindato. Quindi nelle prossime settimane aspettatevi tante chiacchiere ma nessuna prova, solo la parola di uno contro quella di un altro.

Come diceva De Niro (Al Capone) in uno splendido film: ''Sei solo chiacchiere e distintivo''.
Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares