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Primarie: l’élite del PD deve rispettare gli elettori

A Napoli vince Andrea Cozzolino. Il giovane europarlamentare stacca Umberto Ranieri, il candidato sostenuto da tutto l'establishment del PD, di circa 1200 voti, sovvertendo tutti i pronostici della vigilia che erano volevano il professore di stanza a Roma aggiudicarsi la competizione.

Cozzolino ha riportato 16.358 voti (il 37,3% delle preferenze), Umberto Ranieri, secondo con 15.137 (34,6%). Seguono Libero Mancuso di Sinistra e Libertà con poco meno di 7.000 preferenze (15,8%) e Nicola Oddati al 12,1% con circa 5300 voti.

Le prime dichiarazioni rese dallo stesso Cozzolino sono state: “mi muoverò in modo unitario con tutte le forze della coalizione e della società civile per dare a Napoli un progetto capace di aprire una fase nuova”-

La partecipazione è stata elevata con quasi 45.000 votanti, diecimila in più di quando si votò per designare la candidatura di Romano Prodi a premier nel 2006.

Ma non sono mancati le accuse di brogli da parte di tutti i candidati. Accuse di cui nessuno ha prova e che sembrano il classico sasso nello stagno, fatte, più, per cercare di gettare all’aria il tavolo delle primarie. Una linea chiara tracciata dal duo Bersani-D’Alema che vuole deleggittimare questo strumento democratico, soprattutto, nei casi in cui non sia il candidato sostenuto dall’apparato del partito a vincere.

Forse l’errore è stato quello di puntare su un 63enne pensionato della politica come “nuovo”. Ranieri è un politico degno di stima ma che non ha mai avuto un’esperienza amministrativa locale (è stato “solo” onorevole, senatore e sottosegretario dello stesso D’Alema). Una mancanza di “contatto” con la cittadinanza - testimoniata dal fatto che abbia chiuso la sua campagna elettorale nel luogo più radical-intellettuale della città l'Istituto degli Studi Filosofici - che ha cercato di colmare circondandosi di vecchi ras dell’amministrazione bassoliniana, primo fra tutti Massimo Paolucci, suo braccio destro in campagna elettorale, ma già Assessore bassoliniano e subcommissario all’emergenza rifiuti proprio sotto l’ex governatore. Questo era il nuovo che si auspicava per Napoli?

Per il PD una scelta che non ha pagato. Scegliere un docente universitario anziano che da anni è lontano da Napoli è stato un autogoal. Stesso autogoal compiuto da SeL che ha candidato Libero Mancuso, un settantenne che manca da Napoli dagli anni ’80.

E’ stato, quindi, quasi facile per Andrea Cozzolino ricostruirsi il consenso (non dimentichiamoci che solo due anni fa aveva ottenuto 150mila preferenze alle Europee come capolista del PD nel sud), riallacciare i legami che aveva costruito nel corso della sua esperienza di assessore regionale (fu lui, ad esempio, a portare la notte bianca a Napoli).

Ma il PD non ha accettato l’esito elettorale e si è arroccato dietro al grido: “imbroglio”, mentre il segretario provinciale di SeL accettava il dato delle une.

Il PD non dovrebbe, attraverso i proclami di presunti brogli, cercare di colpire lo strumento primarie. La divisione tra l’establishment napoletano e la “base” è tutta in questa frase di Pasquale Esposito segretario della sezione di Secondigliano del PD (pubblicata su FB): “sono il segretario del circolo di Secondigliano, li è stata davvero una bella giornata democratica chiedetelo ai rappresentanti di lista e scrutatori di tutti i candidati, lì la gente ha premiato la vicinanza di Cozzolino che da anni conosce per nome quasi tutti gli iscritti del circolo e bocciato Umberto che lì è nato e da anni non si vedeva, non vi permetto di infangare una bellissima partecipazione, anche Ranieri ha votato nel mio circolo e vi ricordo un altro dato, primarie fondative PD 2007: candidati nel colleggio di Secondigliano per l'assemblea nazionale Ranieri che prese 80 voti e Cozzolino che ne prese 800, quindi...”.

Una frase che combatte con il razzismo che vede gli elettori dell'area nord di Napoli orientabili, livellando tutto verso il basso, verso un qualunquismo che non serve alla città. Un qualunquismo che indica Secondigliano, Miano o Scampia come una "feccia". 

La contestazione più aspra è, però, venuta dai sostenitori di Nicola Oddati: Corrado Gabriele e la sua collega Angela Cortese, una contestazione "strumentale" poiché vede un candidato assessore uscente, in carica per 10 anni al Comune di Napoli (con deleghe a lavoro, piano strategico, attività produttive, culturam mobilità), già al vertice del comitato per Forum delle Culture a Napoli e, in più sostenuto da due ex assessori (Corrado Gabriele e Angela Cortese) incapace di aumentare la sua base elettorale, ottendendo solo ottocento voti in più rispetto alle precedenti elezioni.

Una situazione che non viene affrontata con il dialogo ma con un rancore da stadio in cui sostenitori dei candidati perdenti odiano il candidato vincente. Una situazione in cui possono leggere comunicati "distorti", che indicano Cozzolino vincitore solo a Secondigliano e Miano (mentre ha vinto in 14 quartieri su 29). Una situazione paradossale in cui si scontra un vertice del partito staccato dalla base. Una situazione di distacco dall'elettorato che il PD farebbe bene ad analizzare prima di gridare all’imbroglio o allo scandalo... 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.233) 24 gennaio 2011 16:27

    Cari amici di AV,

    questo articolo, con tutto il rispetto e l’ammirazione per il lavoro sin qui da voi svolto, è estremamente discutibile. Che non ci siano prove di brogli, a meno di 24 ore dal voto, è semplicemente ovvio. Ma se chi ha scritto l’articolo avesse vissuto da Napoli la campagna elettorale di questi mesi diciamo che... ehm... qualche elemento in più sulla questione brogli l’avrebbe ottenuta.
    In tutta franchezza, detto da uno che non ha votato nessuno dei candidati, mi risulta che solo Libero Mancuso e Umberto Ranieri, tra i candidati, non abbiano dato vita a sistemi molto discutibili di compravendita o scambio di voti.
    Cozzolino, naturalmente, consapevoli del suo pedigree politico, è additato dai più come il peggiore. E probabilmente non si va lontano dal vero. Oddati ha promesso qualcosa al mondo della cultura, e naturalmente siccome la cultura in questa città è appannaggio di pochi, l’han votato in pochi.
    Bisognerebbe infatti chiedere a Cozzolino delle pratiche diffuse in questi giorni di voti richiesti dai proprietari di vari centri di sanità privata (che per 15 anni hanno sostenuto Bassolino, poi l’anno scorso sono passati improvvisamente con il centrodestra) ai loro dipendenti, ai familiari dei loro dipendenti, in cambio di assicurazione sul proprio posto di lavoro. La prova richiesta, naturalmente, le ricevute dei voti in quel determinato seggio. L’han fatto i sostenitori di Cozzolino, alcuni qualificati personaggi che lo sostengono. Di questo, prima di scrivere un articolo del genere, che san tifica una vittoria ottenuta da un uomo da sempre tra i più potenti della regione, bisognerebbe tenere conto.
    Saluti,
    Peppe Di Lauro
  • Di Francesco Raiola (---.---.---.64) 24 gennaio 2011 16:53
    Francesco Raiola

    Caro Peppe, prima di tutto grazie per il commento. Come hai potuto vedere questo pezzo è in doppia apertura con un altro che ha una parte fortemente critica nei confronti di Cozzolino. AgoraVox è composta da tante voci, alcune che ci trovano d’accordo e altre meno. A te non ti trova d’accordo, ma è anche vero che sono in tanti i voti che Cozzolino ha preso, quindi qualcuno la pensa in maniera diversa. In più l’articolo non nasconde le polemiche (oblio che tanti media usano come strumento politico), ma dà un proprio punto di vista (e chi dice che chi ha scritto l’articolo non sia uno "del territorio"?). Crediamo che una delle cose belle di AV sia la varietà di punti di vista, e questa doppia apertura ne è una dimostrazione. La politica editoriale, come abbiamo più volte scritto, non è decisa in maniera piramidale, ma, come l’agenda dei fatti rilevanti, la create voi che scrivete, leggete, commentate e votate gli articoli. 

    Grazie ancora per il commento e soprattutto per la sua civiltà pur nella durezza della sostanza.
    Francesco

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