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Il New Yorker lancia Strongbox, una piattaforma per mandare i propri leaks anonimi

Chiamarlo NewYorkerLeaks sarebbe forse il modo più banale per approcciarsi alla cosa, ma l'annuncio del New Yorker di una piattaforma per mandare i propri leaks in maniera anonima rimanda automaticamente a anni di cable e all'ormai famoso/famigerato WikiLeaks.

Il nuovo nato in casa New Yorker si chiama Strongbox ed è un “luogo online a cui la gente può mandare documenti e messaggi al magazine e noi, in cambio, offriamo un grado ragionevole di anonimato”, come lo descrivono direttamente dalla rivista. La piattaforma nasce da un'idea di Aaron Swartz, programmatore e attivista per la libertà d'espressione in rete, suicidatosi lo scorso gennaio e Kevin Poulsen (che racconta qui il suo incontro con Swartz e la nascita di questa idea, come si è concretizzata e quale è stato il lavoro di Swartz, fino ai dubbi dopo la morte dell'attivista e la decisione di legarsi al New Yorker).

Strongbox si avvarrà di DeadDrop, il software creato dallo stesso Swartz per permettere agli organi d'informazione e non solo, di creare un drop box per le fonti. Insomma il New Yorker presenta questa piattaforma per le fonti come la naturale evoluzione di quella che nacque come posta, proseguì come telefonata per approdare alle mail, ovvero i mezzi con cui le fonti inviavano materiali ai giornali.

Ma questi ultimi anni ci hanno insegnato che le fonti possono essere tracciate e rischiare sempre di più, come nel caso Mannings/WikiLeaks che ne è un esempio lampante, dunque c'è bisogno di maggiore anonimato e protezione.

Per sapere come funziona, la rivista americana ha creato questo grafico

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