• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > Previdenza, disinformazione continua per distruggere il sìstema (...)

Previdenza, disinformazione continua per distruggere il sìstema pubblico

La disinformazione sistematica, alcune parole chiave usate come sistema di sviamento dell'attenzione, la propalazione di informazione non controllate, permettono, a chi ha deciso di distruggere i sistemi previdenziali pubblici per appropiarsi delle risorse, di condurre politiche di tagli e di impoverimento, al riparo di false informazione e con sistemi di colpevolizzazione delle vittime.

Qui trattiamo del famoso indicatore catastrofistico delle pensioni, l'attesa o speranza di vita.

Questo capitalismo liberista in crisi vuole appropiarsi di tutte le risorse che nel tempo erano state spostate verso i lavoratori ed il popolo, per gestirle in prima persona e privatizzarle, e per ridurre la quota di ricchezza nazionale ed internazionale oggi utilizzata nei sistemi pubblici di sicurezza sociale.

Per farlo deve usare la disinformazione continua, colpevolizzare i soggetti percettori di redditi pubblici, mistificare i dati, distrarre, adoperare predicatori di sventure future, e rubare di soppiatto attraverso una legislazione che renda accettabile alle vittime il sacrificio loro imposto.

Cominciamo dal sistema pensionistico, e dal mantra più ripetuto: si deve alzare l'età pensionabile e ridurre le pensioni, perché la "speranza di vita" è cresciuta in modo vertiginoso, e quindi ci saranno troppi pensionati da mantenere nel tempo.

Ciò è solo una parziale e non confermata notizia, rispetto a tutti i dati che servono per verificare l'equilibrio di un sistema pensionistico. Riflettiamo sul fatto che l'INPS ha un enorme attivo patrimoniale (60 miliardi, per un bilancio in attivo ormai continuamente dal 2000), nonostante che debba pagare anche i disastri delle pensioni dei Dirigenti, degli Elettrici, Autoferrotranvieri, Telefonici, e dei Commercianti, Artigiani e Coltivatori diretti. Infatti sono i lavoratori dipendenti, nella Gestione specifica Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, e nella gestione Prestazioni Temporanee, che accumulano enormi attivi, che poi vengono scremati per pagare i deficit degli autonomi, e delle ricche categorie che abbiamo detto. I sindacati non possono dire nulla in materia, la loro è una politica basata sulle categorie, e quindi non possono aprire dibattiti all'interno con i potenti elettrici o autoferrotranvieri. Gli autonomi versano basse quote contributive (effettivamente il loro contributo è il 20 % contro il 33 dei dipendenti, ma di fatto il contributo medio di un lavoratore autonomo, risulta essere la metà del dipendente), prendono pensioni medio basse, ma restano in deficit e vedono la loro gestione risanata automaticamente dall'attivo delle casse dei lavoratori dipendenti. Ovviamente tutti zitti, questo dato non entra nelle dotte analisi dei professionisti predicatori di sventure previdenziali.

Gli altri dati da esaminare per definire l'equilibrio delle gestioni previdenziali, sono 1. il tasso di natalità, 2. il tasso di emigrazione/immigrazione,3. i dati sulla struttura della popolazione, attuale e prevista, sulla base di previsioni.

Il tasso di natalità in Italia, che non fa politiche per le donne e per i bambini, anzi le ostacola, è molto basso, attorno all 1,4%, per donna fertile, e non consentirebbe il mantenimento dell'equilibrio. Entra qui in funzione il secondo aspetto, l'immigrazione, che non solo ha colmato i vuoti delle culle italiane degli anni scorsi, ma comincia a produrre nuova natalità. Il risultato, come terzo elemento fa si che nella struttura della popolazione italiana, le persone in attività lavorativa (le classi 25/29 anni, 30/35, 35/40 ecc...) siano ben numerose, e che le classi di anziani nelle età 80/85, 85/90,90/95, siano così rarefatte, in relazione, che il loro mantenimento non è affatto così costoso per il sistema. Ecco l'attivo INPS. Dispiacerà a qualcuno, ma si deve sapere che per fare un uomo o una donna di 25 anni, capace di lavorare, integrarsi, socializzare, riprodursi, occorre che la società spenda e si organizzi; l'immigrazione ci ha portato e ci porta gratis, a scapito dei paesi di provenienza, milioni di giovani, adatti a produrre e a riprodursi. La ricchezza da loro generata, e la loro semplice presenza nelle tavole demografiche, portano in equilibrio, fra l'altro, il sistema pensionistico, ma non solo: generano previsioni di equilibrio del sistema, laddove la bassa natalità, avrebbe sconvolto l'equilibrio della società.

Per gli statali, dove non c'è accumulo contributivo, la spesa pensionistica non è così elevata, e con le ultime riforme, hanno praticamente ridotto l'uscita per pensionamento, a piccoli flussi, tanto che i pensionati diminuiscono costantemente.

Tutti questi dati li trovate sia sul sito ISTAT, sia sul sito Eurostat, dove potete vedere anche che sono balle spaziali anche quelle che dicono che gli altri stati hanno età di pensionamento più elevate, o pensioni basse ecc... Hanno a volte ancora più immigrati ed un buon tasso di natalità, e sistemi pensionistici ben difesi dai lavoratori, mica come i lavoratori italiani, che si fanno fare le ruberie dette riforme a valere nel prossimo futuro e si rassegnano a perdite enormi, grazie ad un sindacalismo che partecipa sempre più vorace ai ricchi posti di gestione degli Enti pensionistici e si arricchisce con l'attività di patronato (a carico del bilancio INPS).

Le pensioni assistenziali sono una vergogna dell'Italia, che spende circa 16 miliardi l'anno per dare vere e proprie elemosine di 220 Euro mensili, a chi per sua sfortuna, per nascita o infortunio, perde la capacità lavorativa e di mantenersi autonomamente. Non solo spendiamo pochissimo per loro, ma li insultiamo e gli rinfacciamo la miseria che gli diamo. Pensate a quanti articoli, quanti pezzi di giornale sul cieco invalido che guida, sull'invalido che fa la maratona; questo è un sistema per sviare l'attenzione e colpire tutti i pensionati. In sostanza se c'è qualche falso invalido, sempre pochissimi in percentuale, lo dobbiamo solo a chi gli ha riconosciuto la pensione quindi al sistema di accertamento, medici, regioni, Asl, e solo su questi bisognerebbe rivalersi. Ma la struttura informativa italiana è fatta apposta per sviare e colpevolizzare. Ricordate, quando vedete in televisione che parlano di falsi invalidi, è una preparazione una mazzata ai pensionati attuali e futuri. Fate mente locale, tutte le volte, e risalite con la memoria agli anni scorsi, vedrete che non è una teoria.

Ed ora veniamo all'asso nella manica dei profeti di sventura previdenziale, quelli che fanno le previsioni funeste per il 2050, agevolando le mazzate attuali, basandosi, invece che sui dati che abbiamo detto, sulla crescita della speranza di vita.

Questo dato (lo trovate nell'analisi della popolazione - motalità), ora è aggiornato al 2007, e il governo ha fatto una recente legge perché l'Istat lo pubblichi ogni tre anni. Si tratta di una media, ora per esempio l'attesa di vita di un uomo di 60 anni è attorno a 20 anni, e non è cresciuta di molto negli ultimi 5 o 6 anni. Nel 2003, a causa del gran caldo, è addirittura arretrata di 6 mesi. Basta un gran caldo un gran freddo o una piccola epidemia di raffreddore, e torna indietro, questo indicatore. Il fatto è che le donne, hanno una attesa di vita più alta di quasi 4 anni, e portano su la media. Ma i pensionati non sono tutta la popolazione italiana e non possono essere presi in toto. Un esempio, se hai studi non elevati, hai fumato, ed hai fatto un lavoro manuale, e il tuo reddito è stato inferiore alla media nazionale, la tua speranza di vita è inferiore di ben 7 anni a quella media. Fateci caso, chi sono i pensionati in grande maggioranza? Uomini, con basso reddito, bassa istruzione, fumatori e lavoratori manuali. Se ha vissuto poi in ambienti inquinati, ancora peggio. Insomma con quel dato, che è un dato aggregato, medio, arretrato nel tempo, che non fotografa la ricca realtà degli altri dati che abbiamo illustrato prima, si pretende di costruire le politiche previdenziali. Da questo indicatore hanno fatto dipendere artatamente sia i coefficienti di calcolo delle pensioni contributive (senza relazione con l'incremento vero dell'indicatore), sia le finestre pensionistiche, il sistema con cui hanno innalzato l'età pensionabile, e nel futuro lo vorrebbero fare ogni tre anni. Ma se l'indicatore è cresciuto in tre anni di un paio di mesi, perché hanno spostato le finestre, cioè età e decorrenza delle pensioni di anzianità, di 15 mesi? Nel frattempo, in questi ultimi 4 anni, senza che il dato si sia mosso alcunché, e come abbiamo visto, fermo a 5 anni fa, hanno già introdotto il rapinoso sistema delle finestre, elevando di anni l'età di riscossione della pensione e portando l'Italia al triste primato di avere la più alta età effettiva di pensionamento nel mondo.

Brutta ed infame speculazione sulla pelle di chi lavora e guadagna peggio nella società. Andranno in pensione più tardi, e moriranno presto, senza che nessuno si preoccupi di calcolare per le popolazioni di lavoratori quale sia l'effettiva attesa di vita, non quella media, che perlatro, nemmeno giustificherebbe i tagli infami che sono stati fatti.

E continuano a predicare su quel dato, senza mai mostrarlo, mai commentarlo , e mai adeguarlo non alla popolazione totale, ma alla popolazione che lavora e che va in pensione (se lo facessero renderebbero nota la rapina che hanno fatto ai lavoratori ed ai pensionati italiani)

Avremo modo nelle prossime puntate, se lo gradite, di trattare le altre previsioni e dicerie di sventura (i falsi sull'età effettiva di pensione comparata, i falsi sul bilancio previdenziale, i flussi di cassa, le varie specie di pensionati che stanno per uscire dal sistema, non sostituiti da altri, contribuendo a creare attivo che viene dirottato altrove, i fondi che succhiano la ricchezza dei lavoratori dipendenti, l'andamento del fondo prestazioni temporanee e molto altro)

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.150) 13 settembre 2011 16:24
    Damiano Mazzotti

    A parte il probabile raccomandato che ha preso il suo posto dovrebbe essere contento di essere libro di coltivare le sue passioni e di scrivere articoli interessanti come questo, poichè ha vissuto in mezzo alla materia e alla sostanza di cui parla...
     
    Non si può avere tuttto dalla vita e lei ha avuto la fortuna di avere la sicurezza economica da giovane e da anziano... i giovani non vedranno la sicurezza economica né da giovani né da anziani.... salvo miracoli della nuova economia multimediale postcapitalista...

  • Di francesco (---.---.---.12) 13 settembre 2011 17:37

    caro Amico, i giovani sono le prime vittime della politica di distruzione dei sistemi sociali europei. Lo so bene, sono padre di figli, e mi rendo conto che non avranno nulla, per i motivi a tutti noti, a meno che ......
    1.invece di dare la colpa a chi è in pensione oggi, anche ai pensionati forzati, individuino esattamente, con le corrette informazioni, i veri colpevoli della rapina,
    2. si organizzino per ricreare uno stato sociale solidale, e per spostare la ricchezza nazionale prodotta verso le classi lavoratrici, reagendo politicamente alla rapina liberista.
    3. creino un sistema di informazioni corretto sui sitemi di previdenza sociale, basato su cifre esatte e non sulla disinformazione sistematica e colpevolizzante.
    Mi creda , i pensionati di oggi non potrebbero far nulla per i loro figli e nipoti, nulla. neanche se rinunciassero del tutto alla pensione. Il sistema, detto a ripartizione, che regge meravigliosamente , basta guardare i conti INPS e le previsioni demografiche vere, si basa sul rapporto fra la numerosità degli anziani e la numerosità delle classi al lavoro, che in Italia e in Europa è stato messo in sicurezza dalla immigrazione.
    Quella che è stata compiuta verso i giovani, è stata una rapina, basata su false previsioni del 1995, ormai completamente smentite dalla realtà demografica, come lo saranno le false previsioni messe in giro attulmente. E i soldi dell’attivo previdenziale? vanno ai soliti ....
    Reagite giovani, reagite, o meglio....rifate le rivoluzioni dei padri e dei nonni ...
    a proposito ... le pensioni dei padri e dei nonni sono al momento il miglior sistema di sicurezza sociale dei giovani in Italia

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares