Predatori e depredati. Sulla tassazione retroattiva
E’ giunto il momento di raccontarvi un’altra chicca della legge di Retroattività (pardon, di Stabilità) per il 2015. Riguarda gli inasprimenti di tassazione (rigorosamente retroattivi) che colpiranno gli enti non commerciali, tra cui le fondazioni bancarie. Sappiamo che queste ultime non sono esattamente nel vostro cuore, malgrado siano classificate come entità che esercitano filantropia (non fate battute scontate, mi raccomando), però ci tenevamo a raccontarvi quanto è diabolicamente astuto il nostro governo.
In pratica, la legge di Stabilità prevede che i dividendi percepiti da enti non commerciali (quindi trust e, soprattutto, fondazioni) perdano gran parte dei requisiti di esenzione fiscale che invece continuano a valere per i dividendi percepiti da società commerciali. Queste ultime, infatti, godono di una esenzione del 95% sull’importo percepito a titolo di dividendo mentre da domani, anzi dal primo gennaio di quest’anno, le fondazioni avranno l’esenzione solo sul 22,26% dell’importo.
Il presupposto di questo giochetto pare essere l’attuazione di una legge delega del remoto 2003, in cui si prevedeva che le fondazioni dovessero essere assimilate, ai fini fiscali, alle persone fisiche, progressività esclusa. In pratica, ragionava il legislatore, le fondazioni sarebbero il beneficiario finale dei dividendi erogati dalle loro partecipate (le banche conferitarie), esattamente come le persone fisiche che incassano dividendi. Quella disposizione è rimasta dormiente per undici anni, ed ora è stata risvegliata dal governo Renzi. Eppure, malgrado l’assimilazione alle persone fisiche, le fondazioni bancarie continuano a pagare l’Ires, l’imposta sui redditi delle società.
Come che sia, provate a fare mente locale su un aspetto, che (siamo certi) sarà utilizzato dal governo come giustificazione “ideologica” della nuova tassazione, che è un autentico massacro per le fondazioni. Le banche, azioniste di Banca d’Italia, da quest’anno godono di un aumento piuttosto robusto dei dividendi percepiti dalla nostra banca centrale. Questi dividendi concorrono al loro utile di esercizio, una parte del quale viene pagato dalle banche alle proprie controllanti, che molto spesso sono fondazioni. Con questa tosatura in capo alle fondazioni, di fatto lo stato intercetta a valle, riprendendoselo, parte del maggiore esborso per dividendi di Bankitalia. Ecco qualcosa che piacerà agli elettori di sinistra non renziana e di destra sociale, oltre che ai grillini sempre in lotta contro il Bilderberg bancario.
E’ davvero un genio, questo Renzi: riesce a fare felici anche gli elettori di altri partiti, mentre conduce tutti a passo di carica verso il dirupo finale, a colpi di porcate. Il pifferaio di Hamelin era un dilettante, a confronto.
Foto: Palazzo Chigi, Flickr
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