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Pinocchio veste Armani


Le bugie hanno le gambe corte e, ci ricorda la Peta, il naso lungo.
Armani ha dichiarato di voler utilizzare nella sua nuova collezione "solo di pellicce di coniglio, capi già comunque impiegati come fonte alimentare"

Le bugie hanno le gambe corte e, ci ricorda la Peta, il naso lungo.
Armani ha dichiarato di voler utilizzare nella sua nuova collezione "solo di pellicce di coniglio, capi già comunque impiegati come fonte alimentare", evitando, quindi, il commercio per il suo design di pelli di gatto, cane, visone e qualsiasi altro animale detto da pelliccia. C’è un problema, come ci ricordano sia Lav che Peta: "i conigli “da pelliccia” appartengono a specie appositamente allevate per il mercato della moda", pertanto "Invitiamo Giorgio Armani a compiere una scelta definitiva e coerente eliminando dalle sue collezioni ogni tipo di pelliccia, in considerazione anche del fatto che né le pellicce di coniglio né quelle di altri animali sono prodotti di qualità all’altezza dello stile raffinato ed essenziale di Armani, apprezzato in tutto il mondo".

Peta spreca due paroline in più di Lav, molto più arrabbiate, iniziando l’articolo con "Liar, liar, Armani on fire!" che forse è esagerato, ma comunque di impatto.Peta sostiene che Armani tratta i suoi clineti "milanesi" come stupidi senza razionalità, che non capiscono che i conigli sono animali al pari delle volpi, e per questo alcuni attivisti Peta hanno affisso il manifesto di cui sopra proprio all’ingresso del negozio (di quale città non è specificato, Milano?).



Una crudeltà resta tale anche cambiando il soggetto. Che siano le volpi, gli ermellini o i conigli a subirla, resta la stessa crudeltà, lo stesso atto efferato. Non c’è bisogno di piccole e mezze verità giusto per rilanciare la propria immagine, per fare finta di essere persone degne di onore, impegnate ecologicamente e socialmente. Nessuna lezione arriva da Armani, in questo caso almeno, se non la stessa di Pinocchio.

Il video che segue, come Post scriptum, è stato pubblicato su Peta tv ed ha vinto l’ultimo award. Si intitola "Whose skin are you in?", è una cruda composizione che mostra alcune angolature di ciò che serve per produrre i capi in pelle che indossiamo.
Buona visione.

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