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Pietro Grasso da Fazio | Grasso che cola sulla sinistra “unita”? Staremo a vedere

Di questi tempi, parlare di sinistra unita può somigliare a un miraggio. Ma ci vuole un attimo a scuotersi dall’intontimento e comprendere quanto il miraggio rifranga il vacuo, il diafano, il difetto di consistenza. La recente intervista di Fabio Fazio a Piero Grasso lascia perplessi, a dir poco.

Data la personalità del Presidente del Senato non ci si poteva certo attendere una pirotecnica rappresentazione di fuochi d’artificio, ma qualcosa, diciamocelo, qualcosa di più concreto e di “sinistra” ce lo saremmo aspettato un po’ tutti. Invece il Presidente Grasso è apparso come l’immagine fatta persona del burocrate, seppur serio e compìto, ma ben poco significativo di ciò che dovrebbe rappresentare la “nuova” sinistra, capace d’interpretare i “nuovi” bisogni di una “nuova” società alla ricerca di un “nuovo” equilibrio sociale. Insomma, è sembrato di assistere a una sorta di candela dalla fiamma scialba infilata su un candelabro incrostato di cera rinsecchita di antiche, passate glorie.

Alle domande di Fazio, sempre ruffiane nei confronti di chiunque gli sieda accanto, il Presidente Grasso si lascia sfuggire qualche attimo di schiettezza, in particolare quando fa trasparire quasi sottovoce che il neonato “rassemblement” della sinistra può ricoprire il ruolo di puntello del PD renziano, per poi trovarsi subito in difficoltà sulla strizzatina d’occhio di Bersani ai grillini. Confusione? Approssimazione? Pressapochismo? Forse un po’ di tutto questo in un amalgama difficile da impastare. Chissà che cosa avranno pensato Civati e Fratoianni. Ma anche D’Alema! Bersani, invece, pressapochista di professione, per ora gongola, ma per quanto?

Sembra rifarsi strada una nota considerazione, cioè che il peggior nemico della sinistra sia la stessa sinistra. Eppure dovremmo plaudire a ogni tentativo di ricomposizione delle forze progressiste, socialiste e democratiche, ancor più in questa fase politica nella quale compagini della più becera destra fascista risollevano il capo al punto da sfidare sfacciatamente la legge e la democrazia con azioni intimidatorie ritenute d’altri tempi e, purtroppo, con la benevola tolleranza, se non la sponda, di partiti, Lega Nord e Fratelli d’Italia, che si propongono per il governo del Paese. Nondimeno, ora che il PD ha fatto cadere tutte le maschere e non può più fingere di essere di sinistra e il M5S dimostra con evidenza cristallina l’originale, intrinseca vena qualunquistica, diventa impellente, forse vitale, la costruzione di un fronte comune della sinistra popolare e progressista.

Certo, ipotizzare in Italia qualcosa di simile al Partito Laburista inglese nel quale convivono socialdemocratici, socialisti, comunisti, trotzkisti è compito arduo, “Mission Impossible”, ma qualcosa si potrebbe tentare, a condizione che la cera incrostata sul candelabro venga sciolta, rimossa, e i bracci della sinistra ritornino a mostrare la superficie lucida, privata dalle incrostazioni. Il Grasso che oggi cola sul candelabro può solo ostacolare ogni tentativo di ricomposizione dell’unità. Staremo a vedere, forse a guardare?

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