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 Home page > Attualità > Economia > Piccole imprese, in arrivo la "legnata"

Piccole imprese, in arrivo la "legnata"

“Cresce la preoccupazione delle piccole imprese per la tenaglia nella quale vengono sempre più strette: un piccolo imprenditore dovrà sopportare un onere aggiuntivo annuo fra i 3.530 e i 5.180 euro a seconda del luogo dove opera”. I dati sono stati resi noti da uno studio di Confesercenti sulle ricadute fiscali degli ultimi provvedimenti.

Confesercenti ha sottolineato che “è profondamente sbagliato e poco lungimirante caricare le piccole imprese di nuovi oneri proprio mentre è in atto un forte aggravio sul piano fiscale e i consumi calano in modo sempre più allarmante”. Secondo lo studio, “un piccolo imprenditore avrà un onero aggiuntivo fra i 3.530 e i 5.180 euro dovuto all'aumento dei contributi sociali (450 euro nel 2012 e 1.200 nel 2018), dei costi amministrativi conseguenti l'uscita dal regime dei minimi che riguarda 500.000 imprese (1.500 euro), dell'aumento ormai prossimo dell'Imu, della nuova tassa dei rifiuti (30 euro) e del mancato trasferimento sui prezzi di metà dell'aumento dell'Iva (850 euro)”.

Lo studio Confesercenti analizza gli effetti delle varie manovre sulle piccole:

“L'aumento dell'aliquota ordinaria (dal 20% al 23,5%) e di quella ridotta (dal 10% al 12,5%) causerà un prelievo di 20 miliardi e 600 milioni. L'aumento contributi per artigiani e commercianti, tra i 1.200 e i 2.000 euro l'anno, avrà un aggravio totale di 2,7 miliardi di euro del 2014. Doppia la penalizzazione per il turismo, per la tassa di soggiorno e per il previsto aumento dell'aliquota intermedia. Tassa rifiuti: più un miliardo l'anno, gravante soprattutto su locali commerciali e laboratori artigiani. L'arrivo anticipato dell'Imu - conclude Confesercenti - penalizzerà ulteriormente gli immobili strumentali delle piccole imprese in virtù dell'aumento della base imponibile per immobili classificati come negozi e botteghe”.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.78) 19 marzo 2012 19:48

    Solo parole >

    Il tasso di disoccupazione viaggia sopra il 9%. A febbraio la domanda di Cassa Integrazione è aumentata del 17% rispetto febbraio 2011. Gli ordini ed il fatturato dell’industria sono calati del 4,4% su base annua.
    Cosa fare?

    Per l’ex ministro Sacconi la riforma del lavoro “deve aumentare la propensione d’impresa ad intraprendere ed assumere, nonostante le aspettative incerte”.
    Per Monti solo “uno sforzo” di ogni italiano può consentire di tornare a crescere e creare “vera occupazione”. Di certo “non è più realistico ossificare un posto di lavoro”.

    Meglio scontrarsi sull’art.18 piuttosto che discutere di politica industriale, di costo del lavoro e di modelli di sviluppo?
    Al recente “tavolo” di Monti la discussione sulle misure per la crescita è stata ancora una volta rinviata.
    Di enunciati e di teoremi “paludati” trabocca anche un Dossier Arroganza

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