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Piacere, sono "Libero"

Il giornale “indipendente” diretto dal divo televisivo Belpietro, sembra dipendere totalmente dalla raccolta pubblicitaria (10,8 milioni di euro l’anno) e dal soccorso statale (7,2milioni di euro l’anno).

Senza questo denaro il giornale chiuderebbe domani, poiché le vendite nelle edicole, 73.000 copie al giorno, non pagano nemmeno la carta.

Sono molti i padroni di “Libero”, tutti capitalisti da non scontentare, visto che la pubblicità è la maggior voce del bilancio, ma anche la politica che garantisce il foraggiamento con denaro pubblico (a tutta la stampa, escluso il “Fatto”), che annulla proprio “liberismo” e concorrenza, tenendo in piedi una informazione al suo guinzaglio e quindi mai veramente antagonista e libera.

“Il Fatto Quotidiano” si è sottratto a queste logiche e a tutti gli effetti può considerarsi il solo giornale libero e indipendente.

Questa impostazione dovrebbe riguardare anche gli scrittori di libri, che accettano di farsi depredare da parte delle case editrici dell’80% dei proventi delle vendite e ingrassano capitalisti e monopolisti, tipo Berlusconi con la Mondatori.

Sarebbe giusto e auspicabile un sussulto di dignità e di indipendenza da parte degli autori, che dovrebbero legarsi in associazione, penso a Camilleri, Saviano, Augias, Dario Fo, Travaglio, Umberto Eco, Lucarelli, etc., e mandare in libreria direttamente le loro opere e quelle degli altri associati, trattando con le tipografie un eventuale pagamento dilazionato.

Sarebbe un esempio di autogestione da estendere a molti campi della vita sociale che getterebbe nella disperazione tutti gli speculatori parassiti, i censori, e i monopolisti del pensiero unico.

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