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Perché la Merkel accoglie i rifugiati?

La chiamano l’angelo dei rifugiati. Sono tanti i profughi in marcia dal’Ungheria verso la Germania che tengono appesa al collo la foto della cancelliera tedesca. E’ il grazie di questa gente disperata, a questa signora che ha aperto le porte della Germania ai siriani e derogato al trattato di Dublino.

Per questi profughi è la luce in fondo al tunnel, la speranza che diventa realtà. Per questi profughi è l’inizio di una nuova era. Per questi profughi, ma non per l’Europa.

Non è iniziato nessun percorso emozionante che ci porta verso l’Europa dei diritti e della solidarietà.

La Merkel non vuole dare il via ad una politica europea per i profughi, ma utilizzare profughi per la Germania, e costruire una ripartizione delle quote, incentrata sull’interesse dei singoli stati.

I profughi non sono un costo, ma una risorsa per il dinamismo economico, per il PIL, per il sistema pensionistico del Paese che li ospita, e per il ruolo determinante, delle risorse umane nel futuro.

E’ interesse della Germania utilizzare questa risorsa. Cosi come è interesse della Germania, una ripartizione delle quote dei profughi, basata sull’interesse dell’industria di ciascun paese europeo, e come tale improntata ad visione egoistica e nazionalistica della gestione immigrazione.

Perché è interesse della Germania,mantenere l’Europa in uno dimensione nazionalistica, di stati tra loro confligenti. >La Merkel non ci porta verso l’Europa che vogliamo ma in forme e in modi diversi, ci inchioda nell’Europa che vuole la Germania.

L’Europa che vogliamo è quella che mette al centro non il capitale, ma la solidarietà.

E’ quella che, nella politica della ripartizione, mette al centro i profughi, e non l’interesse nazionale degli stati. E’ quella dove sono i profughi, a scegliere il luogo dove vogliono andare, e non i singoli stati.

E’ quella che procede alla ripartizione equa ed obbligatoria, solo dopo che i paesi prescelti non hanno più capienza.

Una politica europea dell’immigrazione richiede di trasformare l’Europa degli stati in Europa politica, l’Europa del capitale, nell’Europa dei diritti.

Ma a queste mutazioni la Merkel non pensa affatto, specie se mettono in forse il dominio tedesco in Europa.

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