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Per la Corte internazionale dell’Aja l’indipendenza del Kossovo è legittima

Belgrado incassa con rabbia. Nonostante il pericolo per la stabilità dell’Europa insito nella sentenza, il Ministro degli Esteri dell’Unione Catherine Ashton afferma “E’ un problema che riguarda due stati extra- comunitari” 

E’ legittima e rispetta pure lo spirito dell’ormai celebre risoluzione 1244 delle Nazioni Unite, la Dichiarazione unilaterale d’Indipendenza del Kossovo, proclamata dagli abitanti musulmani di etnia albanese dell’ormai ex provincia serba il 17 Febbraio del 2007. Così ieri si è espressa all’Aja la Corte Internazionale di Giustizia dell’Onu cui si era appellata, confidando in un pronunciamento assai più sfumato, la Serbia, sostenuta nella sua battaglia per salvaguardare l’integrità dei propri confini dalla Russia e da cinque nazioni confederate nell’Unione Europea.
 
Il pronunciamento della Corte, presieduta da Hisashi Owada, è di carattere consultivo ma politicamente pesa come un macigno sul futuro del vecchio continente e rappresenta, per molti versi, un pericolo esiziale per la sopravvivenza nei confini attuali anche di molte nazioni del vecchio continente. Tutti e cinque gli Stati europei che sinora si sono rifiutati di riconoscere l’indipendenza di Pristina, infatti, ospitano nel proprio territorio nazionale minoranze che, per un verso o per l’altro, a fatica sopportano la potestà d’imperio esercitata su di loro dall’amministrazione della nazione d’appartenenza.
 
In Spagna i baschi ed i catalani, che ieri hanno festeggiato all’unisono con gli albanesi di Pristina e Tirana la sentenza pronunciata nella capitale olandese, non s’accontentano, infatti, della vasta autonomia concessa loro da Madrid ma vagheggiano la piena indipendenza dalla Spagna. La Grecia teme il sogno, coltivato da molti a Tirana, di una grande Albania che rivendichi a sé pure le regioni elleniche dell’Epiro da Giannina allo Ionio, mentre Cipro soffre ormai da quasi quarant’anni l’amputazione di un terzo del suo territorio a favore del regime fantoccio filo- turco dell’auto-proclamata repubblica di Cipro Nord. Slovacchia e Romania devono, infine, guardarsi le spalle dal rinato nazionalismo ungherese che rivendica equivocando sul superamento del trattato del Trianon, anni venti del secolo scorso, il ritorno alla “grande Ungheria” asburgica. Non a caso ieri sera il Vice- presidente ungherese dell’Europarlamento, formalmente indipendente ma vicino agli ambienti più oltranzisti dell’Udmr attualmente al governo a Bucarest, Lazlo Tokes ha spronato gli abitanti del Secuime, in magiaro Szekely, nella Transilvania centrale a scendere in strada e ad invocare uno statuto speciale d’autonomia dalla Romania in tutto e per tutto simile a quello catalano.
 
“Se gli albanesi kossovari hanno diritto all’indipendenza da Belgrado perché i magiari della Transilvania non hanno lo stesso diritto a non essere governati dalla Romania?” si è chiesto retoricamente Tokes in un comizio tenuto a Tusnad, in pieno Secuime, tra gli osanna del pubblico ungherese. Al fine di evitare il proprio logoramento a causa delle più disparate rivendicazioni localistiche ora l’Unione europea dovrebbe assumere una posizione netta di fronte all’indipendenza kossovara. E’ quello che chiedono gli osservatori e gli europarlamentari più attenti e sensibili al futuro della Confederazione a ventisette, ma, in modo stucchevole, ieri sera la Lord inglese Catherine Ashton, nominata Ministro degli Esteri dell’Unione pur non essendo mai stata eletta in un Parlamento nazionale - i membri della Camera Alta britannica sono nominati ma non eletti - ha dichiarato “che la faccenda non riguarda direttamente l’Unione europea ma due stati extra- comunitari”. Praticamente la Ashton ha dato l’impressione di lavarsene le mani nonostante il pesante intervento del Segretario di Stato statunitense Hillary Clinton che, quantomeno per non smentire la politica estera dell’amministrazione capeggiata dal marito Bill che volle i bombardamenti su Belgrado, ha invitato l’Unione europea nella sua interezza a riconoscere immediatamente l’indipendenza del Kossovo albanese.
 
Belgrado, che non si aspettava una sconfitta così netta, ora schiuma di rabbia ed il suo Presidente, l’europeista Tadic, ieri ha ribadito, ma non poteva fare altro, che mai la Serbia rinuncerà alla sua ormai ex provincia meridionale. In ciò è spalleggiato dalla Russia di Putin e Medvedev. Tirana e Pristina invece festeggiano anche perché nelle stesse ore in cui la Corte dell’Onu dichiarava la legittimità del Kossovo indipendente, l’altro tribunale con sede nella capitale dei Paesi Bassi, e cioè il Tribunale Internazionale per i crimini di guerra nell’ex Jugoslavia, annullava la condanna inflitta al criminale di guerra albanese Ramush Haradinaj già dichiarato colpevole di genocidio nei confronti di inermi cittadini di etnia serba ordinando la ripetizione del processo. Una sconfitta a tutto campo dunque per i serbi ed una vittoria completa per gli Stati Uniti di Hillary Clinton che per anni hanno chiuso gli occhi sulle ferocie compiute dai guerriglieri filo- albanesi dell’Uck e sulle distruzioni da questi operate dei monasteri cristiani in una regione che oggi si vuole completamente islamizzata. Varrà la pena, ci si chiede nel Vecchio Continente, umiliare oltremodo la Serbia ed i serbi o sarà forse maggiormente opportuno che l’Unione europea proclami a tutto il mondo l’unicità irripetibile del processo indipendentista kossovaro? 

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.39) 25 luglio 2010 10:49
    Renzo Riva

    Sono felice per questa notizia.

    Voglio ora vedere cosa diranno gli associati sinistri-ambidestri quando il triveneto proclamerà la sua indipendenza.
    Destra, sinistra, centro, sopra, sotto, di lato, in mezzo alle gambe
    si sperticheranno a dire che
    la "INTANGIBILE CARTA COSTITUZIONALE"
    non lo permette.

    Pernacchie lunghissime a tutti coloro che pretenderanno di usare questi argomenti.

    Chissà se anche la regione Sicilia approfitterà di ciò per rendersi indipendente?

    Temo comunque il loro no!

    EPPOI A CHI FAREBBERO PAGARE IL CONTO IN ROSSO LORO CHE OGGI GRAVA SU TUTTA L’ITALIA?

    Renzo Riva
  • Di (---.---.---.150) 30 luglio 2010 02:57

    Il kossovo è una storia a parte . che confronti stupidi.

    C’estato un genocidio di massa nei confronti degli albanesi dalla parte degli slavi.

    Poi il kossovo è gia un paese da 2 anni e mezzo.

  • Di (---.---.---.150) 30 luglio 2010 02:58

    Cè chi dice che Buxelles è agli ordini dell’Albania.

    la storia ha portato a questo. amen

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