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Palazzo Chigi val bene una messa

Da cosa nasce la scelta così drastica di Bersani e Vendola di abbandonare Di Pietro?

Forse da un semplice calcolo aritmetico, sanno bene che loro pescano, come Di Pietro tra l'altro, nel 40% dell'elettorato di centro sinistra e con l'avvento di Grillo questo base potrebbe ridursi, Di Pietro non aggiunge nulla, Casini invece porta un pezzo del centro che sarà eroso di meno dal Movimento 5 stelle.

Grande trambusto si è scatenato nella rete per le decisioni di Bersani e di Vendola, riguardo l’abbandono dell’alleanza con Di Pietro, immortalata dalla famosa foto di Vasto.

Quello che però ha scaldato più gli animi è la contemporanea dichiarazione di una possibile alleanza con Casini. La matematica non è un’opinione e i numeri hanno la loro importanza oltre che in economia anche in politica.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a numerosi cambi di nome nei partiti tradizionali, a fusioni e scissioni, alla nascita di nuovi movimenti, ma l’unica vera novità nel post tangentopoli è semplicemente una chiara definizione delle due aeree principali in cui si suddivide l’elettorato italiano (centro destra e centro sinistra).

Ma tali aree, per certi versi, esistevano già prima, solo l’ostinazione del PCI a non effettuare una svolta socialdemocratica (più in linea con i grandi partiti socialdemocratici degli altri Paesi europei), ha ritardato l’emergere di questa suddivisione

Riporto qui di seguito i risultati delle elezioni alla Camera del 1987 (ante caduta del muro di Berlino), del 1992 (ante Tangentopoli), del 1994 (post Tangentopoli e discesa in campo di Berlusconi) e le elezioni europee del 2009 (con l’avvento del PDL e del PD) che sono comparabili con le precedenti, più delle ultime elezioni nazionali che si sono svolte col famoso ‘porcellum’.

giugno 1987. Elezioni Camera dei Deputati (DC 34,3% - PCI 26,6% - PSI 14,3% - MSI 5,9% - PRI 3,7% - PSDI 3% - PR 2,6% - PLI 2,1% - DP 1,7% - Liga Veneta 0,8% - Lega Lombarda 0,5% - ALTRI 2,0%).
giugno 1992. Elezioni Camera dei Deputati (DC 29,7% - PDS 16,1% - PSI 13,6% - Lega Lombarda 8,7% - RC 5,6% - MSI 5,4% - PRI 4,4% - PLI 2,8% - PSDI 2,7% -LA RETE 1,9% - Lista Pannella 1,2% - ALTRI 5,1%).
marzo 1994. Elezioni Camera dei Deputati quota proporzionale (Forza Italia 21,01% - PDS 20,36% - PSI 2,19% - Alleanza Nazionale (ex MSI) 13,47% - Lista Pannella (ex PR) 3,51% - Partito Popolare (ex DC) 11,07% - Lega Lombarda 8,36% - Rifondazione Comunista 6,05% ALTRI 14,0%).
giugno 2009. Elezioni Parlamento Europeo (PDL (ex FI e AN) 35,3% - PD (PDS +parte PPI) 26,1% - IDV 8% - Lista Bonino (ex PR) 3% - Lega Nord 10,2% - Rifondazione Comunista 3,39% – Sinistra e Libertà 3,13 - ALTRI 11,0%).

Tanti nomi nuovi ma sostanzialmente l’elettorato è rimasto stabile, per semplificare molto: abbiamo circa un 40% di centro destra e un altrettanto 40% di centro sinistra, un centro intorno al 10% e un altro 10% diviso fra gli estremi, di destra e sinistra, e i movimenti locali.
 
Ciò significa che il cittadino italiano ha le idee ben chiare e sceglie il partito o il movimento che più gli si avvicina.
 
Non è stato il cittadino a seguire Berlusconi, ma è stato quest’ultimo che è andato ad occupare quell’area di centro destra rimasta orfana della DC, del Partito Liberale e di una parte del Partito Socialista.
 
Ecco il perché delle scelte di Bersani e Vendola, loro sanno benissimo che stando nel centrosinistra, tutti insieme o divisi poco importa, sempre e solo al 40% possono arrivare, anche compreso o escluso lo stesso Di Pietro gli serve sempre un pezzo del centro, da qui l’avvicinamento a Casini.
 
E lo stesso Casini, dopo il flop del terzo polo con Rutelli e Fini, ha capito che il centro in cui si muove non varrà mai più del 10% e quindi deve per forza scegliere.
 
Nel centro destra, il PDL aveva provato con la mossa Alfano per riavvicinarsi a Casini, ma non c’è riuscito e quindi Berlusconi ha cambiato strategia ed è passato a giocare di rimessa pensando che perso per perso solo con lui, più che con Alfano, potrà raggiungere i livelli di Forza Italia.
 
La stessa Lega che urla tanto al momento decisivo sarà anche lei allineata e coperta nel centro destra.
 
L’unica novità vera è il movimento di Grillo, paragonata da me per certi versi ai radicali degli anni ’70-’80. L’unica forza che prenderà veramente i voti in modo trasversale, anche se il salto dal livello locale a quello nazionale rimane la vera incognita.
 
Proprio per questo il ragionamento di Vendola e Bersani è chiaro, ‘Grillo toglierà voti un po’ a tutti, maggiormente a Di Pietro e alla Lega, noi pure perderemo e pure se non perdessimo la nostra area non vale più del 35-40 ci serve comunque Casini per stare al sicuro e non fare l’errore di Occhetto del ’94’.
 
Gli elettori del PD e SeL capiranno tutto ciò?
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