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P4, la tela di Bisignani sul Pdl

La corruzione sembra all'ordine del giorno nella politica italiana. L'inchiesta P4, mette alla luce il potere celato di Luigi Bisignani, che nell'ombra riusciva ad influenzare le scelte politiche nel Pdl. Ma nella maggioranza invece di un "mea culpa", si fa avanti prepontentemente una sorta di solidarietà tra indagati; vedi la recente stretta di mano tra Berlusconi e Papa.

Forse non ci sarà nulla di penalmente rilevante nei fatti che emergono dalle nuove intercettazioni telefoniche e ambientali nell'inchiesta P4, di certo però risultano inquietanti sia la ragnatela di amicizie ed i legami tra Luigi Bisignani e vari ministri ed esponenti del Pdl, sia gli argomenti di conversazione. La tesi accusatoria sostiene che Bisignani era in grado, anche secondo i verbali, di influenzare ampiamente le scelte del governo anche nei settori economici. Intrallazzi e gestione del potere sembrano evidenti. Lo stile è da basso impero, politica levantina e clientelare.

Nessuno si salva nell'evidente squallore generale. Salvare il Paese sembra possibile solo con un colpo di spugna che faccia pulizia di un marciume diffuso, un taglio netto, un'operazione chirurgica. Tanto per capire a che punto si è arrivati bastano solo alcune considerazioni. Non passa giorno senza uno scandalo, e senza che qualche potente venga inquisito. Dai banchi del potere e dalle stanze della politica, ci si lascia raramente meravigliare, dal clima e dalle accuse. E chi critica e condanna, può esserne certo, prima o poi verrà accusato di essere "comunista", al pari dei giudici. Si sente ancora tanta, troppa solidarietà, a volte inopportuna, a volte scandalosa. Dal cilindro del Governo sembra uscire, non un qualunque provvedimento contro la corruzione o "l'immoralità" diffusa, ma il solito, vecchio e scandaloso blocco delle intercettazioni.

Quando si mostra la luna, gli imbecilli guardano sempre il dito. E che dire poi della palese solidarietà tra indagati, o sotto accusa, a volte tanto palese. Solo volendo essere buoni e politicamente corretti si potrebbe giudicare quantomeno inopportuna la stretta di mano tra Berlusconi e Papa, l'indagato nell'inchiesta P4, nel transatlantico di Montecitorio. Semplice solidarietà tra uomini chiacchierati, discussi, indagati, oppure scelta di vita, di costume, di campo? Di certo non è un bello spettacolo e non può rappresentare nulla di buono per quanti ancora si illudono sul cambiamenti o sulla rinascita, anche morale, del nostro Paese.

Ivan Zatti, Iseo (Brescia)

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