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Ora di religione, ora basta

L’ora di religione, o meglio di religione cattolica, nelle scuole italiane di ogni ordine e grado, è di nuovo oggetto di polemiche. L’Uaar (unione degli atei e degli agnostici razionalisti) critica la Cei (conferenza episcopale italiana) che, con un messaggio a studenti e genitori, li ha invitati ad avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica.

In un articolo di Rossana Caviglioli poi, si riferisce della proposta di istituire un corso obbligatorio di storia delle religioni in tutte le scuole.

Secondo l’Uaar la migliore scelta educativa sarebbe quella di non sottoporre gli studenti all’insegnamento della religione cattolica, perché per legge esso è impartito in conformità della dottrina della Chiesa, da insegnanti scelti a insindacabile giudizio dei vescovi.

Secondo la Cei invece “questa scelta non è una dichiarazione di appartenenza religiosa, né pretende di condizionare la coscienza di qualcuno… la storia da cui veniamo è un dato immodificabile e le tracce che in essa ha lasciato e continua ad offrire la Chiesa costituiscono un contributo evidente ed efficace per la crescita della società di tutti”.

Per l’Uaar “ciò di cui questo Paese ha davvero bisogno è una scuola laica nella quale possano trovare spazio, tutti e tutte, quanti si riconoscono in altre confessioni religiose e quanti non si riconoscono in nessuna”.

Rossana Caviglioli, nell’articolo citato, riferisce della proposta, lanciata nell’ambito del festival delle religioni, di prevedere un corso obbligatorio di storia delle religioni in tutte le scuole.

“La proposta punta ad aiutare gli alunni a superare diffidenze e diversità, in un contesto come quello attuale sempre più multiculturale ma condito – al tempo stesso – da crescenti tensioni. In particolare quando si tratta di Islam”.

Questa idea però trova divisi i rappresentanti delle varie fedi in Italia, a partire dalle resistenze dei vescovi per arrivare al sì condizionato degli imam.

Infatti, secondo il presidente dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia, Izzedin Elzir, “Un’ora di storia delle religioni, o anche di etica, potrebbe essere un’ottima idea. Vorremmo però che si trattasse di un valore aggiunto, da sommare all’ora di religione facoltativa attuale.

Per quanto riguarda corsi di dottrina islamica, per noi non sono una priorità. Pensiamo che la fede sia una questione privata e la scuola debba rimanere laica e uguale per tutti. Certo, è possibile ragionarci. Si tratta solo di essere elastici e venire incontro alle esigenze di tutti”.

La Cei sottolinea invece che sarebbe complicato stabilire il percorso didattico e le competenze da chiedere ai nuovi docenti di storia delle religioni. E che non vede ragioni, nemmeno numeriche, per mettere mano all’ordinamento attuale.

“È necessario ricordare che l’insegnamento della religione cattolica, presente nella scuola da 30 anni, è frequentato da quasi il 90% degli studenti”, spiega don Daniele Saottini, responsabile del servizio nazionale, per conto della Cei.

Secondo Saottini frequentare le lezioni “non è una dichiarazione di appartenenza religiosa, né pretende di condizionare la coscienza di alcuno”.

Ma “conoscere la religione cattolica costituisce una chiave di lettura fondamentale della realtà in cui noi tutti oggi viviamo”.

Io credo che la proposta emersa nell’ambito del festival delle religioni, seppur non di facile attuazione, soprattutto perché non sarebbe facile individuare i docenti in grado davvero di insegnare la storia di tutte le più importanti religioni, sarebbe molto valida.

Ma credo che l’opposizione della Chiesa cattolica ne impedirà l’accoglimento.

 

Foto: Tobias Lindamm/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.126) 24 gennaio 2015 13:27

    Sono un insegnante delle Medie e posso testimoniare che la religione cattolica è già insegnata abbondantemente dai prof. di italiano, di storia, di arte, di musica e in particolare nei periodi natalizi e pasquali.

    Non vedo proprio la necessità di un insegnamento confessionale, pagato profumatamente da uno stato costituzionalmente laico, che già elargisce 2 miliardi alla Chiesa Cattolica con l’8 per mille (che di fatto fornisce lo stipendio ai preti).
    Ogni confessione religiosa dovrebbe impartire i suoi insegnamenti solo nelle chiese e a sue spese. Come fanno in Italia (e in mezzo mondo) le Chiese Evangeliche.

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