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Oltre un milione gli italiani interessati dal fenomeno della corruzione

Oltre un milione di italiani (pari al 3,8% della popolazione adulta) ha pagato tangenti o è stata concussa. Questa è la principale conclusione del rapporto pubblicato da Transparency International, che ogni anno elabora un barometro della corruzione globale (Gcb) tramite il quale si analizza il fenomeno della corruzione in relazione alla visione che di essa hanno i cittadini. Tale fenomeno si manifesta soprattutto nell’ambito dell’erogazione di servizi pubblici, per pagare meno imposte, per avere sconti nelle transazioni immobiliari e doganali. E, a preoccupare, è anche l'indice di corruttibilità riferito al sistema sanitario e a quello giudiziario. Il rapporto in questione è esaminato da Fabio Savelli in un articolo pubblicato su www.corriere.it: &a...;Nel capitolo dedicato all'Italia emerge un quadro non proprio idilliaco, che coinvolge diversi settori del vivere associato e penalizza soprattutto la politica (i partiti sono al vertice della corruttibilità nella percezione degli intervistati). Ma anche i media vengono percepiti come ‘corrotti’ (voto 3,3 su una scala di 5), le imprese (3,7 su 5) e il Parlamento (4 su 5). Bene, invece, le organizzazioni non governative, l'esercito, il sistema dell'educazione e dell'istruzione, la polizia.

A consolarci è il panorama globale: il 60% delle oltre 91.500 persone intervistate in 86 Paesi crede che la corruzione negli ultimi tre anni sia aumentata a livello mondiale. Un fenomeno maggiormente riscontrato in Europa e Nordamerica (rispettivamente il 73% e il 67% degli intervistati percepisce una crescita della corruzione) e che in termini assoluti fa quasi impressione: una persona su quattro, si legge nel rapporto, ha ammesso di aver pagato una tangente per ottenere un servizio nella sanità, nell'istruzione, nel fisco. Con buona pace della presunta superiorità morale occidentale
”.

In un comunicato emesso da Transparency International Italia (www.transparency.it) è contenuta anche una dichiarazione rilasciata dalla presidente Maria Teresa Brassiolo:



La Presidente di Transparency International Italia, Maria Teresa Brassiolo, ha dichiarato che ‘il Global Corruption Barometer è ‘la voce della gente’ e va preso molto sul serio. Il dato sconfortante che emerge è l'aumento della sfiducia in Italia: il 40% non si fida di nessuna delle istituzioni prese in esame. Il costo della sfiducia è un costo altissimo nelle società e nelle economie. Anche a livello globale c’è una crescente generalizzata crisi di sfiducia’. Brassiolo ha aggiunto peraltro che: ‘Questo dato è controbilanciato in Italia da due numeri di speranza. L’85% degli intervistati sosterrebbero chi denuncia casi di corruzione o di abusi: ciò conforta se si pensa all’opera di sostegno che stiamo conducendo per l’introduzione legislativa del cosiddetto ‘whistleblowing’, la protezione a chi denuncia reati all’interno delle organizzazioni. A noi piace usare l’espressione ‘vedette civiche’ in senso più esteso, poiché si è convinti che solo da una diretta assunzione di responsabilità dei singoli cittadini che il problema della corruzione potrà essere debellato nelle sue forme endemiche e pervasive che purtroppo si stanno diffondendo nel mondo intero. Infine, l'86% dichiara che i cittadini possono fare la differenza: si tratta di un segnale forte che la società civile non è passiva. Transparency Italia ripone la sua fiducia in loro’”.

Sempre nel comunicato di Transparency Italia si confronta la situazione italiana con quella di altri paesi europei: “In merito al dato più aggregato sulla corruzione (se è aumentata, se è uguale, se è diminuita), le risposte in Italia non differiscono in buona sostanza da quelle in Francia e nel Regno Unito, mentre il sondaggio rileva l'impennata negativa della Germania (di cui si è avuto difatti testimonianza nei recenti episodi concernenti imprese tedesche in Russia e in Cina). Analoga similarità concerne la domanda relativa al ruolo del governo (ossia se opera con incisività o meno per contrastare la corruzione): la risposta è quasi sempre negativa, comprese la Finlandia e ancora la Germania (77%), oltre all’Italia (64%)”.

I risultati per l’Italia del rapporto di Transparency non sono certo sorprendenti. Il rapporto mi sembra comunque utile sia per il metodo utilizzato (vengono considerate le opinioni dei cittadini e non come in altri casi solo quelle di coloro che ricoprono determinati incarichi) sia perché è possibile effettuare confronti con la situazione di altri paesi. E non posso che sottoscrivere soprattutto una parte della dichiarazione della presidente di Transparency Italia quando afferma “solo da una diretta assunzione di responsabilità dei singoli cittadini il problema della corruzione potrà essere debellato nelle sue forme endemiche e pervasive che purtroppo si stanno diffondendo nel mondo intero”. Certo sono necessarie per contrastare la corruzione l’approvazione di nuove leggi, l’adozione di diversi metodi di comportamento nella Pubblica Amministrazione e nei partiti. Ma non si può fare a meno dell’azione consapevole dei singoli cittadini, quanto meno della loro maggioranza.
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