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Oltre la Fincantieri rischia anche l’Ansaldo

Alla crisi Fincantieri per l'industria pesante italiana potrebbe aggiungersi anche quella dell’Ansaldo nel settore ferroviario. Ne ha parlato a Trento Susanna Camusso, affrontando il tema delle prospettive per la grande industria italiana nell'ambito dell'incontro “Stato, mercato e protezione sociale”, nell’ambito del Festival dell'Economia.

“Costruire prospettive - ha detto il segretario della Cgil - si chiama anche scegliere, fare in modo che il paese dia delle indicazioni” e ha ricordato la vicenda Ntv facendone un parallelo con Fincantieri. “L'Italia ha una forte tradizione nel settore ferroviario ma quest'industria rischia di non essere sostenuta dal Governo a differenza di paesi come la Germania o la Francia, che pur operano con regole identiche dettate dall'Unione europea. Eppure questi paesi - ha aggiunto Camusso - investono sulle loro aziende ferroviarie e usano, attraverso le loro ferrovie, il prodotto delle loro aziende. Viene così rafforzata così la produzione nazionale che diventa competitiva anche nei bandi di gara di altri Paesi. L'Italia no”. Per la Camusso il settore ferroviario, “rischia di avere una crisi analoga a quella di Fincantieri”. “Noi – ha affermato - ai lavoratori cosa gli diciamo se non che c'è una scelta di non investire nelle loro potenzialità. Perchè noi siamo un paese dove si decide che nulla è strategico e tutto può cambiare, dimenticandoci di essere contornati da Paesi che, al contrario, hanno deciso su quali produzioni strategiche puntare. Il presidente della Francia non permetterebbe mai ad un vettore privato importante, di proprietà francese, di utilizzare sulle proprie linee una tecnologia che non sia quella di Bombardier. L'Italia ha fatto esattamente l'opposto: Ferrovie dello Stato fa fatica a fare i bandi di gara, non valorizziamo la produzione del Consorzio Ansaldo come punto di riferimento e il più grande produttore che si inserisce nel mercato - Ntv che fa capo a tre signori noti a tutti, che si chiamano Montezemolo, Della Valle, Bombassei - fa l'appalto a Alstom, cioè a un produttore che sta chiudendo gli stabilimenti in Italia. Di fatto sceglie di non sostenere tecnologie e produzioni italiane. Come si fa a parlare ai lavoratori di prospettive di cambiamento se non c'è mai questa idea, dentro lo schema, di sostenere le tue aziende, di trasformarle e di farne il campione nazionale?”.

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