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Ogni 43 minuti avviene un crimine ambientale: ma, il reato, non esiste

Il numero delle violazioni in materia di tutela ambientale, salute e sicurezza dei lavoratori e dei cittadini è altissimo, uno ogni 43 minuti. "Eravamo in una situazione di emergenza. Avevamo due alternative: lasciare il percolato in discarica, oppure conferire nei depuratori. Ma nel primo caso avremmo corso seriamente il rischio di inquinare le falde acquifere e i campi". Così Generoso Schiavone ha motivato la scelta di scaricare smaltire negli impianti di depurazione il rifiuto liquido prodotto dagli sversatoi della regione Campania. Adesso è in cella, ma non è detto ci resti: nel nostro ordinamento giuridico manca un reato fondamentale, quello del disastro ambientale, dell'attentato alla salute pubblica. "Avevamo poco tempo a disposizione il percolato rischiava di tracimare dalle discariche inquinando i terreni e le falde e per questo fu deciso di predisporre il conferimento nei depuratori". II rendiconto di un ventennio di gestione dell’emergenza rifiuti in Campania cambia sta per subire un cambiamento. Oggi forse la delibera, un Opcm: ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri. Ancora una volta il potere esecutivo e decisionale non passerà attraverso la Camera ma sarà oggetto esclusivo di un solo uomo, Silvio Berlusconi. Con questa deliberà, uno dei passaggi più torbidi e meschini della storia della contabilità degli anni di emergenza rifiuti a Napoli, non verrà più assicurata da un’autorità indipendente, ma, da un organismo legato profondamente a chi di quelle entrate e di quelle spese era direttamente responsabile. Come se una azienda invece di ricorrere ad un revisore esterno si controllasse da sola. A turbare gli animi di chi lotta contro questi scempi sono i continui titoli di arresti e di inchieste sulla Campania che quasi ogni giorno riempiono i notiziari. «Logiche gestionali e contabili piuttosto sommarie, una gestione amministrativo-finanziaria poco attenta alla verifica dei presupposti dei pagamenti», una considerazione della Corte dei Conti sulla gestione 1994\2009.

Quando al generale Morelli, oltre un anno fa, veniva affidata la responsabilità dell’«unità operativa», cioè, quando all'esercito veniva ordinato di piazzarsi a guardia delle discariche e degli impianti di smaltimento in realtà veniva posto sotto il segreto di Stato la rendicontazione, della massa inestricabile di debiti e crediti oltre che dell'intera gestione rifiuti; raccolta e smaltimento, depurazione e sicurezza. L'esercito ha, e - non aveva - , il compito di proteggere l'illegale esercizio dei re delle multinazionali. Non è un caso se una proroga di sei mesi alla missione fosse stata prevista fin dall’inizio. Al loro posto, l’Opcm di domani potrebbe chiamare un’autorità prefettizia o un vice del capo della Protezione civile Franco Gabrielli: lo si capirà solo a ordinanza firmata dal premier. La Corte dei conti parla di «omessa presentazione della documentazione della spesa sostenuta nel 2006 per 5o milioni di euro» alla Fibe Campania Spa (gruppo Impregilo). La Corte sostiene che la Ragioneria dello Stato avrebbe «ricusato il visto all’utilizzo di somme» per circa 3o milioni. 155 milioni del periodo gennaio 2007-giugno 2008 per i quali a ottobre 2010 mancavano ancora «i rendiconti amministrativi». «Con la cessazione dello stato di emergenza — scrivono — emergerà in tutta la sua evidenza l’irragionevole duplicazione dei costi». Possibile che la Corte dei Conti soltanto ora prenda coscienza di quanto avvenuto dal 1994 ad oggi? Il punto è un altro; la possibilità, per un Presidente del Consiglio, di varare, mutare, prorogare, modificare leggi e decreti con il solo scopo di boicottare il corso della giustizia, dare ai magistrati collusi i faldoni che scottano, porre il Segreto di stato solo per scacciare la magistratura, tutto questo senza dover passare per la Camera. Per non parlare di quel buco giuridico che assicura ai terroristi dell'ambiente e della salute pubblica di contaminare e uccidere rischiando solo piccole sanzioni e nessuna onta sulla fedina penale. Ancora una volta i poteri straordinari, come nel caso dello scandalo della Protezione Civile, invece che servire per risolvere un’emergenza pur con corsie preferenziali, ma comunque nel rispetto delle regole, rischiano di trasformarsi essi stessi in una “Emergenza per la Legalità” – lo ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia. Questi rappresentati dello Stato più di qualsiasi altro pubblico amministratore avrebbero dovuto tenere un comportamento irreprensibile mentre siamo costretti a rilevare che i reati contestati sono gravissimi e dimostrano quanto sia fondamentale il ruolo della Magistratura nella difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini. Il WWF ricorda il processo madre del caso rifiuti in Campania, ovvero, il maxi-processo, tuttora pendente, che dal 2008 vede sul banco degli imputati dell’aula bunker del Tribunale di Napoli nomi di spicco del panorama politico-economico italiano i quali, devono rispondere della gestione illecita ed inefficace in materia di rifiuti. Un processo destinato a durare anni tanti sono gli imputati e le carte da controllare e prendere in esame, si è solo al primo grado.

Eppure, mentre questi nomi di spicco del panorama politico – imprenditoriale sono accusati di reati gravissimi le loro multinazionali ancora gestiscono e comandano tutta la filiera dei rifiuti in Campania e non solo. Hanno e vincono appalti ovunque: gestiscono i territori, costruiscono strutture quali inceneritori e compostaggio, allestiscono e gestiscono depuratori e società per le bonifiche. Chiamati a svolgere un servizio per la collettività con i soldi dei contribuenti, dietro le loro S.P.A., stanno devastando un patrimonio paesaggistico immenso, oltre ad aver dato la morte a migliaia di cittadini e ad ucciderne altrettanti con la loro spregiudicata, criminale, gestione. «La Hydrogest sta causando un disastro ambientale, il 30-40% dei fanghi viene sversato direttamente in mare». «Gli impianti fanno schifo e pure la depurazione». «Foce Regi Lagni ha buttato a mare tonnellate di merda al giorno». «Diciamo che il prodotto ha un odore molto disgustoso, però non abbiamo trovato un indice di inquinamento da farlo ritenere pericoloso». Queste le frasi incriminate attribuite ai gestori dell' emergenza rifiuti. I magistrati nell'ordinanza scrivono: «Anche il Commissario straordinario all’emergenza rifiuti Guido Bertolaso e il suo vice Marta Di Gennaro avevano consapevolezza della problematica del percolato, e tuttavia lo gestivano con assoluta sufficienza, e soprattutto in dispregio di ogni regola». Tutti sapevano e sanno cosa sta avvenendo non solo in Campania; guardate a Porto Torres, guardate a Taranto con l'Ilva, guardate a Brescia con la sua Acciaieria. Tutta Italia grazie ai straordinari poteri del Consiglio dei Ministri, grazie alla setta di Confindustria, grazie alla Federmeccanica e altre organizzazioni a gruppo chiuso, sta subendo un brutale attacco. Con la loro artiglieria pesante, fatta di poteri, soldi e clientelismo, ci hanno condannato a morte e hanno condannato le generazioni a venire. Di chi sono le multinazionali, le acciaierie, le fabbriche della morte, le grandi industrie e cliniche; chi costruisce ponti, autostrade, ferrovie, chi ha il potere di scavalcare la legge? Chi dello Stato si serve e non lo difende. Occupanti abusivi di poltrone e ruoli usati per incrementare poteri e soldi, senza un briciolo di umanità, questi si che sono da definirsi dei terroristi e come tali devono essere processati. È una verità, una di quelle poche verità che quasi, davanti a tanta incertezza e confusione per il futuro, rasserenano, come fosse un punto dal quale ripartire alla conquista di una Nazione massacrata sotto ogni punto di vista: morale, sociale, politico, giuridico. Non importa da che punto la si guardi questa Italia, poiché un grido di allarme giunge forte e chiaro da ogni lato. E allora afferriamo questa verità, impugniamola come fosse la spada di Artù e partiamo alla conquista della legalità, garante di ogni democrazia e diritto umano.


 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.251) 9 febbraio 2011 01:18

    Che tristezza. Speriamo che istituiscano questa legge (spero anche a livello europeo) e che poi con i colpevoli di questi scempi in galera facciano qualcosa di concreto per bonificare quanto è stato distrutto e per salvaguardare quanto ci resta del nostro territorio che non solo ci dà di che vivere ma che è tra i più belli e ammirati del mondo intero. Bisogna crescere ma nel rispetto della cultura, delle persone, del territorio, delle tradizioni, fossi al governo abbandonerei subito l’idea della crescita industriale (inquinante e capitalista) per quella turistica (rispettosa e partecipativa) trasformando piano piano l’italia in una immensa nazione-museo, ci guadagneremo tutti e torneremo non solo a crescere ma anche ad essere di nuovo felici di vivere in questo splendido paese, diventato veramente troppo, troppo grigio. Ma temo che purtroppo per cambiare rotta avremo bisogno come al solito di sbattere forte la testa contro un muro: l’essere umano non ha mai imparato niente dal suo passato e pure, di passato, quanto ne avremo noi da poter insegnare al mondo intero come vivere!!

  • Di lino di gianni (---.---.---.106) 14 febbraio 2011 11:28
    lino di gianni

    Brava, Roberta..

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