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Oggi commemorare la Shoah

Il Giorno della Memoria è arrivato anche quest’anno e, come ogni anno, qualche ritrosìa e qualche polemicuccia se la porta dietro.

Come quella sollevata qualche giorno fa da Il Fatto Quotidiano che racconta di una mostra organizzata da tal Manuela Morani, brava donna “da sempre impegnata nel sociale a favore dei più deboli e ideatrice della mostra”, che ha colto l’occasione per organizzare un’esposizione di disegni dei bambini di Gaza.

Ovvia conclusione: proteste della comunità ebraica, intervento di politici, mostra chiusa e conseguenti lamentazioni dell’organizzatrice (“Sono scossa, ho la casella di posta intasata da messaggi di odio nei miei confronti” eccetera). Cui si aggiunge lo sdegno del presidente della Comunità Palestinese Khader Tamimi che, rammaricato dell’annullamento della mostra, dichiara “inutile parlare di diritti dell’uomo se poi per paura di essere etichettati come antisemiti non si ha il coraggio di ammettere che oggi sono in atto massacri contro interi popoli”.

Non passa per la testa all’organizzatrice della mostra e al signor Tamimi che 364 giorni sono sufficienti per ricordare i massacri dei tanti altri popoli, delle tante altre vittime; il trecentosessantacinquesimo lasciate perdere.

Invece proprio in quel giorno si vogliono ricordare anche tutte le altre vittime: ma allora perché non esporre i disegni di bambini yazidi o curdi, ucraini o ceceni, tibetani o beluchi, ma solo dei palestinesi, e proprio in occasione dello sterminio degli ebrei, se non per mettere gli ebrei sul banco degli accusati anziché, come deve essere almeno oggi, su quello delle vittime?

In altre parole: se cerchi una provocazione politica (mascherata in modo maldestro) e ti impegni per portarla a termine con duro lavoro e dovizia di particolari, poi (almeno) non lamentarti se qualcuno te le canta e ti chiude la mostra.

Ogni anno la stessa storia: il 27 gennaio e il 25 aprile, per motivi diversi, si devono togliere gli ebrei dalla memoria collettiva e sostituirli con i palestinesi.

Allora propongo che venga ufficialmente istituita, il giorno 16 settembre - data del massacro di Sabra e Shatila - la commemorazione di tutte le vittime palestinesi del conflitto arabo-israeliano. E magari il 23 agosto - giorno del massacro e della pulizia etnica subìta dagli ebrei per mano araba ad Hebron nel 1929 - la data del ricordo di tutti gli ebrei morti nel corso dello stesso conflitto.

E finiamola con questa polemica demenziale su chi va ricordato il 27 di gennaio. E’ la commemorazione della Shoah, lo sterminio nazista degli ebrei europei. Punto.

Foto: Willi Vecchiato/Flickr

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