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Occupyscampia: chi canta vittoria per il flop ha fatto il gioco di chi dice “la camorra non esiste”

 

A Scampia c’è la camorra. Lo sanno anche i sassi. Una delle più grandi piazze di spaccio d’Europa. Con l’inizio di una guerra fra clan che in poche settimane lì vicino, in un comune a pochi km, ha visto 5 morti fra i clan rivali di chi domina a Scampia. Questore e prefetto dicono che va tutto bene, che quei 5 morti sono normale amministrazione, “assestamento” fra i clan fanno sapere. Un assestamento fra clan con 5 morti? Anche le associazioni sul territorio sposano la tesi istituzionale. “Assestamento”. A Scampia si cerca la normalità, si cerca di non criminalizzare e isolare un quartiere e chi lo abita, gente che ha pagato e caro anni di isolamento e assenza della politica e delle istituzioni. Il problema non è la camorra ma dove la camorra prospera. Tutto comprensibile, ovviamente. Ma c’è quel termine, “assestamento” che fa drizzare i capelli in testa. Perché non è mica facile pensare che un assestamento abbia un peso del genere. E soprattutto è ovvio che ci sia paura che gli amici dei 5 ammazzati decidano che i termini dell’assestamento non gli stanno bene. E che sia quantomeno realistico la ricerca di un pareggio dei conti. Con altri morti ammazzati in strada da fare, ovviamente, nel territorio dei rivali. Scampia. Si, non solo, ma anche Scampia.

Tralasciamo il fatto che questo tipo di dichiarazioni siano esattamente speculari a quelle che si erano già sentite alla fine degli anni ’70 e ancora prima agli inizi dei ’60 a Palermo prima delle due guerre di mafia che fecero centinaia di morti “ufficiali” e forse anche più “informali” (lupara bianca). Tralasciamo il fatto che ogni volta che le istituzioni si siano distinte in dichiarazioni minimaliste (clan in ritirata, scaramucce, criminalità e non criminalità organizzata, assestamento) poi ci si è trovati a dover assistere a l’emergere di conflitti sanguinosi e escalation di soggetti e organizzazioni tutt’altro che in ritirata. Ma non si può far finta di niente davanti a quel termine, assestamento, che sembra sottintendere una sorta di accettazione dei fenomeni mafiosi sui territori. E questo alla società civile, alle istituzioni tutte, all’opinione pubblica, allo Stato non può andare bene. Non è accettabile.

Ma andiamo avanti.
Il Mattino, il principale quotidiano di Napoli, qualche giorno fa pubblica un’inchiesta che partendo dai quei 5 omicidi di “assestamento” racconta come le organizzazioni criminali che controllano Scampia stiano imponendo una sorta di coprifuoco in alcune strade del quartiere. Imponendo, con “consigli”, certo, con amichevoli chiaccherate. Ma chi rifiuta consigli del genere? Si possono rifiutare? Si teme, da parte dei clan di Scampia, che parta la vendetta ordinata dai boss rivali. Si teme che ci scappi il morto innocente quando scatterà la vendetta e che si avvii una percezione diversa del territorio, e quindi un’azione più invasiva da parte dello Stato. Si rischiano gli affari se le istituzioni non parlano più di semplici “assestamenti” o mormorando fra addetti ai lavori “finché si ammazzano fra loro”. Quindi si consiglia. Si rilasciano consigli che si sa che verranno recepiti.

Questi i contenuti di quell’inchiesta e da qui la nascita, da un tweet, dell’ondata di indignazione che ha attraversato la rete per giorni. Occupyscampia. Che in poche ore è divenata un’onda enorme, inarrestabile diventando notizia, fenomeno mediatico, novità in questo asfittico panorama offertoci da un paese colpito, piegato e terrorizzato dalla crisi economica.

Mi sono dilungato. Vado al dunque.
“È una bufala! È una strumentalizzazione politica e mediatica del Pd (il primo tweet è stato di una parlamentare Pd del casertano, Pina Picierno), qui a Scampia non c’è nessuna guerra di mafia e nessun coprifuoco. Tutto falso, vogliono utilizzare Scampia per una campagna falsa che nasconda la realtà di questo territorio”. Eccetera. Ho riassunto qui le accuse fatte a occupyscampia in particolare da parte da una fetta dell’associazionismo del territorio. “Colonialismo”. Fa sorridere vero? A me no. Insomma tre giorni di attacchi feroci, insulti, accuse durissime a chiunque appoggiasse l’idea di fare occupyscampia. Raccolte queste accuse e insulti puntualmente da parte di un settore della stampa (il Foglio di Ferrara in testa) che con i temi della legalità e della lotta alle mafie non è che siano poi così tanto avvezzi (la metto così). Ma chi se ne draga, ci si allea anche con Ferrara pur di far fallire occupyscampia.
Capita una cosa, però, mentre tutta l’attenzione è concentrata sulle polemiche relative alla “bufala”, alla “strumentalizzazione” e al “colonialismo” di quegli “sciacalli” di occupyscampia. Capita che un’altro giornale, la Repubblica di Napoli, sia andato a verificare il racconto sul coprifuoco fatto da Il Mattino e che il 2 febbraio pubblichi un ampio servizio in cui, un po’ defilato, confermi l’esistenza di una fonte della cosiddetta “bufala”. Ovvero che vi fossero commercianti che avessero denunciato.

Ecco il link

Ne riporto un brano:


“Il prefetto Andrea De Martino, esprime sul tema «sorpresa» e un po’ di amarezza. «È singolare la vicenda del coprifuoco che sarebbe stato imposto a Scampia — premette — . Ci troviamo nella condizione in cui in Europa si dà per scontato che i clan impongano la chiusura ai negozi ma a noi e forze dell’ordine non risulta. Ho convocato il presidente di Confcommercio Russo, l’assessore comunale Narducci e il sindaco di Melito Venanzio Carpentieri. Ma, ad eccezione di Russo a cui una decina di commercianti che vogliono mantenere l’anonimato avrebbero denunciato l’imposizione, nessuno ne sapeva nulla. Ecco, mi sarei aspettato che la Confcommercio avesse riferito per le vie opportune le segnalazioni ricevute, ma così non è stato. Mi auguro che a Napoli come a Palermo gli associati si impegnino alla denuncia».”.

Vi sono anche i comunicati di Confcommercio a confermare le denunce. Tutto oscurato dalle polemiche.

Come? Eh, sì. Ci sono un decina di associati a Confcommercio che avevano denunciato, richiedendo l’anonimato, le pressioni dei clan per un coprifuoco. Però lo avevano fatto non per canali istituzionalizzati come le forze dell’ordine o lo sportello anti racket gestito a Scampia da una delle associazioni del territorio. Perché non lo avevano fatto? Ipotizzo, e per esperienza non sarebbe la prima volta, che si sia scelto di andare da Conformercio perché si sentivano più sicuri nel mantenere anonimato invece che andare da carabinieri o polizia o a una struttura del territorio più visibile e controllabile sul territorio stesso. Hanno sbagliato? Forse. Comunque hanno denunciato. Quindi l’ipotesi di una bufala mediatica si appanna di un bel po’ anche perché il presidente di Confcommercio continua a confermare le denunce.

Intanto, però, la notizia, che era una notizia grossa come una casa, veniva totalmente cancellata dalle polemiche e dallo scontro in atto su #occupyscampia (cittadini forse troppo ingenui ma in totale buona fede compresa quella poveretta della Picierno che aveva il marchio di essere anche parlamentare) e l’associazionismo locale che urlava a orridi complotti sulle spalle dei cittadini di Scampia. Non c’è stato verso. Notizia scomparsa. Polemica a livelli assurdi. Attacchi anche personali di ogni genere a chiunque sostenesse #occupyscampia.

Metti il cattivo tempo e metti la campagna di attacchi la rete ieri a Scampia fisicamente ha portato pochissima gente da fuori Napoli. E il quartiere ovviamente ha disertato. Che avreste fatto voi? Fra presenza della criminalità organizzata da un lato e dall’altro uno dei pochi presidi di legalità, l’associazionismo, che respingeva #occupyscampia con toni come quelli che si sono visti? Zero.

Poi, e qui la follia vera, le associazioni e loro simpatizzanti a cantare vittoria perché è fallita una manifestazione contro la camorra. Incredibile, vero? Invece è successo questo. Ieri a Scampia. Non voglio neanche entrare nel merito delle ragioni di questo atteggiamento autolesionista. Non mi interessa. Mi pongo un altro problema.

Eccolo.
Quei dieci commercianti che subendo pressioni inaccettabili dalla criminalità organizzata avevano deciso di denunciare quello che, sotterraneamente, stava accadendo a Scampia nell’attesa di un nuovo bagno di sangue e di una guerra di mafia, ora che cosa staranno pensando? Come si sentiranno? Che conseguenze pagheranno? Anche perché se associazionismo e politica locale erano così impegnati a andare in scena con polemiche durissime e a negare che ci fosse problema altro da degrado, mancanza di servizi e strutture e inclusione sociale per accorgersi di loro, la camorra, statene certi, non ha di queste disattenzione e starà già cercando di capire chi ha parlato. E denunciato. Statene certi. E quelli che stavano pensando di denunciare anche loro dopo quello che è successo pensate che lo faranno mai?

Nessuno si sta ponendo questo problema. E nessuno se l’è posto.
Ieri è stata una sconfitta non per un movimento di opinione e solidarietà spontaneo nato da un semplice senso di indignazione (magari ce ne fossero ogni giorno di cose del genere). Ieri siamo stati sconfitti tutti. Noi, cittadini italiani. E soprattutto Scampia. Un’occasione scientificamente e masochisticamente persa.

E ora assumetevi la responsabilità di questa roba qua. Se ne siete in grado.

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