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OGM sicuri? Dopo 15 anni i contadini americani fanno i conti con le reazioni della natura alle violenze del profitto!

Periodicamente l’uomo sfida la natura e cerca di affermare un primato che immancabilmente viene smentito con regolarità.

Nel 1996 la multinazionale Monsanto ha lanciato sul mercato statunitense, il più importante mercato agricolo del mondo, le sue sementi transegeniche di soia e di cotone. Si tratta di sementi sulle quali si interviene in laboratorio modificando alcune catene geniche per cambiare le caratteristiche naturali delle sementi tradizionali. Queste modifiche tendono ad esaltare alcune aspetti morfologici oppure a trasformare il rapporto di queste piante con il mondo vegetale che le circonda. Questi sono gli OGM cioè gli “organismi geneticamente modificati”.

La Monsanto nel 1996 ha introdotto queste rivoluzionarie sementi perché le modifiche apportate in laboratorio consentivano alle piante in crescita di essere immuni dall’azione erbicida di un diserbante prodotto dalla stessa Monsanto il Roundup. Questo erbicida aveva infatti un’azione selettiva: Distruggeva ogni altro organismo vegetale senza attaccare le piante OGM modificate dalla Monsanto. Gli agricoltori dell’Arkansas ricordano con nostalgia quell’epoca dell’oro in cui i campi restavano perfettamente puliti, liberi dalle infestanti come non si era mai visto prima. Il successo commerciale di questi prodotti fu immediato ed oggi il 58% del cotone, il 66% del mais e il 93% della soia negli Stati Uniti provengono dagli OGM Monsanto così come la maggior parte degli OGM presenti negli altri continenti. Il principio attivo del Roundup è il glifosato l’erbicida più diffuso al mondo.

Il Roundup ready cambiò l’agricoltura in pochi anni. Attività tradizionali come l’aratura vennero abbandonate semplicemente perché inutili, il nuovo miracoloso erbicida manteneva puliti i campi in modo rapido ed economico. Gli agricoltori folgorati da questa autentica manna videro le loro aziende trasformarsi in industrie prospere ed in rapida crescita in grado di moltiplicare gli utili riducendo i costi e la fatica del lavoro nei campi.

Ma l’uomo, la creatura più intelligente dell’universo conosciuto, ha una memoria cortissima e ancora una volta, ha sottovalutato la capacità degli organismi naturali di organizzarsi e rispondere alle modificazioni ambientali. Una decina di erbe infestanti dopo quindici anni dall’introduzione delle sementi e dell’erbicida Roundup sono diventate resistenti. Tra queste l’Amaranthus palmeri volgarmente l’erba dei maiali che non solo ha dimostrato di essere resistente ma ha reagito con un comportamento biologicamente paradossale. L’amaranto sta avendo uno sviluppo abnorme assumendo strane forme ma soprattutto crescendo in modo quasi mostruoso. Sono descritte situazioni in cui la pianta infestante cresce ad un ritmo di cinque centimetri al giorno superando i due metri e producendo rami che danneggiano le lame delle mietitrebbie. Quindici anni dopo l’introduzione degli OGM della Monsanto e dopo l’uso quasi esclusivo del glifosato alcune erbe infestanti si sono organizzate e da qualche esemplare iniziale si è sviluppata una vera popolazione di erbe resistenti.

Le colture maggiormente colpite sono quelle della soia e del cotone in ragione di quasi 6 milioni di ettari coltivati solo negli Stati Uniti su un totale di circa 22 milioni ma gli esperti dicono che è solo una questione di tempo perché “l’epidemia si diffonda”. Il problema non riguarda solo gli USA ma anche la Cina, il Brasile e il Canada cioè i Paesi che hanno consentito la maggiore diffusione degli OGM. Gli esperti conoscevano i rischi ma non prevedevano la rapidità che si manifesta oggi.

Mentre i contadini americani cercano di tornare a “vecchie metodologie” in disuso dagli anni ’60, l’EPA, l’agenzia per la protezione dell’ambiente, lancia un allarme per la contaminazione dell’acqua attraverso alcune molecole come il “dicamba” un erbicida derivato da un componente dell’arancio il defogliante usato durante la guerra del Vietnam. Al momento qualunque intervento si è rivelato un insuccesso ed un nuovo esercito di braccianti l’estate scorsa ha diserbato i campi con la zappa. Gli agricoltori sono scettici perché dopo due o tre settimane il campo è più infestato di prima e sembra che la situazione sia in costante peggioramento. Nel frattempo i costi sono esplosi. Oggi la soia costa 60$ in più per ettaro e 140$ il cotone mentre i rendimenti sono calati del 20-30%

La Monsanto ammette finalmente che “c’è un problema” dichiarando che il Roundup da solo non basta a fermare le infestanti e sta rimborsando agli agricoltori 24$ per ettaro. Mentre l’azienda americana annuncia nuove sementi tra il 2014 ed il 2016 in grado di resistere al glifosato e alla dicamba, gli agricoltori che vogliono ritornare a prodotti tradizionali hanno difficoltà di rifornimento perché nessuno poteva prevedere una richiesta così massiccia di prodotti ormai ritenuti obsoleti. Il rischio di una vera e propria catastofe agricola mondiale si profila come un’ipotesi tutt’altro che improbabile con una caduta verticale dei raccolti delle prossime due/tre stagioni.

Tutto ciò ha riacceso una polemica sugli OGM mai sopita. Gli attivisti contrari agli OGM attaccano la Monsanto che ha promesso una produzione “miracolosa e priva di rischi” e ha generato questo disastro. Gli agricoltori oggi preoccupati per le conseguenze economiche attuali descrivono così il loro periodo d’oro: “Era come una droga. Era tutto fin troppo facile rispetto al passato, abbiamo creduto che potessimo produrre sempre di più e a costi sempre più bassi”

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