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 Home page > Attualità > Società > L’autunno caldo e la necessità di raccontarlo, dal basso

L’autunno caldo e la necessità di raccontarlo, dal basso

 

 Lo sapevamo che questo autunno sarebbe stato decisamente caldo. Inziando dal punto di vista giudiziario, da quello dei doppi e tripli ricatti. Ci aspettavamo minacce e rivelazioni, dossier e e contro-dossier. Come ci aspettavamo che l’informazione, ormai decisamente schierata e con tanto di elmetto in testa, venisse utilizzata come arma nei confronti di una parte o di un’altra. Ci aspettavamo tutto questo perché la fotografia di questo Paese ci mostra un’Italia profondamente divisa, sia dal punto di vista culturale e politico che dal punto di vista territoriale ed economico.

I vari papelli e contro papelli, video a luci rosse, gossip da camera da letto, colpi di scena giudiziari, urla da salotto televisivo e anatemi lanciati dal centralino di casa , sembrano di giorno in giorno sempre più spezzoni di una incredibile sceneggiatura, una costruzione solo parzialmente reale di quello che sta veramente accadendo. Mi spiego. Mentre tutta l’attenzione è concentrata sullo scandalismo da un lato e la politica da fine impero dall’altro, il nostro Paese sta subendo il colpo di coda di una crisi economica globale a cui siamo giunti totalmente impreparati. Contemporaneamente, alcuni processi finalmente riaperti stanno mostrando le vere origini, distorte, dell’insieme politico e istituzionale di quella che viene chiamata, pomposamente, Seconda Repubblica. Mentre ci accaloriamo sulla caccia di “chiappette d’oro” e sulla presunta illibatezza di Noemi, mentre ci domandiamo come un anziano uomo politico e imprenditore multimiliardario possa reggere i ritmi di una vita di feste e festini come quelli che ci ha mostrato negli scorsi mesi l’inchiesta barese sul giovanotto rampante in caccia di favori Giampaolo Tarantini, mentre sbattiamo la testa al muro per capire come un giornalista e politico accorto come Marrazzo si sia andato a cacciare in quel appartamento a via Gradoli in compagnia di transessuali, spioni,  infedeli e ricattatori di ogni tipo, va in scena tutt’altra realtà.


Quella degli effetti devastanti della crisi economica sul nostro Paese: milioni fra disoccupati e cassaintegrati, l’intero impianto produttivo (compreso quello piccolo e medio storicamente motore dell’economia nazionale) che rischia il collasso e la banca rotta, spaccatura ormai apparentemente irrecuperabile delle forze sindacali (la firma separata di accordi non è più un’eccezione ma la regola), un’ politica da un lato residuale e dall’altro in cerca di un’identità che sembra ora del tutto impalpabile e probabilmente, domani, impraticabile (le contraddizioni all’interno del Pd sono innumerevoli, ben oltre già alle macroscopiche discrasie del sostegno a Bassolino e Loriero) che sembra assolutamente inadatta ad affrontare le conseguenze della crisi e a individuare soluzioni praticabili.

E poi c’è l’evento madre della nascita della Seconda Repubblica, che emerge oggi con chiarezza dalle inchieste sulla trattativa fra Stato e mafia, dall’intreccio incredibile che condusse alcuni poteri palesi e altri occulti a ricercare una soluzione praticabile di continuità e percorrerla anche attraverso l’illegalità, l’inganno, il patto innominabile. La Seconda Repubblica, leggendo le carte dei processi, le testimonianze, i ricordi tardivi di tanti dei protagonisti di allora (e di oggi) non è mai nata. Quella in cui stiamo vivendo, questa ormai è la sensazione sempre più diffusa, è l’effetto di un camuffamento di quei poteri che portarono al collasso di Mani Pulite, delle stragi del ’92/93, dell’implosione (solo apparente) del sistema partitico, della liquidazione del pubblico non verso una privatizzazione ma una liberalizzazione selvaggia e speculativa che ha di fatto liquidato un intero sistema economico che, nel bene e nel male, aveva tenuto in piedi il Paese per più di 40 anni.

C’è da farsi una montagna di domande in questa fine di autunno. C’è da avere i nervi saldi per individuare sia a livello personale che collettivo cosa fare e come. In questo Paese rimpinzato di una pseudo realtà mediatica dal sistema Raiset c’è l’enorme necessità di raccontare il reale, la vita, i bisogni e le aspirazioni degli italiani. E i media tradizionali sembrano non esserne assolutamente in grado. Neppure tanti di quelli che invece avevano dichiarato di farsi portavoce di queste istanze di verità. In qualche modo il Web sta supplendo a questo vuoto di informazione, di dibattito, di rappresentazione. Gli esempi sono tanti di questi esperimenti, grazie al cielo riusciti: da www.agoravox.it awww.antimafiaduemila.com, da www.dazebao.org a www.crisitv.wordpress.com, dawww.ucuntu.org a www.liberainformazione.org. E poi migliaia di blog, pagine, video. E i libri che diventano sede naturale, vista l’impossibilità di trovare spazio sui media, dell’inchiesta. Come il teatro che mai come in questa fase si è fatto portatore di storie basate sul reale, sulla denuncia, sulla puntuale ricerca giornalistica.

Il sogno, in questo autunno, è che tutti questi frammenti trovino una sintesi e un incontro fra loro, che insieme formino una massa critica svelando la realtà del Paese non solo a piccoli settori degli Italiani, ma attraverso una fase di messa in rete e di amplificazione diventino (collettivamente) un nuovo media. Fatto di tanti e non di solitudini. Attento, puntuale, informato e comprensibile. Che abbi un solo formidabile e rivoluzionario (permettetemelo) obiettivo: raccontare.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.9) 2 novembre 2009 18:29

    Potremmo parlare di Untori della parola e di come si può essere Travolti dalle informazioni. Potremmo leggere la storia de Il Barbiere ed il lupo per scoprire che il consenso è figlio della paura. La storia (con la S) ci dice che La "febbre" del Tribuno cerca di imporre (a tutti) le proprie regole e debolezze. Dovremmo chiederci dove porta il cinismo e l’opportunismo. (altro ancora => http://forum.wineuropa.it )

  • Di massimo (---.---.---.131) 3 novembre 2009 01:05

    L’articolo in se potrebbe essere condivisibile. Manca però un’analisi delle cause di questa situazione e quindi dei rimedi che dovrebbero essere presi .
    Il primo fondamentale punto che viene sempre taciuto dalla sinistra è che la sinistra stessa non ha mai realmente accettato le sconfitte elettorali contro Berlusconi, in particolare quella del 1994 quando era assolutamente sicura di avere la nazione in mano.
    Da quindici anni la sinistra conduce una campagna forsennata d’immagine, mediatica e giudiziaria contro l’uomo Berlusconi, che , a sua volta poi ribatte con asprezza e violenza.
    Ormai siamo allo scontro Milan Inter con gli ultras in azione.
    Da parte di chi dice di voler difendere la gente comune , lavoratori, pensionati ed indigenti, è stata una politica assurda. La sinistra ha scordato la sua missione e si è lanciata in campagne demagogiche e persino moralistiche , da bigottina di sagrestia , francamente ipocrite e ridicole.

    Il nostro paese diventerà un bel paese quando i politici presenteranno solo proposte ed idee per il futuro, ora in particolare nel campo economico, quando ne discuteranno seriamente con obiettività e rispetto reciproco, quando realizzeranno i programmi accettati con rigore, capacità ed efficienza.

    E’ un bel sogno vero ? ma non c’è alternativa , salvo sprofondare sempre di più nel nostro basso impero di oggi , che ci vede sempre più indietro e marginali nel modo





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