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Nuova azione legale contro il Comune di Roma: "Discrimina rom e sinti"

Il 28 febbraio 2012 il governo italiano ha presentato alla Commissione europea la Strategia nazionale d'inclusione dei rom, sinti e camminanti. Un punto centrale del documento riguarda «il superamento dei campi nomadi, in quanto condizione fisica di isolamento che riduce la possibilità di inclusione sociale ed economica delle comunità».

La Strategiaitaliana esprime chiaramente la «necessità di superamento del modello dei campi per combattere l'isolamento e favorire percorsi di interrelazione sociale, pur nel rispetto delle consuetudini abitative dei rom e dei sinti».

Malgrado la Strategia sia stata approvata dal Consiglio dei ministri, il Comune di Roma continua la sua azione nel reiterare la creazione di spazi abitativi di grandi dimensioni, isolati dal rimanente spazio urbano e dedicati esclusivamente alle comunità rom attraverso i lavori realizzati per portare a compimento la costruzione del «villaggio attrezzato» La Barbuta, destinato a ospitare 650 rom della capitale.


Per tale ragione l'Associazione 21 luglio e l' ASGI (Associazione Studi Giuridici Sull'Immigrazione) hanno promosso un'azione legale contro il Comune di Roma.

Già in passato l'Associazione 21 luglio aveva denunciato la non idoneità dell'area dove è stato realizzato il nuovo campo La Barbuta ad ospitare ogni insediamento umano. L’area sorge all’interno del cono di volo e nei pressi del sentiero di avvicinamento dei velivoli dell'aeroporto di Ciampino dove atterrano giornalmente 200 aerei ed è quindi incompatibile con quanto previsto dalle vigenti normative in materia di restrizioni all’interno dei coni di volo aeroportuali.

Essa è poi situata su di uno spazio la cui parte sottostante funge da falda acquifera per la sorgente Appia. Inoltre, l’estensione dove sorge il campo è individuata nel Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio come «terreno compreso tra i beni paesaggistici e individuata come area di notevole interesse pubblico» e quindi soggetta a vincolo ai sensi del D.Lgs. 42/2004. Si tratta dunque di un luogo non idoneo ad ospitare un insediamento umano per le condizioni igieniche, l’aria insalubre e l’inquinamento acustico oltre che per la situazione di emarginazione ed esclusione sociale che de facto si verrebbe a realizzare.

All’interno del ricorso l'Associazione 21 luglio e l'ASGI cercano di dimostrare come il «villaggio attrezzato» La Barbuta debba considerarsi discriminatorio - e quindi illegittimo – in primo luogo per il solo fatto di rappresentare una soluzione abitativa di grandi dimensioni rivolta a un gruppo etnico specifico e priva dei caratteri tipici di un'azione positiva. 

«Con questa azione legale - spiega l'Associazione 21 luglio – intendiamo ottenere l'accertamento del carattere discriminatorio della costruzione dell'insediamento in località La Barbuta destinato ad ospitare 650 persone appartenenti al medesimo gruppo etnicoquello rom e l’interruzione definitiva da parte del Comune di Roma dei lavori di ultimazione e di assegnazione del nuovo insediamento. Deve infatti intendersi discriminatoria qualsiasi soluzione abitativa di grandi dimensioni diretta esclusivamente a persone appartenenti a una stessa etnia, tanto più se pensata, come nel caso dell'insediamento sito in località La Barbuta, in modo da ostacolare l'effettiva convivenza con la popolazione locale, l'accesso in condizione di reale parità ai servizi scolastici e socio-sanitari e situato in uno spazio dove è posta a serio rischio la salute delle persone ospitate al suo interno». 

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