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 Home page > Tribuna Libera > Non solo Parigi: la teocrazia terroristica all’attacco

Non solo Parigi: la teocrazia terroristica all’attacco

Non è il caso di sminuire in alcun modo gli attentati di Parigi.

È anzi necessario non solo commuoversi per le tante vittime, fra cui moltissimi giovani, ma anche ragionare a fondo sulle modalità e finalità degli attentatori.

Questo non toglie che i media occidentali - e noi (spettatori/fruitori) con loro - guardano ai “nostri” attentati come ad avvenimenti assolutamente eccezionali, drammaticamente epocali, strazianti quanto dirompenti per le nostre menti e le nostre esperienze.

Ma se, più freddamente, analizziamo i fatti, andando a cercare gli studi che agenzie internazionali di analisi producono ogni anno sulla base di raccolte di dati estremamente concreti, dobbiamo allora aprire gli occhi su quello che finora non abbiamo mai voluto vedere.

Lasciando agli addetti ai lavori il lavoro sporco di conoscere le verità che i governi (e i media) non ci dicono. Forse per risparmiarci la brutale verità.

E la brutale verità è questa: nel solo 2014 gli attentati terroristici nel mondo sono stati oltre 16.800. Ed hanno causato complessivamente più di 43.500 morti ed oltre 40.900 feriti.

Noi non ce ne accorgiamo, ma nei paesi in cui sono avvenuti sì!

In sintesi parliamo di 1400 attentati al mese; 46 al giorno, ogni giorno, per tutto l’anno; 2 attentati ogni ora. Non so se è chiaro.

E il trend di crescita è notevole rispetto al 2013 (quasi 10mila attentati con 17.958 morti) che già aveva segnato un aumento del 44% rispetto al 2012

Stiamo quindi parlando di uno stato di guerra permanente che già da anni devasta paesi lontani dai nostri occhi, ma sempre gli stessi: Iraq, Pakistan, Afganistan, India, Somalia, Nigeria, Sudan, Yemen. Cui si è aggiunta recentemente anche l’Ucraina.

Capire di che cosa si tratta quindi è complicato. Noi ce la caviamo di solito (guardando come al solito ai soli attentati di casa nostra) con il classico refrain dello scontro fra religioni: loro contro di noi e viceversa.

Ma qui i “loro” sono numerosi e i “noi” non sono di meno. Se diamo un’occhiata alle organizzazioni implicate negli attacchi la maggior parte sono chiaramente di area islamista, ma è lampante che i “noi” non siamo solo noi occidentali, ma anche una vasta platea di popolazioni di tanti paesi che non esiteremmo a definire islamici.

Quindi proviamo a ragionare sul fatto che, forse, non di scontro “fra religioni” si tratta.

Quanto piuttosto di concezioni di vita ritenute inconciliabili con il rigore di quel qualche cosa di indefinito che gli attentatori hanno in mente come “giusto modo di vivere”; pochi dubbi che sia una sorta di totalitarismo teocratico spietato ed implacabile. Mescolato con una insopprimibile voglia di potere; sui soldi, sulle donne, sulla mente degli esseri umani.

Nell'immagine i colori più scuri indicano la maggior incidenza di attacchi terroristici (da Global Terrorism Index https://en.wikipedia.org/wiki/Globa...)

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