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 Home page > Tribuna Libera > Non esistono più i terroristi islamici di una volta...

Non esistono più i terroristi islamici di una volta...

Insomma: non esistono più i terroristi islamici di una volta. Quelli che attaccano obiettivi – esclusivamente civili – e si fanno saltare in aria in nome della Jihad. Quelli che, mentre saltano in aria, pensano alle vergini che troveranno certamente nell’aldilà, e si augurano che siano pure carine.

No, reset. Roba vecchia, andata, fuori moda. Ora va il terrorista – possibilmente islamico o originario - sbroccato, con evidenti problemi psichici, integrato in occidente e con alle spalle una triste storia di ricoveri in reparti di psichiatria, o comunque, con un passato di eventi di labilità mentale.

L’esempio di Ansbach, in Germania, è uno degli ultimi. Ma ecco che oggi, nella civilissima e progredita Inghilterra, arriva l'aggressore sbroccato di turno: 19 anni, norvegese ma – preparatevi – di origini somale, e con “problemi mentali”, come ha prontamente dichiarato la polizia alla Stampa.

Noto questo andamento, dopo la strage di Nizza. E dopo il tentato golpe in Turchia. Due eventi che, palesemente, hanno fatto acqua da tutte le parti, tanto da far riflettere molti – a livello internazionale – sulla veridicità degli accadimenti.

Dopo Nizza e il fallito golpe turco, ecco spuntare un nuovo filone: le stragi accadono, ma ora non si grida più all’attentato ISIS o comunque, di matrice islamica. Si passa al piano B: smorzare i toni, far passare un messaggio diverso. Non più terrorismo nudo e crudo, ma psicolabili che si aggirano per l’Europa, armati di machete e coltelli, a rappresentare la parte malata della società, in grado di uccidere e fare danni, ma solo a causa di psicopatologie palesi.

Talmente palesi, che appunto, nel caso odierno – quello del 19enne norvegese che a Londra ha ucciso una signora americana e ferito cinque persone – che immediatamente si dichiara il disturbo psichico. Manco uno straccio di consulenza psichiatrica forense: basta un poliziotto a decretare la psicopatologia, adesso.

Ora, alla luce di tutto questo, io non metto in dubbio che le stragi, le aggressioni e le uccisioni siano davvero avvenute. No, la mia riflessione è diversa: si sta, una volta di più, deviando l’attenzione delle masse verso un diverso obiettivo. Ora, il nemico è lo psicolabile, non meno preoccupante di un kamikaze, anzi, forse più terribile di un terrorista imbottito di TNT, dal momento che il disturbo mentale può esplodere in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. E in tal modo, si sposta ancora l’attenzione, a ogni costo, pur di non permettere alla gente di guardare ai fatti – gravissimi – che stanno accadendo.

Come la decisione degli USA di bombardare Sirte e Bengasi, partendo dalla base di Sigonella e dalle navi militari che sono in pianta stabile nel Mediterraneo. O come il prossimo referendum sulla riforma costituzionale in Italia. O, ancora, per non far pensar e più alla ratifica del TTIP, il terribile patto transatlantico, che cambierà per sempre le sorti e le regole della società civile. E come non pensare anche, agli scandali nazionali: le banche crollate e salvate, le storie non dipanate che hanno visto protagonista il ministro Alfano, implicato in storie di tangenti e di mafia, o il caos supremo che sta accendendosi in seno alla neo formata giunta capitolina, che ora deve fare i conti sul programma che - si dice - Virginia Raggi avrebbe copiato, pari pari, da un vecchio programma dei Verdi…

E oltre le nostre frontiere, la Turchia – metà dentro la Comunità Europea – che è di fatto una nazione a regime dittatoriale, le presidenziali USA, che – chiunque sarà il nuovo presidente – tra Trump e la Clinton, non lasciano pensare a nulla di buono per il futuro del mondo, e la Corea del Nord, che si diverte a lanciare missili balistici, manco fossero noccioline e i caccia torpedinieri americani nel Mediterraneo e le basi USA in Italia utilizzate adesso per i decolli degli aerei militari che vanno a bombardare Sirte e Bengasi, con la scusa della "lotta all’ISIS"…

Insomma: non esistono più i terroristi di una volta, ma nemmeno la serenità su cui potevamo contare fino a un paio di anni fa, quando – al massimo – il terrore era rappresentato dalla “crisi economica”, problema senz’altro risolvibile, rispetto al caos infernale che siamo ora costretti a subire.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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