• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cultura > Noi amore, voi odio

Noi amore, voi odio

Se ieri sera non avessi seguito "Rai per una notte", oggi avrei guardato il Tg1 con sguardo dubbioso. Minzolini ha fatto aprire il suo carosello non con la notizia, ma con la replica, ovvero il premier che critica "tali obbrobriosità" di cui l’Agcom dovrebbe impedire la messa in onda.

Mi aspetto che almeno il secondo servizio risponda alla mia domanda: di quali obbrobriosità stiamo parlando?

Niente, il secondo servizio riguarda l’abbronzato presidente degli Stati Uniti.

Noi amore, voi odio

Noi, però, non possiamo fare finta di niente. Non parlo tanto della trasmissione, riuscitissima, che però coinvolge persone già contrarie a questo sistema berlusconizzato e semimonarchico, mi riferisco soprattutto alla folla che è scesa in piazza in nome dell’amore. Abbiamo tutti sentito scandire la frase "Noi amore, voi odio" e per la prima volta, forse, ci siamo resi davvero conto di quanto possa essere potente uno slogan, per quanto idiota, ripetuto miliardi di volte fino ad indottrinare.

Non è più questione di ideali, ma di branding, di marketing e di tutti quegli schifosi -ing che vogliono farti comprare ciò di cui non hai bisogno, proprio come Berlusconi.
 
Berlusconi è un prodotto, e andrebbe trattato come tale.

 
Lo vedo sugli scaffali dei supermercati, sui cartelloni, e alla prima offerta lo compro. Lo provo, lo assaggio. E se fa schifo non lo riprendo. Nemmeno se mi arrivano diecimila volantini di promozione a casa.

Ogni volta che andiamo a fare la spesa, ogni volta che prendiamo una strada anziché un’altra, ogni volta che scegliamo a quale banco comprare l’uovo di Pasqua, premiamo un bottone. Imprimiamo una scelta più o meno consapevole che indica ai produttore cosa desiderano i clienti.

Poi esistono prodotti che nessuno comprerebbe, ma le abili e sottili tecniche degli -ing riescono a creare desiderio e necessità.

La nostra battaglia deve essere improntata a cambiare questa cultura che ci vede come organismi compranti e non viventi, e l’unico modo per farla è premere i bottoni del telecomando che scegliamo veramente.

Cerchiamo di capire cosa compriamo, chiediamoci cosa scegliamo.
Se riusciremo collettivamente ad osservare il problema in questa ottica, il signor B e le sue malefatte saranno già visibili solo dallo specchietto retrovisore.

Insieme alle allodole.

Ma visto che a pancia piena si ragiona meglio, e che di scaffali e supermercati si parla, vi lancio un’altra ricetta gustosa per il vostromenù vegetariano di Pasqua.



Vi chiedo di continuare a parlare di questa piccola e coraggiosa cordata di blogger che si batte per una pasqua senza agnelli sulla tavola, come di continuare a mandarmi le vostre ricette per il menù.
Oggi è la volta di Luigi, che si mette ai fornelli per una zuppa senza nome, che chiameremo "Zuppa di Luigi"

Componenti X quattro

Aglio q.b.
Olio q.b.
Finocchietto selvatico 100 gr. (da raccogliere in posti non trafficati)
Fagioli cannellini lessati 300 gr. (non buttare l’acqua)
Un dado per brodo vegetale O fatelo da voi
Spaghetti spezzettati 100gr.

Soffriggere l’aglio col finocchietto per 5 minuti. Mettere i fagioli con la loro acqua (attenzione quanto basta per cuocere dopo gli spaghetti) più il dado e far cuocere per 20 minuti. Assaggiare e mettere il sale se necessario o aggiungere altra acqua calda se necessario. Indi aggiungere gli spaghetti spezzettati ed aspettare la loro cottura.Impiattare e se d’accordo un vino bianco secco o un rosè.
Buona pasqua per chi ci crede

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares