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No ai vitalizi, ma dalla prossima legislatura (e ti pareva...)

I parlamentari all'unisono hanno detto basta ai privilegi, abolendo i vitalizi; ovviamente, a partire dai prossimi, quindi restano intatti quelli già accumulati perchè trattasi di "diritti acquisiti. Ecco allora un semplice ragionamento da direttore di un'azienda, che si trova a dover fare i conti con chi ha preso nel tempo scelte sbagliate ed ha accumulato debiti su debiti, dei quali difficilmente ne pagherà le conseguenze.

Finalmente un sussulto d'orgoglio a Montecitorio. All'unanimità è stato deciso che uno di quegli odiosi privilegi che ha scavato un solco quasi incolmabile tra classe dirigente e società civile sarà abolito. Niente più vitalizi per senatori e deputati, a partire dalla prossima legislatura. Allora, mi rivolgo a voi, onorevoli parlamentari. Avete detto che per quanto riguarda i vitalizi maturati fin qui non era possibile intervenire, abolendoli con legge.

Giuridicamente non eravate competenti, e forse vi si può dare ragione. Ma, moralmente ed effettivamente quei tagli sono una sorta di "ricompensa" o di "indennizzo" all'intero Paese. Mi spiego meglio. Chi ha contribuito negli anni a formare quella montagna chiamata debito pubblico, che nel breve volger di un paio di mesi sfonderà quota 2000 miliardi di euro? Voi, Onorevoli! E chi ha aggravato, giorno dopo giorno, la situazione economica italiana non adottando neanche una misura che sia una, per cercare di arginare quest'ultima delittuosa crisi che sta allargando sempre più la schiera di disoccupati e famiglie in difficoltà? Sempre voi, rispettosi onorevoli.

E chi ha sempre tenuto in ostaggio i cervelli attivi della nazione, quelli che ammonivano sulla penuria di riforme, sulla necessità di investimenti adeguati, sulla possibilità di dare spazio, tempo e lavoro alle nuove generazioni affinchè con le loro idee e la loro creatività avrebbero potuto dare una mano all'Italia per ritornare a crescere e prosperare? Ancora una volta, voi, esimi onorevoli.

E per utilizzare una metafora che a voi piace moltissimo, ragioniamo adesso come se fossimo un'azienda privata. Mettiamo che io sia il direttore generale, e voi (inteso come un corpo unico) siete coloro che hanno adoperato queste scelte, rivelatesi profondamente sbagliate e sconclusionate. Ebbene io, direttore, che faccio? Semplicissimo, se non vi do un provvedimento disciplinare (tanto per voi non servono, tra indulti e gradi vari arrivate sempre alla prescrizione di qualsiasi cosa...) devo trattenermi i vostri bonus, o se preferite chiamateli privilegi. Ergo, in un periodo di crisi, e con assurdi privilegi economici detenuti da una piccola, sparuta minoranza il minimo che si possa fare è abolirli tout court, indistintamente da destra e sinistra, con il solo ed unico scopo di iniziare a racimolare fondi per investimenti produttivi. E non venite a dirmi che si tratta di "diritti acquisiti", altrimenti Costituzione alla mano, vediamo quanti diritti, noi semplici cittadini, perdiamo per strada quotidianamente...

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