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 Home page > Tribuna Libera > Nessun attacco alla magistratura nella strage di Milano

Nessun attacco alla magistratura nella strage di Milano

C’è stato chi, soprattutto il Presidente della ANM (Associazione Nazionale Magistrati) Rodolfo Sabelli, nel commentare gli assassinii compiuti da un folle (non so definirlo diversamente), che hanno determinato la morte di tre persone, tra le quali un magistrato, nel tribunale di Milano, ha rilevato che quanto avvenuto è dipeso anche dagli attacchi che da varie parti vengono rivolti alla magistratura.

Secondo me, nel caso specifico, non c’entrano nulla gli attacchi ai magistrati.

Ci si potrebbe limitare, per sostenere la tesi che ho evidenziato, a notare che, fra gli assassinati, c’è stato un solo magistrato.

Ma, al di là di questo, è del tutto evidente che le motivazioni sono ben altre, le più importanti delle quali sono relative alle caratteristiche dell’autore degli assassinii, tra cui, forse, la sua follia. E, poi, l’insufficiente grado di sicurezza che contraddistingue il tribunale milanese.

Gli attacchi ai magistrati ci sono, anche se sono, almeno in questo periodo, di minore rilievo rispetto a quanto lo fossero alcuni anni or sono, soprattutto quando il Governo era presieduto da Berlusconi o quando Berlusconi era comunque molto più influente di quanto lo sia adesso.

Ma, ripeto, non c’entrano nulla con quanto avvenuto.

E io considero molto grave che, da parte del presidente dell’ANM, ci sia stata pertanto un’evidente strumentalizzazione di una tragedia che rimane tale e che non può essere considerata nemmeno come l’indiretta manifestazione dello scontro che pur esiste tra componenti della magistratura e parti del mondo politico.

Tale strumentalizzazione peraltro non può che ritorcersi contro la magistratura stessa ed aumentare il numero di coloro che ritengono che i magistrati spesso sbaglino.

Io ritengo che i magistrati, come tutti, possano compiere degli errori, ma che, nel complesso, continuino a svolgere un ruolo molto importante, sostitutivo purtroppo di compiti che spetterebbero alla politica e ad alcune importanti componenti della stessa società italiana.

Il contrasto alla corruzione, ad esempio, è quasi completamente attribuito alla magistratura.

Il mondo politico e alcune importanti componenti della società non si impegnano nel modo dovuto per combattere la corruzione e spesso - le indagini della magistratura lo dimostrano - la favoriscono.

Però la magistratura non è esente da errori; e non mi riferisco tanto al fatto, ad esempio, discutibile, che molti magistrati si sono opposti fermamente ad ogni ipotesi di riduzione delle loro ferie.

Mi riferisco soprattutto a certe decisioni del Csm, influenzate eccessivamente dalle diverse “correnti” a cui aderiscono gran parte dei magistrati. Soprattutto, sono spesso censurabili le decisioni del Csm relative agli incarichi che singoli magistrati devono ricoprire.

L’ultimo caso è eclatante: la mancata assegnazione di Di Matteo alla procura nazionale antimafia.

Quindi il presidente dell’Anm, invece di strumentalizzare una tragedia, contribuisca in misura maggiore a tentare di ridurre gli errori che i magistrati compiono, sempre che lo voglia davvero, ovviamente.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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