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Nell’Udc tutti pazzi per Monti, ma nel 2004 lo cacciarono dall’Europa per mettere Buttiglione

Mario Monti di qua, Mario Monti di là. Tutti lo vogliono, tutti gli sbavano dietro. Capofila delle comari innamorate è l’Udc, quell’Udc che “per il bene del Paese” è disposta a sacrificare le proprie voglie elettorali per cedere il passo al professorone bocconiano. Una stima infinita, incondizionata, sincera e senza veli? Ma anche no. Tutt’altro, perché fu proprio l’Udc a decretare la fine in Europa di Monti. Quando? Nel luglio del 2004, quando Berlusconi fu letteralmente costretto a proporre Rocco Buttiglione come nuovo commissario proprio al posto del neo senatore a vita.

Ce le ricordiamo tutti quelle giornate estenuanti, con il governo del Cavaliere tenuto per gli zebedei dai democristiani di Follini, duri e puri nel volere, nel pretendere quella poltrona (dorata) per il loro illustre esponente. Parlarono, allora, di “riconoscimento ad una persona di indiscussa levatura e capacità, mentre Buttiglione arrivava perfino a dire che la sua nomina rappresentava “un gesto di distensione del quadro politico”, ringraziando Berlusconi per “l’intelligenza e la generosità dimostrate”.

Insomma, pur di avere quel posto, l’Udc arrivò a minacciare una crisi di governo. Follini iniziò a presentare emendamenti alla riforma federalista, esigendo addirittura che il posto lasciato libero da Buttiglione nel governo fosse riempito da Baccini, all’epoca altro big del partito di Casini. E il tutto, naturalmente, a spese del “bravissimo e prestigiosissimo” Mario Monti, che dovette fare in fretta e furia i bagagli per lasciar posto al nostro Rocco.

Una figura imbarazzante, che peggiorò quando Buttiglione non riuscì a superare l’esame orale con gli europarlamentari a Bruxelles, che diedero parere contrario alla sua nomina.

E il prestigio dell’Italia? Lasciamo perdere. Evidentemente allora non era così sentito, così importante. Sette anni fa, contava di più occupare una poltrona. Qualunque fosse, purché importante. Anche a costo di sputtanarci tutti. Anche se a soccombere doveva essere Monti il Messia.

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