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Nave naufragata al Giglio: bullismo di un capitano troppo presuntuoso

Il dramma di Costa Concordia avrà ripercussioni sul marchio di fabbrica genovese, senza dubbio.

Si amplierà nella mente delle persone l’abbinamento Costa-inefficienza legato maggiormente alla preparazione del personale di bordo che, sembrerebbe dai primi riscontri, non abbia messo in pratica la professionalità richiesta in queste situazioni critiche.

Ma se da una parte l’opera del comandante è dovuta senza ombra di dubbio a una goliardia da primadonna, la mancanza di funzionalità organizzativa nelle seconde linee è ancor grave.

Io ho avuto la fortuna di fare un viaggio in Costa Allegra anni fa.

Certo nulla a che vedere col gigante moderno ultimo della compagnia genovese, ma allora ebbi sensazioni buone circa la preparazione del personale di bordo e circa le manovre teoriche che ci dettero in caso di naufragio o incendio a bordo.

Il comandante ha fatto un qualcosa che non doveva fare e per primeggiare nella classifica dei bulli di quartiere ha commesso un’errore gravissimo: la presunzione di essere bravo... a tutti i costi.

Molti diranno che altri lo hanno fatto in passato, certo: gli è andata bene, sono stati fortunati o più scaltri nella loro manovra evasiva dalla rotta ufficiale.

Adesso ci vorranno giorni per capire altre dinamiche della sciagura e noi, dalla nostra, avremo forse una certezza: quella di pensare che la vacanza da sogni e la crociera favolosa, sono sempre regolate dalla voglia di qualcuno di essere o non protagonista a tutti i costi.

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