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Mosca: agguato al giornalista russo Oleg Kashin

Il reporter russo Oleg Kashin è stato assalito sotto casa. E’ in coma.

Ha trent'anni e rischia di morire per aver fatto il suo lavoro. E' reporter del Kommersant, si chiama Oleg Kashin. E' stato aggredito sotto casa, un triste copione che è stato già recitato in passato nella città della censura nascosta, Mosca, e delle inchieste mai portate a termine. Vanno ricordati i nomi delle vittime della censura: Anna Politkovskaya, Nastasia Baburova, Maxim Zuyev.

Kashin frequenta i movimenti di opposizione e di difesa dei diritti umani. Lo hanno aspettato sotto casa a tarda notte, nel cuore della capitale. Uno dei due malviventi nascondeva un tubo di ferro dietro un mazzo di fiori e con questo lo hanno massacrato. Cranio lesionato, mandibola e arti fratturati e per lanciare un chiaro messaggio a tutti i media russi, si sono accaniti sulle dita della mano destra. Il giornalista è rimasto ore per strada, fino all'alba, poi soccorso da un collega. Ora è ricoverato e in coma farmacologico. Dall'ospedale sperano di salvarlo ma le condizioni creano molte preoccupazioni.

Oltre alla ripetizione del copione dell'azione violenta, si ripete anche il copione del silenzio del Governo di Putin sull'accaduto, si ripetono le dichiarazioni standard del presidente Medvedev, tramite twitter: "i criminali devono essere puniti".

C'è chi si sta muovendo per cercarla davvero la verità. Il direttore del Kommersant, Mikhailin ha riaperto il suo ufficio subito per iniziare un'inchiesta personale insieme ai suoi redattori sulla vicenda. Il direttore non si aspetta molti aiuti: "Lo sappiamo, siamo soli". Una protesta spontanea, si è svolta nel tardo pomeriggio di sabato, si sono riuniti blogger e colleghi del giornalista davanti alla sede della polizia. Il gruppetto ha urlato di volere la verità, che è doveroso fare chiarezza.

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