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Monti: a destra, solo nel deserto

Secondo un sondaggio condotto da Demetra per Demos e pubblicato da Repubblica, il 55% degli italiani ha fiducia in Mario Monti e il 52% di loro pure nel suo governo. Un risultato certo positivo, per il presidente del Consiglio, soprattutto se confrontato con quello dei capi della politica. Di questi, Renzi, è l’unico a superare la soglia del 40%, Bersani è appena oltre quella del 30%, mentre Di Pietro, Casini, Vendola e Alfano arrivano solo a sfiorarla. Peggio ancora fanno Berlusconi, di cui si fida ormai solo il 19% degli elettori, e Bossi che arriva a convincere solo il 9,5% degli intervistati.

Detto questo, però, gli altri dati tracciano un quadro della situazione che, anche per Monti, e tutt’altro che incoraggiante. Nessuna delle scelte, fin qui operate dal suo governo, gode dell’approvazione dei cittadini; le liberalizzazioni (le pochissime fin qui fatte) convincono solo il 39% di loro, mentre la riforma delle pensioni, quella del lavoro e l’introduzione dell’IMU, vedono d’accordo solo poco più del 20% degli italiani.

Monti, insomma, va bene, soprattutto perché non si vede altro all’orizzonte, ma nessuno vorrebbe pagare i costi del risanamento che pure è necessario sia compiuto. Molti sembrano non aver capito un paio di semplici dati di fatto: che lo Stato non ha risorse per fare altro che puntellare la baracca e che la nostra società ingessata, prima che la nostra economia, sta perdendo competitività da decenni. Vorrebbe, la maggioranza di noi, che si facessero politiche di sviluppo, ma senza che gli sia chiesto un centesimo (e infatti sul come finanziare lo sviluppo regna un silenzio assordante) e, soprattutto, senza cambiare in nulla le proprie abitudini, mentali e non.

Lo stimato Professore, insomma, è lì per metterci la faccia, ma anche chi si fida di lui, vuole che si adoperi, in realtà, il meno possibile. Sorprendente, almeno per chi crede che alla base della politica dovrebbero stare principi ed ideali, è inoltre costatare che proprio a destra, tra gli elettori del PDL e della Lega, regni il massimo malcontento. 

Il liberal-cattolico presidente del Consiglio, infatti, se è approvato da un sorprendete 74,5% degli elettori PD, che danno, una volta di più, prova del loro senso di responsabilità (non è dei loro, lo sanno, ma pensano serva al paese), ed arriva a convincere poco meno della metà di chi voterebbe per SEL ed IdV, è sostenuto solo dal 44% dell’elettorato PDL (il partito della “rivoluzione liberale” berlusconiana e del costante richiamo ai ”valori tradizionali) e dal 35% di quello leghista.

Monti, detto altrimenti, si trova a dover portare avanti le proprie politiche, sorretto da un'alleanza che è zoppa, nella società come in parlamento, proprio dalla parte che dovrebbe essere quella a lui più vicina; diventa quindi comprensibile come mai abbia potuto fare solo il minimo indispensabile per tenere a galla il Paese.

Restano a sostenerlo fedelmente, dentro l’area che dovrebbe essere la sua, UDC e FLI, ma anche questo, non so fino a che punto possa fargli piacere. Non solo i due partiti hanno un peso tutto sommato modesto (riscuotono, rispettivamente, il 7,8 e il 2,8% delle intenzioni di volto), ma si portano dietro scorie del passato, e tanto pesanti da rendere difficile credere che il loro appoggio possa essere altro che tattico.

Guardando al partito di Casini, in particolare, basta fare un elenco dei suoi maggiorenti per restare, a dir poco, sconcertati. Che l’accoppiata De Mita- Pomicino, protagonista delle folli politiche di spesa che, negli anni del pentapartito, hanno devastato il nostro bilancio, possa ora contribuire al suo risanamento, pare risibile.

La pensa così anche Italia Futura, la fondazione di Montezemolo, che, in un editoriale pubblicato sul suo sito, ha anche accusato l’UDC di fare “pesca a strascico”, cercando di attirare nelle proprie file alcuni ministri ( in particolare, lasciava intendere senza dire, Passera), per sfruttare in chiave elettorale il credito che il governo Monti ha tra i cittadini.

Un’accusa forse giustificata, ma che arriva da chi sta ormai da troppo tempo alla finestra e sembra non avere la minima intenzione, in un momento tanto difficile, di esporsi in prima persona. Un liberale che si augura, forse sinceramente, il successo di Monti, ma che non osa uscire da dietro le quinte. Che, e per un imprenditore dovrebbe essere un controsenso, non vorrebbe rischiare proprio nulla.

Tra amicizie timide ed altre interessate, ricatti, giri di valzer e il malumore dell'elettorato, la verità è che oggi, a destra, Monti non ha nessuno su cui possa contare per davvero e fino in fondo.

Da quella parte è, e soprattutto resterà, se dovesse fallire, solo in un deserto.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.2) 12 settembre 2012 10:16
    Damiano Mazzotti

    Monti ha fatto quello che doveva fare per resistere alle pressioni belliche delle leggi finanziarie internazionali. Ma non puoi andare dal medico per toglierti delle verruche alle dita dei piedi e ritrovarti senza un paio di dita. Pure Monti è vecchio con una mentalità vecchia. E di pubblicazioni scientifiche alle spalle o sotto i piedi non ne ha.

    Il suo ruolo sta per finire e inizierà il momento più difficile per l’Italia. L’unica speranza è che collassi il mondo finanziario anglosassone basato sui derivati in modo da dare la possibilità all’Italia di essere uno dei paesi protagonisti a livello diplomatico del nuovo ordine mondiale economico e monetario.

    E il vero problema dell’Italia è questo: dei politici e dei burocrati governo che incapaci, che non sarebbero nemmeno in grado di fare i ragionieri in una banca, si sono spartiti gli introiti della nazione insieme a pseudo-imprenditori inseriti in società misti pubblico-private che assommano tutti i difetti degli italiani burocrati e degli italiani privatizzati dalle amicizie politiche. E il risultato è che diminuiscono tutte le somme dei conti correnti degli italiani. 

  • Di (---.---.---.94) 12 settembre 2012 13:40

    Stoltaggine > Dalle lezioni di buon governo.

    Secondo Monti “solo uno stolto” può pensare che la “cura” di un male strutturale (vecchio di decenni) non faccia calare la domanda interna aggravando la congiuntura.
    Solo “agendo” così, aggiunge, si può avere (più in là) la “speranza” di risanare la situazione e favorire la crescita.
    Un paio di osservazioni.

    E’ innegabile che una “ricetta” a base di tagli e tasse (pensioni, Iva, Imu …) non può che peggiorare una fase di crisi. E’ quella infausta combinazione che negli USA chiamano “fiscal cliff” (dirupo fiscale).
    Ma c’è di più.
    Se da un lato gli effetti negativi di tale ricetta erano certi e voluti (decisi), ancora oggi è solo una “speranza” quella di risalire (più in là) la china.

    Per converso si deve desumere che per Monti “solo uno stolto” poteva pensare di destinare delle risorse a controbilanciare, almeno in parte, il previsto impatto negativo.
    Magari per non ritrovarsi, alla fine, con il bilancio “risanato” di un paese più povero e dall’economia ridimensionata.
    Il rischio di “avvitamento” non svanisce con i teoremi ed i pronostici “paludati” di un Dossier Arroganza

  • Di (---.---.---.92) 12 settembre 2012 15:12

    Uno come me, residente all’estero da una vita, questa volta non sa proprio per chi dovrebbe votare alle prossime elezioni politiche.
    No, assolutamente no per Berlusconi, Lega, Bersani e compagni di destra, centro e di sinistra.
    Renzi?.. Grillo?.. Monti?.. Come si vede sono piuttosto fuori pista...
    Spero di riuscire ad individuare un giovane candidato progressista. Sopra tutto italiano.

    Vittorio Fioravanti
    Caracas, Venezuela

  • Di (---.---.---.127) 12 settembre 2012 23:35

    Andreotti disse: a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.

    Delle varie riforme (!), tagli, precarizzazioni, Berlusconi prima, Monti ora, a guardar bene il Risultato è : la "classe media" si impoverisce, la scuola pubblica è tagliata, la sanità è peggio e costa di più, il trasporto pubblico è tagliato, pensioni ad età ridicole specialmente per chi è entrato nel lavoro a 14 anni, protezione sociale....lasciamo perdere: si chiama smantellamente dello stato sociale. Il brutto è che, mentre i tagli li abbiamo già in parte sentiti, il debito pubblico aumenta ma non a causa del mitico spread. I tagli previsti, sia da Berlusconi che Monti si faranno sentire maggiormente nel 2013-2014 e gravati dai maggiori interessi. E che siano sempre stati appoggiati dalla Chiesa qualche cosa dovrebbe dirvela.

    Raccontatemela come volete ma da anni il progetto è LIBERISTA e la crisi permette di erodere tutto quanto è stato faticosamente costruito da questa nazione i qui cittadini si sono lasciati trombare da politici, burocrati ecc.

    Nel frattempo il mitico privato che sostituisce lo Stato, ingrassa, piange, ma se ci fosse solo MERCATO e niente Stato, non saprebbe che fare: il bello è che noi non pretendiamo Pubbliche Amministrazioni efficienti, cediamo servizi e buon lavoro per mandare i nostri figli a fare lo stesso lavoro ma da precari; dopodomani però i servizi dello Stato saranno talmente indeboliti che ci vorranno altri 30 anni per risollevarci.(Vi risulta qualche servizio dello Stato che un privato faccia meglio, a costi minori, con stipendi dignitosi per gli occupati, senza essere abbondantemente sovvenzionato dallo Stato stesso??)

    Io non credo che Monti avrà problemi a ripresentarsi con una forza notevole, pazienza un mese, il brutto è che vince, e la RIPRESA sarà, sempre, per l’anno che verrà. Fidatevi!

    Enzo 

     

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