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“Modernità” di Italo Zingoni

«Si dilatano pensieri in un imbuto
da cui rinasce solo il tempo perso
ad inventarci storie disilluse
nelle crepe di una solitudine sospesa…»

Il libro non è soltanto una raccolta di poesie. È un mix di arte dove versi e dipinti si mescolano per creare un’atmosfera unica e suggestiva al lettore. Qua è là, tra le pagine, compaiono oli di Carlo Cordua e Gabrio Ciampalini dal quale, Italo Zingoni si è lasciato ispirare per la sua poesia Annulliamo il resto.

Bisogna concedersi del tempo per assaporare le parole dettate dai sentimenti e dall’amore per la vita. La poesia non ha fretta ed Italo Zingoni dà molta importanza alle parole. Le pesa, le misura, le accosta con cognizione componendo poesie brevi, concise, essenziali ma limpide come la sua anima che si scatena tra metri liberi che seguono un ritmo spirituale, talvolta con rime, talvolta con enjambements. Il leitmotiv dell’intera opera è l’introspezione della vita in uno studio attento della società contemporanea. Non è un poeta fuori dalla quotidianità, ma racconta di fatti ed avvenimenti concreti, con i piedi per terra. Critica i suoi contemporanei di non ribellarsi al sistema, al «vuoto istituzionale». La solitudine del tempo passato e l’amara nostalgia rimangono appese tra le parole, tra i versi e caratterizzano l’uomo di oggi. «Viviamo indifesi aggrappati allo scoglio duro della solitudine fragili come al sole lucertole su un muro».

Oltre l’alienazione che regna sovrana, Zingoni imprime nella mente sensazioni uniche come la luce fioca di un lampione che si appoggia alla notte e avanza con passi assonnati. Così avviene la personificazione della luce e della notte che accompagna il lettore a dormire, non prima di aver visualizzato immagini improbabili come la «luce che stinge sopra i muri» o la «verità stuprata». I luoghi descritti e calpestati dall’autore sono semplici e modesti. Mari, mercati, parchi sono posti visitati e animati da gente semplice.

La silloge di pensieri e sentimenti è composta da ben 73 poesie scritte tra il 2007 ed il 2011. L’autore pisano, classe ’50, ha scritto molto nella sua vita e molte delle sue poesie sono apparse su riviste come “Il Grandevetro”, “Panarte” e “Toscana in libri”. Impreziosita dalla prefazione di Margherita Enrico, giornalista e scrittrice di Panorama e il Giornale e dal commento dell’attrice Ernesta Galeoni, la silloge è dedicata a chi ancora riesce a emozionarsi per le piccole cose, a chi preferisce il dubbio alla certezza e a chi interiorizza e interpreta i versi di una poesia.

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